212 DE' VASI FITTILI
se stessa nel corpo, e in secondo luogo che simpatizzi
con 1' immagine stessa coerentemente a una somiglianza
di forma; in terzo luogo essendo situata in una divisibile
natura è necessario che sia lacerata e sparsa insieme con
una tal natura, e che cada in una perentoria distribuzione,
finché per V energie d' una vita catartica s'inalzi dall' estre-
ma dispersione e sciolga i legami di simpatia pe' quali è
unita al corpo, e finché nel tesopo stesso esercitando la
sua energia senza l'immagine divenga stabilita secondo la
sua vita primiera. Possiamo vedere, egli soggiunge, la ras-
somiglianza di tutto ciò nella favola che spetta a Bacco,
l'esemplare del nostro intelletto. Dicesi pertanto che que-
sto nume fissata la sua immagine in uno specchio, la se-
guì e divenne perciò distribuito nell' universo. Ma lo eccitò
Apollo e lo inalzò, e questi essendo una deità catartica è
il vero salvatore di Dionisio a Così Olimpiodoro, da cui
chiaramente resulta che sì la citata formula de' misteri, sì
lo specchio che vedesi nel nostro Vaso son simboli del
passaggio che fa l'anima da uno stato ad un altro. Imper-
ciocché se la cista coli' indicato specchio è simbolo d' una
immateriale natura, il canestro calathus soleasi considerare
pieno di frutti, o come dice Claudiana spoliis ogrestihus,
cioè di spoglie o di frutta del campo, che sono simboli
manifesti d' una vita corporea e terrena. Cosicché 1 inizia-
to nel confessare che avea levato dalla cista e collocato
quello che avea levato nel calato, ed il contrario; occulta-
meute riconosceva la discesa della sua anima da uno sfato
del tutto immateriale ed immortale in un altro materiale
e mortale: e che all'opposto, nel vivere conforme aifa purità
che inculcavano i misteri,, salirebbe di nuovo 1' anima a quaìle
se stessa nel corpo, e in secondo luogo che simpatizzi
con 1' immagine stessa coerentemente a una somiglianza
di forma; in terzo luogo essendo situata in una divisibile
natura è necessario che sia lacerata e sparsa insieme con
una tal natura, e che cada in una perentoria distribuzione,
finché per V energie d' una vita catartica s'inalzi dall' estre-
ma dispersione e sciolga i legami di simpatia pe' quali è
unita al corpo, e finché nel tesopo stesso esercitando la
sua energia senza l'immagine divenga stabilita secondo la
sua vita primiera. Possiamo vedere, egli soggiunge, la ras-
somiglianza di tutto ciò nella favola che spetta a Bacco,
l'esemplare del nostro intelletto. Dicesi pertanto che que-
sto nume fissata la sua immagine in uno specchio, la se-
guì e divenne perciò distribuito nell' universo. Ma lo eccitò
Apollo e lo inalzò, e questi essendo una deità catartica è
il vero salvatore di Dionisio a Così Olimpiodoro, da cui
chiaramente resulta che sì la citata formula de' misteri, sì
lo specchio che vedesi nel nostro Vaso son simboli del
passaggio che fa l'anima da uno stato ad un altro. Imper-
ciocché se la cista coli' indicato specchio è simbolo d' una
immateriale natura, il canestro calathus soleasi considerare
pieno di frutti, o come dice Claudiana spoliis ogrestihus,
cioè di spoglie o di frutta del campo, che sono simboli
manifesti d' una vita corporea e terrena. Cosicché 1 inizia-
to nel confessare che avea levato dalla cista e collocato
quello che avea levato nel calato, ed il contrario; occulta-
meute riconosceva la discesa della sua anima da uno sfato
del tutto immateriale ed immortale in un altro materiale
e mortale: e che all'opposto, nel vivere conforme aifa purità
che inculcavano i misteri,, salirebbe di nuovo 1' anima a quaìle