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Inghirami, Francesco
Pitture di vasi etruschi: per servire di studio alla mitologia ed alla storia degli antichi popoli (Band 4) — Florenz, 1856

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https://doi.org/10.11588/diglit.862#0123
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in quanto ciie questo tragico evento ebbe motivo dalla passione ch'ella in-
spira (1). Ove poi la medesima leggenda dell' uccisione di Argo sì svolgesse
dalla sua forma mitologica, si ridurrebbe allora ad una semplice esposizione
di quella leofisica teoria, concernente la fertilità della terra (2), la quale in-
segnava come i possenli raggi del sole Mercurio, estinguendo il debile e freddo
lume del ciclo stellato Argo (3), liberino la sottoposta terra Io dallo stato di
steriliti, cui condannarla il geloso potere dell'oscurila Giunone (4), e la
rendano in lai guisa otta a ricevere il fecondo influsso del gran principio vi-
vificante della natura Giove (o). Qualora dunque si riguardi da un tal punto
di vista la nostra mitica rappresentazione e si rifletta ad un tempo che Ve-
nere, a norma di quelle stesse dottrine rappresenta l'idea di universale fe-
condità, la ragione allora che là si trovi tra i personaggi del dramma s'in-
tenderà facilmente a parer mio da ognuno: poiché non vi ha, io avviso, chi
non vegga come personificando quella dea la forza feconda o produttiva della
natura non sia perfettamente appropriata ad assistere, o piuttosto a presie-
dere in una azione il cui scopo fu di rimuovere l'ostacolo che opponevasi
alle misteriose congiunzioni degli elementi, delle quali eli'era fautrice (6).

(1) Eschilo nei v. 651-059 del Prometeo fa allusione all'influenza di Ve-
nere negli amori di Giove con Io.

(2) Mncrobio, Saturnali i, 19.

(3) Pei moltiplici e fulgidi occhi di Argo , intendevasi gli astri. V. Eustazb
nel commento al v. 24 del I. Il dell Iliade. Pero si diede al Panopte l'epiteto
di stellato: ìnoccidius stellatimi visibus Argum : Stazio, Teb.vll, v. 277. Stel-
latumque oculis custode!» virginia Jus: Nemesiauo, Caccia, v. 31.

(4) Rilevasi da Plutarco ( framm. ix, voi. X, p. 756 segg. Witti ) che questa
dea fosse risguardata come personificazione dell' ombra terrestre , d'onde pro-
venne che sia slata detta f•■>/,'«, mi >J;rtst i occulta o tenebrosa e notturna.

(5) È noto che la voce Ani? appellativo di Giove derivasse dal iiiiiv irriga-
re. Vuol qui avvertirsi che presso Lido nel trattalo sui mesi, p. 96. Schow ,
trovasi menzione di una località sagra a Giove , la quale fu denominata Aiueiev:
i" irriguo.

(6) È a vedersi quel frammento d'Euripide che trovasi nei e. 8 del I. juii
di Ateneo, e nell'ecloghe fisiche di Stobeo, p. 2-1, Cantei': 'Epa j«» o>ft>o„
rala... -'Epa S'à itati; Oùpavò; rtnpoùfiivot - 'Op/Spou, fama ti; Tuia», 'htfputinx
 
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