PREFAZIONE.
Corre il decimonorio anno da che il Re (labili di pasfare in
Portici qualche dagione. Senti, che in quei luoghi alcuni
negli andati tempi (cavando avevan dato in qualche pezzo
<3i antichità. Ordinò la continuazione, perchè il prodotto fosiè orna-
mento, e (limolo della nazione. Tra Portici, e Resina ritrovati tea-
tro, tempio, case, mobìli moltìssìmi di ogni genere, datue, pitture,
Scrizioni, monete portarono il Colpetto, che quell' abissò folle la sepol-
ta Città d'Ercolano, di cui gli scrittorì fanno menzione tra gli avveni-
menti dell' Impero di Tito. Tanta fecondità non (ì riputò, che di una
Citta ; e invoglio a cercarne altra, ove si (lima, che solle 1' antica
Pompei. Isa poco differente la riuìcita, e sé ne produsse la speran-
za anche per 1' antica Stabia, ove però la copia non rispose.
Sta in alcune danze del Palazzo Reale di Portici la moltitudine in*
finita di quei monumenti, della quale la centesima parte baderebbe
all' ammirazione, ed è badata alla della Roma.
Questo te(bro? di cui è dato avvisato il Publico col Catalogo, fì apre
ora, e si comunica a tutti co' Rami. Si è com'minciato dalle Pitture :
quede, che son l'invidia de' più illudri Musei, erano con maggior
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