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Inghirami, Francesco
Pitture di vasi etruschi: per servire di studio alla mitologia ed alla storia degli antichi popoli (Band 2) — Florenz, 1853

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https://doi.org/10.11588/diglit.860#0010
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10

DEI VASI FITTILI

il Millin ed il Lanzi, che illustrarono questo vaso dipinto, ebber'occasione
ugualmente di narrare la favola, così non farò che trascriverla come il Mil-
lin la distese, o di poco abbreviata.

Egeo sdegnato della gloria che Androgeo figlio di Minosse acquistò alle
feste dei panatenei, ove aveva ottenuto il premio in ogni contrasto, & fece
assassinare. Minosse volle vendetta pel figlio (1), e portò nell'Attica il ferro
ed il fuoco. Gli Dei d'accordo con lui per punire questa uccisione, deso-
larono il paese colla peste, la sterilità e la siccità de' fiumi. Gli Ateniesi
oppressi da tali flagelli consultarono l'oracolo d'Apollo, e n'ebbero in ri-
sposta che il cielo non sarebbe pacificato, se non quando Minosse fosse
stato sodisfatto. In conseguenza di ciò mandarono ambasciatori supplici a
Creta per domandar la pace a Minosse; ed egli accordolla, ma vi aggiunse
la condizione che ogni nove anni gli destinassero sette giovani e sette ra-
gazze. Questa gioventù esser dovea dedicata al servizio del tempio, e così
riguardavasi come perduta. Ma la favola aggiunge che i giovani Ateniesi of-
ferti a Minosse dovevan esser divorati dal Minotauro. Egeo aveva già due
volte sodisfatto alle condizioni del trattato, ma giunto il tempo del terzo
tributo, mormorò la plebe che dal re costringevasi ad esporre i figli alla
sorte, mentre egli ch'era la causa di questa sciagura, era il solo altresì a
farsene esente. Teseo sensibile a questo rimprovero si offrì egli stesso, senza
neppur volersi esporre alla sorte, colla fiducia per altro di uccidere il Mi-
notauro e liberarne la patria. Tentò, ma in vano Egeo di ritenere il figlio,
che volle ad ogni patto esser confuso con gli altri giovani dalla sorte de-
stinati al sagrifizio crudele.

Teseo scese pertanto dal Pritaneo colla destinata gioventù ed andò ne!
tempio d'Apollo delfìnio o delfico ad offrirvi per essi il ramo d'olivo sacro,
com'era l'uso dei supplicanti, e dopo aver fatta la sua preghiera s'imbarcò,
avendo altresì sacrificala a Venere una capra per ordine dell' oracolo, in
ricompensa di che n' ebbe il di lei patrocinio, perchè ispirò alla figlia di
Minosse, voglio dire di Arianna , il desiderio di salvarlo, e a compier ciò
gli dette un gomitolo di filo, ed istruillo come per mezzo di tal soccorso .
egli poteva dar morte al Minotauro e sortire dal laberinto.

(1) Appollodor. lib. in, io, 7. Diod. Sic. iv , 60.
 
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