264 de' vasi fittili
le appunto è 1' edera e la vite, o almeno son tali eh' esclu-
dono il sospetto di poter esser quella foglia un ventaglio
o un astuccio, come nel]' altra pittura fu creduto. Da que-
sto esempio siamo più assicurati della prossimità di si-
gnificato tra la foglia e l'ombrello eh'è in mano del gio-
vane alato superiormente preso in esame. Siccome peral-
tro le congetture acquistano maggior forza quando dimo-
strano la combinazione e 1' aecordo fra 1' antichità scritta
e la figurata, così aggiungo per ultimo un aneddoto let-
terario, dal quale si traggono lumi anche più chiari all'in-
telligenza sì dell' ombrello, sì della foglia.
Il già più volte da me rammentato con dovuta stima
sig. antiquario Zannoni, avendo con dotta illustrazione pro-
dotta nuovamente la greca iscrizione aiontzot zkiakoi, de-
termina che il caso retto della voce di terzo caso zkian©ei
sia axiavSos, adiettivo composto da vai ombra ed *a»5e« fiore,
ad esempio di che adduce altre voci, come ^av^j che ha
molti fiori j così (rxw5i5pas V istrumento indagatore dell' ombra,
ond' è che zxtavdfc significar debbe quello che ha i fiori
p?r ombra, ossia che si fa ombra co'fiori '. E per mostra-
re come questo epiteto convenga a Bacco, adduce Esichio
laddove scrive che « <mac è la vite condotta su gli alberi, e
il padiglione a cupola, e 1' ombracolo fatto a volta nel
quale siede Bacco, e '1 Pritaneo, e i rami ben grandi
cne si dicono o-/.taJai, e l'ombra del corpo d' onde faceasi
congettura delle ore a ». Più specificatamente dichiara il
j Zannoni, Iscriz. grec. dell' Impe-
riale e Rea]. Galleria di Firenze
illustrata, Art. inserito nel Gior-
nale Arcadico di Rom., Tom. *>
Part. ni, Giugno 1821, p.
2 Esich.. in vece Zxwtj.
le appunto è 1' edera e la vite, o almeno son tali eh' esclu-
dono il sospetto di poter esser quella foglia un ventaglio
o un astuccio, come nel]' altra pittura fu creduto. Da que-
sto esempio siamo più assicurati della prossimità di si-
gnificato tra la foglia e l'ombrello eh'è in mano del gio-
vane alato superiormente preso in esame. Siccome peral-
tro le congetture acquistano maggior forza quando dimo-
strano la combinazione e 1' aecordo fra 1' antichità scritta
e la figurata, così aggiungo per ultimo un aneddoto let-
terario, dal quale si traggono lumi anche più chiari all'in-
telligenza sì dell' ombrello, sì della foglia.
Il già più volte da me rammentato con dovuta stima
sig. antiquario Zannoni, avendo con dotta illustrazione pro-
dotta nuovamente la greca iscrizione aiontzot zkiakoi, de-
termina che il caso retto della voce di terzo caso zkian©ei
sia axiavSos, adiettivo composto da vai ombra ed *a»5e« fiore,
ad esempio di che adduce altre voci, come ^av^j che ha
molti fiori j così (rxw5i5pas V istrumento indagatore dell' ombra,
ond' è che zxtavdfc significar debbe quello che ha i fiori
p?r ombra, ossia che si fa ombra co'fiori '. E per mostra-
re come questo epiteto convenga a Bacco, adduce Esichio
laddove scrive che « <mac è la vite condotta su gli alberi, e
il padiglione a cupola, e 1' ombracolo fatto a volta nel
quale siede Bacco, e '1 Pritaneo, e i rami ben grandi
cne si dicono o-/.taJai, e l'ombra del corpo d' onde faceasi
congettura delle ore a ». Più specificatamente dichiara il
j Zannoni, Iscriz. grec. dell' Impe-
riale e Rea]. Galleria di Firenze
illustrata, Art. inserito nel Gior-
nale Arcadico di Rom., Tom. *>
Part. ni, Giugno 1821, p.
2 Esich.. in vece Zxwtj.