TAVOLA XXX. 337
chi filosofi che la voce «a» in senso di onesta può accomo-
darsi a molle astratte idee nominate femminilmente, come
azione onesta onesta virtù 2, onesta reputazione 3. A
fronte per tanto di qualche passo disputabile in Platone, si
concluse da replicati esempi di altri classici, che la voluttà
si additava onesta con la voce *ù„ talché dal vasaio fu seguito
il frasario del volgo, e non già le dispute che Platone fa pro-
muovere a Socrate 4, le quali si confutano con un passaggio
chiarissimo di Aristotile,, dove xoùw Www viene usato con
dire che alcune voluttà son grandemente appetibili come
oneste , non però quelle che riguardano il corpo , e nelle
^ali si compiace l'intemperante 5, Per simile esempio si
legge che S. Basilio proibisce d'inclinare gli animi ai diso-
nesti piaceri ou *«>«t{ ftfawi 6, dal che resulta in sostanza che non
s°lo bello, ma onesto ancora si appella il piacere secondo
k osservazioni del precitato apologista 7.
Persiste 1'Huschkio nello stesso argomento in opposizione
aU' Arditi, coli' asserire che il piacere da noi gustato nella
poesia e nella musica dicevasi presso i Greci xnUfy*» ovve-
r° «a»™, da cui derivarono quelle cantanti, le quali coi
n°roe di khahAonan sono additate da Pindaro nel tempio di
Delfo
8, e per dorica pronunzia forse dette *«Wo»e« per w>x«-
* fiat., in Sympos., Tom. m , p.
ao9, Max. Tyr. , Dissert. \i" .
V- H.
a bristol., Rhethor., lib. l, cap. 9.
^P- Tom. u, p. 35o.
3 Thucyd., de Bello Peloponues.,
v, § ix, p. 323.
4 Quaranta , 1. cit., p. 20.
s. v.
5 Aristot., Etbic t lib. to, cap.
xm j Op., Tom. 11, p. 98.
6 D. Basii., Ilomil. X111, § v, Op.,
Tom. n , p. 118.
7 Quaranta, 1. cit. in tutto il cap. n.
8 Vid. Pausan., Phocic. siv. lib.
x, cap. v, p. 810.
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chi filosofi che la voce «a» in senso di onesta può accomo-
darsi a molle astratte idee nominate femminilmente, come
azione onesta onesta virtù 2, onesta reputazione 3. A
fronte per tanto di qualche passo disputabile in Platone, si
concluse da replicati esempi di altri classici, che la voluttà
si additava onesta con la voce *ù„ talché dal vasaio fu seguito
il frasario del volgo, e non già le dispute che Platone fa pro-
muovere a Socrate 4, le quali si confutano con un passaggio
chiarissimo di Aristotile,, dove xoùw Www viene usato con
dire che alcune voluttà son grandemente appetibili come
oneste , non però quelle che riguardano il corpo , e nelle
^ali si compiace l'intemperante 5, Per simile esempio si
legge che S. Basilio proibisce d'inclinare gli animi ai diso-
nesti piaceri ou *«>«t{ ftfawi 6, dal che resulta in sostanza che non
s°lo bello, ma onesto ancora si appella il piacere secondo
k osservazioni del precitato apologista 7.
Persiste 1'Huschkio nello stesso argomento in opposizione
aU' Arditi, coli' asserire che il piacere da noi gustato nella
poesia e nella musica dicevasi presso i Greci xnUfy*» ovve-
r° «a»™, da cui derivarono quelle cantanti, le quali coi
n°roe di khahAonan sono additate da Pindaro nel tempio di
Delfo
8, e per dorica pronunzia forse dette *«Wo»e« per w>x«-
* fiat., in Sympos., Tom. m , p.
ao9, Max. Tyr. , Dissert. \i" .
V- H.
a bristol., Rhethor., lib. l, cap. 9.
^P- Tom. u, p. 35o.
3 Thucyd., de Bello Peloponues.,
v, § ix, p. 323.
4 Quaranta , 1. cit., p. 20.
s. v.
5 Aristot., Etbic t lib. to, cap.
xm j Op., Tom. 11, p. 98.
6 D. Basii., Ilomil. X111, § v, Op.,
Tom. n , p. 118.
7 Quaranta, 1. cit. in tutto il cap. n.
8 Vid. Pausan., Phocic. siv. lib.
x, cap. v, p. 810.
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