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Inghirami, Francesco [Hrsg.]
Monumenti Etruschi o di Etrusco nome (Band 5,2): Vasi fittili — [s.l.], 1824 [Cicognara, 2591-8]

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https://doi.org/10.11588/diglit.7102#0074
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TAVOLA LVI » 54l

ficoltà di fare abbandonare a varie popolazioni un alfabeto, al
quale erano accostumate,, per prenderne uno nuovo. Ora è cer-
to che le leggi del primo Minos , i riti di Eumolpo, le poesie di
Femonoe , di Melampo e quelle di Lino, essendo più anti-
che di quelle dell'arrivo di Cadmo in Grecia, non pote-
vano essere scritte in caratteri dal medesimo introdotti ; es-
se lo erano dunque in lettere pelasghe. I nuovi caratteri si
mescolarono a poco a poco negli antichi e produssero gran
variazioni nella scrittura: la iscrizione sigea è quasi egual-
mente mista di lettere pelasghe e cadmee; queste preval-
sero in seguito , ma ciò accadde soltanto verso la LXI
Olimpiade *»-.

ce La somiglianza dei caratteri Etruschi con quei dei Pe-
lasghi dai quali traevano la loro origine, il successivo mi-
scuglio di questi ultimi con quei di Cadmo, ie mutazioni
frequenti di alcune lettere in altre di un suono del tutto
diverso, a causa della varietà delle pronunzie, donde ven-
ne questo gran numero di dialetti ridotto in seguito a quat-
tro principali, come pure i segni impiegati per abbreviar
la scrittura, hanno fatto facilmente riguardare per etni-
sche un gran numero d'iscrizioni greche. Quindi ancora
il pregiudizio che attribuì indistintamente all'Etruria tutti i
Vasi di argilla, ha fatto giudicare le lettere che vi si trova-
no come attinenti aila lingua etnisca. Questo abbaglio
finì per rendere del tutto inesplicabili certe cose,, già diffi-
cili per se stesse ad essere interpetrate 1 ».

Anche il Winkelmann ebbe occasione di rammentar que-

1 David, Antiquites Etr., Grecq,, et PI. I, n, ni, iv, p. 62, auir,

Rom., par D Hancarville, Tom. 1,
 
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