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Inghirami, Francesco
Pitture di vasi etruschi: per servire di studio alla mitologia ed alla storia degli antichi popoli (Band 3) — Florenz, 1855

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https://doi.org/10.11588/diglit.861#0140
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14(1

DEI VASI FITTILI

TAVOLA CCXCV1.

Sari inutilf ch'io ripeta qui la favola dell'uccisione del Minotaù
opera di Teseo, mentre di ciò tenni assai ampiamente proposito nello spie-
gare la tav. II e HI del tom. Il di quest'opera. Mi limiterò soltanto a dire
che giunto il giovine Teseo a Creta innamorò per sorte Arianna, la quale
essendo ricorsa a Dedalo acciò le suggerisse la maniera di salvare l'amante.
questi le dette un gomitolo, e l'avvertì di restare all'ingresso del laberintu.
tenendo in mano un capo del filo, e dandone a Teseo l'altro capo (1). Con
siffatto artifizio potè quell'eroe uscire dall'intricato recinto, dopo mere am-
mazzato il Minotauro.

Queste pitture son tolte ila una tazza, ove da una parte esteriormente si
rappresenta Teseo in atto di ricevere il gomitolo che con una mano gli pre-
senta Arianna, e con l'altra accenna Dedalo da cui lo aveva ricevuto. Indi
ne vini Dedalo, il qual pare che spieghi e confermi a Teseo ciò che gli dice
Arianna; e per viepiù animarlo all'impresa gli addita il mirto, simbolo di
quella gloria che esser deve la sua ricompensa. Nel mezzo della tazza v' è
interiormente il combattimento fra Teseo ed il Minotauro. Dall'altra parte
\edesi Teseo vincitore che ha reso il gomitolo ad Arianna, la quale gli ha
dato lo striglie, acciò con esso terga il sudore del corpo, dopo aver com-
battuto, e Dedalo nuovamente presenta un ramo di mirto (2).

A me sembra trovar qui una conferma che Teseo come dissi altrove (3)
superasse il Minotauro vincendo nei giuochi. di che sarebbe indizio io stri-
glie . ma più ancora quel mirto.

TAVOLA CCXCVI1.

Dalla pittura del duplicato soggetto eh'è in questo vaso nulla v'è de
erudirsi per la parte letteraria . ma ci dà essa occasione di riflettere i ire

(1| Lutatili» ad Thebaid, I. xil , cit. dal Meurs. in Thes. e. XIII.
(ì) Tliysbein, Pitture de'vasi antichi posseduti ila sua eccellenza il eav. Ha
uiilton, tom. l, tav. xxv
(3) Veci. tom. II, p. 9.
 
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