TAVOLA xxx. 333
poterò del quale furono posti quei Vasi. Che se la spiega-
zione ora proposta dall' Àrditi fosse stata pienamente so-
disfacente, non l'avrebbe cambiata nell'ultimo paragrafo
della sua dissertazione, come ora son per narrare.
Al § XXXII con lodevole ingenuità si esprime l'erudito
autore in questi termini, « Del rimanente io non ascondo
che con tutta la verosimiglianza, di cui per avventura non
mancano e la lezione kaae opnez e la interpetrazione da me
Sin qui data a queste parole, V animo mio ha sempre pie-
gato più alla lezione primiera, dico a leggere kaaeaonez nel-
la breve iscrizione del vaso Locrese, ed a riconoscere nel-
la suonatrice di cetera in esso dipìnta il ritratto dell' one-
sto piacere » Giudichi dunque chi legge se io possa dir-
mì appagato delle altre interpetrazioni, quando lo stesso
^tore se ne mostra mal persuaso. Egli aggiunge dipoi
che in un Vaso tra varie altre iscrizioni legge zmos, nè
altrimenti può leggersi, ancorché 1' o vi sia fatto appunto
*n guisa di un d come la lettera che nella iscrizione del
Presente Vaso occupa il sesto luogo, sicché se in quel ca-
So debbesi legger ,({Mc dovrassi egualmente in questo leg-
ger X<xliJ0vt( .
Qui avendo fine la sua spiegazione aggiunge prima dì
Eluderla una interrogazione. « Concentra, dirà più d' u-
n°> l'immagine del piacere in un vaso, che si è ritrova-
t0 M le malinconie di un sepolcro di Locri? » Al che ri-
sponde, esser per la stessa ragione che tanti conviti Bac-
chici nei sarcofagi e nelle urne sepolcrali generalmente si
dovano. E ci fa sapere che immagini tali son messe per
Arditi
» !• cit., p. 74
poterò del quale furono posti quei Vasi. Che se la spiega-
zione ora proposta dall' Àrditi fosse stata pienamente so-
disfacente, non l'avrebbe cambiata nell'ultimo paragrafo
della sua dissertazione, come ora son per narrare.
Al § XXXII con lodevole ingenuità si esprime l'erudito
autore in questi termini, « Del rimanente io non ascondo
che con tutta la verosimiglianza, di cui per avventura non
mancano e la lezione kaae opnez e la interpetrazione da me
Sin qui data a queste parole, V animo mio ha sempre pie-
gato più alla lezione primiera, dico a leggere kaaeaonez nel-
la breve iscrizione del vaso Locrese, ed a riconoscere nel-
la suonatrice di cetera in esso dipìnta il ritratto dell' one-
sto piacere » Giudichi dunque chi legge se io possa dir-
mì appagato delle altre interpetrazioni, quando lo stesso
^tore se ne mostra mal persuaso. Egli aggiunge dipoi
che in un Vaso tra varie altre iscrizioni legge zmos, nè
altrimenti può leggersi, ancorché 1' o vi sia fatto appunto
*n guisa di un d come la lettera che nella iscrizione del
Presente Vaso occupa il sesto luogo, sicché se in quel ca-
So debbesi legger ,({Mc dovrassi egualmente in questo leg-
ger X<xliJ0vt( .
Qui avendo fine la sua spiegazione aggiunge prima dì
Eluderla una interrogazione. « Concentra, dirà più d' u-
n°> l'immagine del piacere in un vaso, che si è ritrova-
t0 M le malinconie di un sepolcro di Locri? » Al che ri-
sponde, esser per la stessa ragione che tanti conviti Bac-
chici nei sarcofagi e nelle urne sepolcrali generalmente si
dovano. E ci fa sapere che immagini tali son messe per
Arditi
» !• cit., p. 74