270 DEGLI SPECCHI MISTICI
facinora et flagitia orta, nomina Faliscum /'Opitemium. JJn
altro era Minius Carnpanus figlio di Pacula^ gli altri due
Romani.
La Patera Borgiana non dee credersi posteriore al 5 6" 7 >
se non vuol supporsi che una superstizione sì odiata, e un
sacerdozio si perseguitato dal governo volesse a suo dispet-
to mantenersi in tanta vicinanza di Roma. Né anche vi è
ragione di crederla intagliata nel tempo della maggior cor-
ruttela 5 non vedendosi qui uomini in consorzio di donne P
come in un coperchio della cista 1, che esistente nel Kir-
jkeriano descrissi già nel Saggio di lingua etnisca ? e lo
ascrissi aJ più liberi tempi del bacchico fanatismo 2. Vici-
nissimo però a tali tempi ce lo palesa y oltre il disegno 3
qualche circostanza espressa in Livio, specialmente quella
che i baccanali in Italia erano da gran tempo j ma in pae-
si minori non potean godere quella impunità di misfatti che
poi sortirono in Roma. Par che il male si preparasse fuo-
ri gradatamente ? e sboccasse poi furiosamente nella capi-
tale .
Comunque fosse veggìam qui il sacrario delle iniziate ri-
conoscibile a quella pensile cista e a quel seggio, e a quel
bacchico e libero vestiario di Actia^ e a quel bastone 0
scettro, che anche i Greci mettevano in mano s come si leg-
ge in Eschilo 3, alle loro sacerdotesse. Acfcia è nome di
gente assai propagata in Etruria e nella vicina Umbria.
Di questa donna nulla dice la storia, e sarta temerità vo-
lere spacciarla per la Pacala della Toscana 5 ancorché la
1 Yed* tav. iv, p. 53 e seg.
2 Lanzi , Sagg. di Lingua etr. ,
Tom. ti, p. 2/f9.
3 A_;amen , v. 1288.
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Urti
iimderco
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pidumico* à
éiMO, ma
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facinora et flagitia orta, nomina Faliscum /'Opitemium. JJn
altro era Minius Carnpanus figlio di Pacula^ gli altri due
Romani.
La Patera Borgiana non dee credersi posteriore al 5 6" 7 >
se non vuol supporsi che una superstizione sì odiata, e un
sacerdozio si perseguitato dal governo volesse a suo dispet-
to mantenersi in tanta vicinanza di Roma. Né anche vi è
ragione di crederla intagliata nel tempo della maggior cor-
ruttela 5 non vedendosi qui uomini in consorzio di donne P
come in un coperchio della cista 1, che esistente nel Kir-
jkeriano descrissi già nel Saggio di lingua etnisca ? e lo
ascrissi aJ più liberi tempi del bacchico fanatismo 2. Vici-
nissimo però a tali tempi ce lo palesa y oltre il disegno 3
qualche circostanza espressa in Livio, specialmente quella
che i baccanali in Italia erano da gran tempo j ma in pae-
si minori non potean godere quella impunità di misfatti che
poi sortirono in Roma. Par che il male si preparasse fuo-
ri gradatamente ? e sboccasse poi furiosamente nella capi-
tale .
Comunque fosse veggìam qui il sacrario delle iniziate ri-
conoscibile a quella pensile cista e a quel seggio, e a quel
bacchico e libero vestiario di Actia^ e a quel bastone 0
scettro, che anche i Greci mettevano in mano s come si leg-
ge in Eschilo 3, alle loro sacerdotesse. Acfcia è nome di
gente assai propagata in Etruria e nella vicina Umbria.
Di questa donna nulla dice la storia, e sarta temerità vo-
lere spacciarla per la Pacala della Toscana 5 ancorché la
1 Yed* tav. iv, p. 53 e seg.
2 Lanzi , Sagg. di Lingua etr. ,
Tom. ti, p. 2/f9.
3 A_;amen , v. 1288.
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