TAVOLA XXIÌI. 2f5
prelodato iiiterpetre, che quantunque la parola Mièto» si-
gnifichi ombrello e luogo ombrato, e nell'antichità figura-
ta s incontri non raramente Bacco sotto l'ombrello *; pu-
re quest'ombrello bacchico di cui parla Esichio non può
essere ombrello propriamente, ma si elee credere luogo om-
brato. Imperciocché se di ombrello si parlasse, non dovea-
si scriver da Esichio: h & AioWofi x&Wt, in cui siede Bacco, ma
feensì : ù?* & AtoWos *&$y,t<o. sotto il quale s'ede Bacco. Nò im-
porta, come saviamente prosegue 1 interpetre, che Pollu-
ce abbia scritto: ombracolo sotto il quale siede Bacco,
perchè può dirsi egualmente bene che alcuno siede sot-
to l'ombrello e sotto un luogo ombrato; laddove trattan-
dosi d'ombrello non può dirsi che alcuno siede nell'om-
brello, ma sì unicamente sotto V ombrello 9.
Passa quindi l'erudito grecista con solidi argomenti a
trattare come dagli antichi facevansi ombracoli anche di ra-
mi che fronde avevano e fiori, e si facevano eziandio di pan-
ni annettendoli con serti che son pur essi, come si e-
sprime anche 1 Heyne . rami ac frondes cum Jloribus ac
foliìs 3. Nè i soli ombracoli fissi come questi, ma quelli
ancora che seco loro le antiche donne portavano, furono
talora, secondo il eh. Zannoni, fatti di ramoscelli spoglia-
ti della lor fronda, e di ciò adduce in testimonianza un
passo di Polluce, che emenda assai dottamente nella ver-
sione come anche nel commento dell' Hemsterusio, dove
il greco grammatico ti atta di certa cupoletta fatta di vi*
* Paciaud., De Umbellae gestatione, 3 IJeynp. Commrnt. in Tibull., lib.
p. xvi. n, Eleg. v , v. yy .
a Zauuoni, I cit., p. 3ja.
Ò. F. 34
prelodato iiiterpetre, che quantunque la parola Mièto» si-
gnifichi ombrello e luogo ombrato, e nell'antichità figura-
ta s incontri non raramente Bacco sotto l'ombrello *; pu-
re quest'ombrello bacchico di cui parla Esichio non può
essere ombrello propriamente, ma si elee credere luogo om-
brato. Imperciocché se di ombrello si parlasse, non dovea-
si scriver da Esichio: h & AioWofi x&Wt, in cui siede Bacco, ma
feensì : ù?* & AtoWos *&$y,t<o. sotto il quale s'ede Bacco. Nò im-
porta, come saviamente prosegue 1 interpetre, che Pollu-
ce abbia scritto: ombracolo sotto il quale siede Bacco,
perchè può dirsi egualmente bene che alcuno siede sot-
to l'ombrello e sotto un luogo ombrato; laddove trattan-
dosi d'ombrello non può dirsi che alcuno siede nell'om-
brello, ma sì unicamente sotto V ombrello 9.
Passa quindi l'erudito grecista con solidi argomenti a
trattare come dagli antichi facevansi ombracoli anche di ra-
mi che fronde avevano e fiori, e si facevano eziandio di pan-
ni annettendoli con serti che son pur essi, come si e-
sprime anche 1 Heyne . rami ac frondes cum Jloribus ac
foliìs 3. Nè i soli ombracoli fissi come questi, ma quelli
ancora che seco loro le antiche donne portavano, furono
talora, secondo il eh. Zannoni, fatti di ramoscelli spoglia-
ti della lor fronda, e di ciò adduce in testimonianza un
passo di Polluce, che emenda assai dottamente nella ver-
sione come anche nel commento dell' Hemsterusio, dove
il greco grammatico ti atta di certa cupoletta fatta di vi*
* Paciaud., De Umbellae gestatione, 3 IJeynp. Commrnt. in Tibull., lib.
p. xvi. n, Eleg. v , v. yy .
a Zauuoni, I cit., p. 3ja.
Ò. F. 34