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Cenni storici sull'Abbazia di Farfa

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cipale fra questi l'amico di re Desiderio l'abate Alano (an. 761-
769), che inter alia bonae operationis exercitia multos etiam
mirifice exaravit codices (').

A lui successe, dopo il breve governo del rude e intruso
anglosassone Guiberto, il Sabinese Probato (772-779) alunno
della « schola cantorum » Lateranense, e pero a contatto in-
timo con la coltura romana (2).

In questo primo periodo della vita del monastero larghi
furono gli aiuti dei re longobardi e franchi. a cui premeva
senza dubbio avere un centro ecclesiastico a loro favorevole,
non lontano da Roma (3), sicche' lo sviluppo fu considerevole:
da Farfa dipendeva, negli inizi almeno, anche l'abadia di
S. Vincenzo al Volturno, e numerose furono le donazioni di
beni nei territori limitrofi di Sabina, Umbria e Abruzzi, e nel
piu lontano Piceno. Cresciute a magnificenza la chiesa^e l'aba-
dia, questa ospito papi, re, imperatori, mentre i duchi di Spo-
leto largheggiavano in offerte.

L' invasione saracena nel sec. IX fu inizio di danni e disper-
sioni considerevoli: l'abate Pietro I fu costretto a cedere di
fronte alle minacce continue, sicche, avendo stabilito di abban-
donare quel luogo, verso i primi mesi dell'898 divise i suoi
monad in tre schiere col relativo tesoro, una delle quali si
diresse a Roma, 1'altra a Rieti e la terza, con lui a capo, nel
comitato Fermano. Ma neppure qui fu lasciato libero dai Sa-
raceni, che avevano distrutta Farfa; si rifugio quindi sul Ma-
tenano, dal monastero dei SS. Ippolito e Giovanni, e ivi mori
nel 919.

Intorno alle vicende fortunose di questo periodo c' informa
l'abate Ugo che narro gli avvenimenti dei secoli IX, X e XI
nella sua Destructio. Da essa sappiamo la storia delle igno-
minie dei monaci e abati Campone e Ildebrando, dei tentativi

(l) Cf. A. Ratti, L'omeliario deito di Carlo Magno e I'omeliario di Alano
di Farfa in Rendiconti del R. htitiito Lombardo di scienze e lettere S. II, vol. 33
(1900) pp. 481 sgg.

(2J Schuster, Storia del monastero etc. p. 48, n. 2, dove si cita dalla
Consiritctio la testimonianza su Probato: maxime vero sanctae ronianae eccle-
siae cantu a puerilia plene imbulus.

(3) U. Balzani nella Prefazione al Regesto di Farfa vol. I (an. 1914)
p. X-XI. Tranne il breve dominio di Adriano I, Farfa fu considerata sempre
abadia imperiale.
 
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