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Inghirami, Francesco
Pitture di vasi etruschi: per servire di studio alla mitologia ed alla storia degli antichi popoli (Band 4) — Florenz, 1856

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https://doi.org/10.11588/diglit.862#0122
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12-2 DEI VASI FITTILI

ino V immagine ili Cerere, e servendo però di distintivo ad una dea che nei
sagri contici degli Fileni vien disegnata come regina (■!], allro che uno scet-
tro non potrebbe di certo iudirarc Or posto ciò, qual altra dcìla dei miti
greci u si fatti emblemi di supremo potere vantar potea miglior diritto che
l'Oceano sia tenuto monnreo degli slessi numi (2); anzi, per sentenza degli
orfici dogmi, loro padre comune?

VtkHwA ti eifi. yi«si»,x»if.>itifaTvi5Cv(3).

Questo verso medesimo ne suggerisce il pensiero che quella muliebre fi-
gura, la «mule s'appoggia ad Oceano possa rappresentare la dea T>,(6;. L'altra
figura di donna, che sta alla sinistra di Argo, olire al generico segno del ma-
rino ornamento, onde ha fregiata la veste, ne apprestata mila fascia che sol-
leva con la destra un attributo il quale quanto a me è individuante; essen-
domi già provato in altro lavoro a dimostrare che si falla zona abbia a
riguardarsi come distintivo ;i|i[iroprialo alle immagini di Afrodite e di Amore.
Così essendo, se si ammettesse siili'aulorilà di J-'ilocoro, che Venere perso-
neggi ancor essa la luna (i), nvrebbonsi allora nel nostro dipinto le effigie
di una triade lunare [Io, Dairo, Afrodite), che simboleggiercbbe le Ire fasi di
quel pianeta. Io tengo bensì per fermo che il carattere di Venere, qual ci si
mostra in questa rappresentazione, non sia punto diverso da quello, che l'è
più generalmente attribuito dai teofisici, ed anche comunemente ascritto dai
mitologi. Ed in efl'ello quando anche si considerjsse l'argomento di cotesti!
pittura dal lato filologico, vale a dire nel suo aspetto puramente favoloso,
pure in tal caso si comprenderebbe assai bene l'intervenzione della dèa del-
l'amare nella scena dell'Argicidio, di cui può dirsi essere stata instìgatrice,

(4) V. l'inno Orfico xl, v. i, e 9, e l'inno omerico a Cerere, v. 75
e 497.

(2) Negli scolii al v. 80o della Teogonia si legge die Ogeno, ossìa Oceano
( 'a;k* yip 'n«i«M : Esìehio v. 'ayiiiin), sia stato primitivamente re degli Dei:
*aT.«5 ( per 'ily*"* ) f«S panhrf<rm»E «fCw. tS» few.

(3) iliade xiv, v. 201 e 302. Siffatta credenza viene attestata ancora da
Diodoro Siculo, 1. I, p. 40. Wessel; e che sìa conforme olla dottrino orfica
avverte»! da Alenagorn nell'Apologia, p. 64-65, Declinò'.

(4) V. PhUochori fragm., p. IH-20, Siebelìt.
 
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