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Inghirami, Francesco
Pitture di vasi etruschi: per servire di studio alla mitologia ed alla storia degli antichi popoli (Band 4) — Florenz, 1856

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https://doi.org/10.11588/diglit.862#0126
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■126



Or se egli e vero che si» inerente a Mercurio la qualità di infero, parrai
si possa a •<■ di ciò dire lo stesso anche dei Satiri, come dì quelli, che
essendo tenuti suoi figli (1), si doveano credere partecipi della sua medesima
natura (2). Siffatte opinione ci viene qui insinuata dal l'osservare il modo ve-

ti) Nonno, Dionis. xiv, 113.

(2) La piiì antica, e potrebbe anche credersi ieratica nozione intorno alla
genesi dei Satiri si ha in un frammento di Esiodo riportato da Strabone nel
li X, e. 3, § 10. In questo notabilissimo passaggio, estratto probabilmente dalla
Teogonia, si legge ebe la stirpe dei Satiri discendesse da Ecateo. Ora egli è a
considerarsi che siffatto appellativo è strettamente affine, se pur non è un de-
rivato della parola Eote , l« quale pai* corrisponda, come presume Sacy nelle
note a Sle Croi*, p, 180, all' espressione "Hiaiiu, eh' è negli abissi, ed in ogni
(nodo i formata dalla voce >i-™, sotterra. Da ciò la denominazione di eeatei
data agli speltri, secondo che apprendesi dallo Scoliaste di Apollonio Rodio
il v. 860 del 1, ut- Anche il nome della progenitrice dei Satiri avrebbe ana-
logo significato, qualora per la figlia di Foroneo, eh' è indicato da Esiodo,
1. e. qual consorte di Ecateo, s'intendesse quella XStmin: la infera, di cui si
fa in -iì/.-i n : come nata appunto da Foroneo nel e. 35 del libro 11, di Pausatila.
(Juesto slesso scrinare asserisca che attribuiva si I' edificazione d1 un tempio in
onore di Cerere solto l'invocazione XSovinc di infera all'omonima ninfa pur
or mentovai», e ad uu suo fratello, il cui nome dimeno rifuriscesi chiara-
monte al medesimo unirne d'idee, come quello eh'è designativn di Plutone-
V. Suida e l'Etimologico grande, voce Kìimuot. Convien ricordare altresì che
lo accennalo tempio, situato in vicinanza dei snntuarj di nitri infernali deilà
e di una voragini- credula adito all'Èrebo, trova vasi in un distretto dell'Ar-
golide, ai cui miti (tra'qimli debbesi qui nuovamente avvertire essere stalo
quello effigiato nel nostro dipinto ), precisamente appartiensi la più vetusta
memoria, che mai si avesse di Satiri, e va notato, oltre a ciò, che vi furon
dessi rappresentati come mostri di terribil natura, e quindi diversi affatto dai
gioviali compagni di Barn ( Consulti nsì le osservazioni dell'Bey ne ad Apollo-
doro u, 1,3). Che poi «inatta opinione, secondo la quale sarebbero i Satiri
dì cataetonìa provenienza, deriverebbero, cioè dal profondo, quasi dal seno
della Terra, fosse iu principio generalmente prevalsa, sì argomenta dall' es-
: in altre tradizioni concernenti del pari l'origine satiresca, che
 
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