334 de' vasi fittili
significazione della beatitudine e dei premi dei buoni nel-
la vita futura, intorno a'quali dottamente rammemora che
« Museo ed Eumolpo suo figlio danno, come narra Plato-
ne, a'giusti per parte degli Dei, premi anche più puerili'
Essi avendoli nei loro discorsi condotti all'inferno e fatti-
li sedere a mensa, e apparecchiato loro un convito magni-
fico gli descrivono in atto di passare tutto il tempo co-
ronati e ubriachi; stimando così la miglior mercede della
virtù essere una sempiterna ubriachezza 2 ». Con questo prin*
cipio, che pur troppo ripetesi dagli artisti nei Vasi dipintiJ»
crede 1' Arditi che più modestamente nel presente Vaso
Locrese fosse dipinto l'onesto piacere 4.
Tuttavolta una tale interpetrazione, che io direi volen-
tieri abbastanza sodisfacente, non fu approvata da alcuni
dotti che la presero in esame. Il Visconti dichiarò la sua
preferenza a favore della seconda interpetrazione, scriven-
do che gli espositori de' Vasi cercan voltare in senso miste-
rioso la voce che in essi è scritta, e ne porta in esempi0
il eh. Arditi, il quale secondo esso Visconti, ha voluto fare
per forza una kaah haonh, l'onesta voluttà d'un kaae opnez, pul'
cher Orneu 5. Chi ha lette peraltro le mie spiegazioni del-
le antecedenti Tavv. XXV e XXVI si persuaderà che in
più modi ed incontrastabili si trae dagli antichi filosofi ^
misterioso senso di quella voce dal Visconti voluto escili"
dere-, ancorché non ci persuada di tale esclusione con **a"
gioni altrettanto robuste.
1 Ved. ser. vi, tav. E. la tav. xxxvi di questa serie-
2 Plat., De Ropubl. , lib. n, Op., 4 Arditi, 1. cit. in fine
Tom. n, p. 363 . 5 Visconti, Mus. P. Cletn., Tom-
3 Ved. ser. i, p. 92 , e spieg. del- v, B. ril., tav. xui, p. 86-
significazione della beatitudine e dei premi dei buoni nel-
la vita futura, intorno a'quali dottamente rammemora che
« Museo ed Eumolpo suo figlio danno, come narra Plato-
ne, a'giusti per parte degli Dei, premi anche più puerili'
Essi avendoli nei loro discorsi condotti all'inferno e fatti-
li sedere a mensa, e apparecchiato loro un convito magni-
fico gli descrivono in atto di passare tutto il tempo co-
ronati e ubriachi; stimando così la miglior mercede della
virtù essere una sempiterna ubriachezza 2 ». Con questo prin*
cipio, che pur troppo ripetesi dagli artisti nei Vasi dipintiJ»
crede 1' Arditi che più modestamente nel presente Vaso
Locrese fosse dipinto l'onesto piacere 4.
Tuttavolta una tale interpetrazione, che io direi volen-
tieri abbastanza sodisfacente, non fu approvata da alcuni
dotti che la presero in esame. Il Visconti dichiarò la sua
preferenza a favore della seconda interpetrazione, scriven-
do che gli espositori de' Vasi cercan voltare in senso miste-
rioso la voce che in essi è scritta, e ne porta in esempi0
il eh. Arditi, il quale secondo esso Visconti, ha voluto fare
per forza una kaah haonh, l'onesta voluttà d'un kaae opnez, pul'
cher Orneu 5. Chi ha lette peraltro le mie spiegazioni del-
le antecedenti Tavv. XXV e XXVI si persuaderà che in
più modi ed incontrastabili si trae dagli antichi filosofi ^
misterioso senso di quella voce dal Visconti voluto escili"
dere-, ancorché non ci persuada di tale esclusione con **a"
gioni altrettanto robuste.
1 Ved. ser. vi, tav. E. la tav. xxxvi di questa serie-
2 Plat., De Ropubl. , lib. n, Op., 4 Arditi, 1. cit. in fine
Tom. n, p. 363 . 5 Visconti, Mus. P. Cletn., Tom-
3 Ved. ser. i, p. 92 , e spieg. del- v, B. ril., tav. xui, p. 86-