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Inghirami, Francesco
Pitture di vasi etruschi: per servire di studio alla mitologia ed alla storia degli antichi popoli (Band 3) — Florenz, 1855

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https://doi.org/10.11588/diglit.861#0007
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TAVOLA CCII. 1

ohe (lolla lascivia riferita al lepre non potevansi dall'artista sì ilei bronzo
presso il rammentato Couseo, che della pittura della nostra tazza meglio

esprimere, elle rappresentandosi dall' uno un amorino che avendo preso un
lepre lo tiene stretto, come dall'altro un amorino eh'è in alto di correre
per raggiungerlo. Se poi riflettiamo alla frequenza colla quale si trovano di-
pinti ne' vasi, tra le bacchiche rappresentanze, questi amorini, o gemetti ala-
ti, non troveremo più singolare il l'avvisarne due in questa medesima tazza;
e se penseremo altresì alla connessione o piuttosto alla identità simbolica Ira
Venere e Bacco, e i due coniugi Libera e Libero, come deità del matrimo-
nio e della morte, troveremo altresì coerente all' uso che gli antichi fecero
di questo vasello nel porlo allato d' un cadavere, mentre vi si rammenta con
simboli bene appropriati quel vinccndevole corso di vita e di morte che me-
ditavasi ne' misteri del paganesimo. Per le ragioni medesime, credo aver
voluto il pittore accennare i misteri e gli utensili che vi si usavano, cioè la
cassetta mistica e lo specchio (I), ponendo tali oggetti per venustà di ('(im-
posizione pittorica in mano di una donna sedente, che vediamo nella parte
esterna della tazza, posta al di sotto della di lei forma in questo rame stesso
delineata.

TAVOLE CCII. E CC1II.

Se alenili di questi vasi fan credere d'essere stati oggetti di semplice
lusso ferale altri poi mostrando aver de' rapporti a feste, giuochi e matrimo-
ni, benché si trovino entro le tombe sepolti, pure taluno de' moderni archeo-
logi si persuase, che in origine non fossero destinali a queir uso ; e visto
poscia che altri oggetti preziosi ancora, siccome gli arnesi di bronzo, ed i
gioielli d'oro, unitamente ai vasi erano seppelliti coi trapassati di quelle an-
tiche popolazioni, si persuase che anche le stoviglie già ottenute in regalo ed
in premio, con altri oggetti avuti in pregio dal defunto quando era in vita,
seco lui si sotterrassero qual monumento di amicizia, d'onore e di valenziap.

(1) Monum. etr., ser. il, pag. 19. e ser. v, pag. 270.

(2) Gerhard, Rapporto Volcente, cap. iv, Adopramento. Sta negli Annali
dell' Institelo di corrispondenza archeologica del 1821, voi. ni, pag. 84. e sq.
 
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