640 DEGLI SPECCHI MISTICI
nelle lingue greca e latina di qualche vestigio o radice dello
stesso vocabolo ; che potesse confermare quel medesimo eia
probabile significato . Quando tutto ciò ha conseguito ad
avvalorare una congettura} si è riguardata quella come as-
sai fondata per darci la più genuina spiegazione della io-no-
ta parola.
Or conoscendo il Visconti dalla favola esposta in que-
sto mistico Specchio che 1' ara su cui si legge 5Q3J8
plilere è quella di Giunone, congettura che quella voce
sia nome o epiteto solenne, e quasi antonomasia della
stessa Dea. Siccome poi questa voce occorre in molte al-
tre dell' etrusche epigrafi, le scorre tutte, e gli sembra
che il significato proposto si adatti a ciascuna. Analizza
inclusive questo scrittore i vestigi delle antiche denomina-
zioni mitologiche, ove offrano qualche incontro da avva-
lorare sempre più la proposta congettura . Sembragli dun-
que che 1' antica Italia venerasse una Dea come simbolo
della terra e della sua feracità il cui attributo sieno stati i
fiori e le frutta; e quindi abbia tratto i nomi di Phtere,
di Flora e di Feronìa. Quest' ultima egli trovala interpe-
trata da Dionisio d'Alicarnasso apportatrice di fiori e di ghir-
lande ' : interpetrazione da cui desume il Visconti qua-
li fossero i distintivi usati nelle immagini di Feronia. Di
qui congettura egli che la Flora, antica divinità dei Sabini,
di cui parla Varrone e 1' accoppia con Opia, non fosse ori-
ginariamente diversa. E siccome i popoli d'Italia nel pren-
dere dalle colonie greche le arti e la cultura, modificarono
1 Antiq. Rom., lìb. ni, p. iy3.
a Varrò, de Ling. lat., lib , y, § x, p. i/\.
y
nelle lingue greca e latina di qualche vestigio o radice dello
stesso vocabolo ; che potesse confermare quel medesimo eia
probabile significato . Quando tutto ciò ha conseguito ad
avvalorare una congettura} si è riguardata quella come as-
sai fondata per darci la più genuina spiegazione della io-no-
ta parola.
Or conoscendo il Visconti dalla favola esposta in que-
sto mistico Specchio che 1' ara su cui si legge 5Q3J8
plilere è quella di Giunone, congettura che quella voce
sia nome o epiteto solenne, e quasi antonomasia della
stessa Dea. Siccome poi questa voce occorre in molte al-
tre dell' etrusche epigrafi, le scorre tutte, e gli sembra
che il significato proposto si adatti a ciascuna. Analizza
inclusive questo scrittore i vestigi delle antiche denomina-
zioni mitologiche, ove offrano qualche incontro da avva-
lorare sempre più la proposta congettura . Sembragli dun-
que che 1' antica Italia venerasse una Dea come simbolo
della terra e della sua feracità il cui attributo sieno stati i
fiori e le frutta; e quindi abbia tratto i nomi di Phtere,
di Flora e di Feronìa. Quest' ultima egli trovala interpe-
trata da Dionisio d'Alicarnasso apportatrice di fiori e di ghir-
lande ' : interpetrazione da cui desume il Visconti qua-
li fossero i distintivi usati nelle immagini di Feronia. Di
qui congettura egli che la Flora, antica divinità dei Sabini,
di cui parla Varrone e 1' accoppia con Opia, non fosse ori-
ginariamente diversa. E siccome i popoli d'Italia nel pren-
dere dalle colonie greche le arti e la cultura, modificarono
1 Antiq. Rom., lìb. ni, p. iy3.
a Varrò, de Ling. lat., lib , y, § x, p. i/\.
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