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Maffei, Paolo Alessandro; Rossi, Domenico de [Hrsg.]
Raccolta di statue antiche e moderne: data in luce sotto i gloriosi auspicj della ... Papa Clemente XI. — Rom, 1704 [Cicognara, 3523]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3527#0005
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gLipf.de tna
rsut. Roman
/. I. c. 9.

IL
pemiiiTione del Senato, (è pure nonprendede a far di nuovo, ovvero rido-
rade qualche opera pubblica ; e che tutto ciò in vece di reprimerne Tabulò,
diede maggiore impullò a novello ludo ; onde le ne riempierono le ville, i giar-
dini , le campagne, e le cale8, per ornamento delle private delizie ; redo so-
vrabbondantemente convinto, che ciò ne meglio, ne con frale più adequata
inlinuar li poteva.
Varie, e tutte podènti, per vero dire, di tal multiplicità furono le cagio-
ni ; e le fu luperbala Tolcana d5 aver ripiena Roma non ancor adulta de5 lùoi
limulacri, non badarono poi per appagare le voglie (plendide della medesima,
crelciuta nelTauge, tutte le provinciedell’Europa, edell’Asiasoggiogate, dal-
le quali i vincitori tollero, almeno le più pregiate, sì perchè riputarono lem-
preh Vittoria esse multa Romam deportare, qua ornamento Urbi effe poffent: come anche,
perchè tanto ornamento, e tanto decoro qua, eia (parlò, non ad altri edèr
£ dovuto dimarono,che alla comune madre di tutte le genti\ Quelle di Corintok,
m. di Siracusà1, d’Ambracia"1, di Macedonia", d’Acaja0, di Tebep, d’Ateneq,
rTt' di Delfor, e della Sicilia tuttas empierono Roma di Greci efquisiti marmi ; e
_ furono codrette a mandarvi le proprie TAda1, TEgittou, e la Libia, tolte da’
* vincitori, e condotte in trionfo, secondo ilcodume, al Campidoglio31, lenza
che ne pure la Religione fàcellè rimanere elenti le immagini degli Dei, edi
ppaura».i» dmulacri onorati di più antico luperdiziolò culto, perchè poi veracemente
q 71‘invbo- s’avede a dire } : Sacrile già minuta puniuntur, magnaintriumphisferuntur . E pure
cicis' s.cl la raccolta di sì numerolò lavoro, liidato per più età daimmenso duolo d’
artetìci, non fu badante ad appagare il fatìo Romano ; imperocché v’ebbe nel
tempo dedò gran parte la lupertìizione di tanti Idoli, e di tanti Eroi, che pro-
ÌpL(ffss- podi alla pubblica venerazione de’ Popoli dalla univerlale Idolatria , nonal-
tri menti riformarono, che in figura umana, amando Roma dileguire, oltre
's alTelempio de5 Greci2, la dottrina de5 poeti, i quali divenuti regolatori dell5
UTonjf.Ha età, degli abiti, delle inlegne, e degli affitti loro3, perlualero6, che non
^Luclan.'1' potendo l’opera della mano porre lòtto gli occhi nodri quelle lublimiidee,
»at. 2* clic vengono concepute dalTintelletto, la lòia umana forma folle l’oggetto
più nobile, e più adequato per elprimere la divina natura. In quedo nume-
. ro però vi fu ancora introdotta una quantità di modri, di Sileni, di Fauni,
di Satiri, e limili, per dar luogo a’favolosi racconti de5 teologi del gentilesi-
%b tìf- mo, o per simboleggiare in loro varj miderj della morale dilciplina, che non
liaìh, d volevano rivelati lènza qualche titolo di religione, come ben si notò da’
a liiqueLam- , ,
Kit.biocts. mitologic.
Vero è, che non fu sola la luperdizione a produrre quedi eccedi, per-
. chè più oltre palsò l’ambizione, e l’adulazione. Furono veduti Augusto d,
%lfcafì. Nerone6, DoMiziAx\of, Commodo8, ed altrih affettare , e volere ancor vi-
caiil'ii™ venti, oltre agli altri onori ulurpati agli Dei, anche quello della datua,
'si nrTssn\ (colpita in figura di quel Dio , a cui più piaceva loro a’adimigliarsi ; e la
5 e c*eca compiacenza del Romano Senato adulando il genio de’ nie-
llò- desimì , non solo autorizzò l’attentato co’ luoi decreti , ma gli erede con
Kiai lècro rito i (acrileghi limulacri , d’ordinario codume praticati solamente
verlò degl’Imperadori, e delTAugude defonte, allora quando con (bienne
Volpai, apoteosi tra le deità si riponevano; il che o non mai, odi rado si faceva (en-
ZJsu!:§ za l’onore della datua, arricchita di varj simboli, i quali rapprefèntadèro
l’immagine, a cui volevano adimigliarelapersòna, che si deificava1, .cstepiù?

h Cìc.Ver.ir-

i ìdemVer.
Dio.Orat.
k VelrTate
1. de Mumm.
1 Tlutarcb.
in Alari
lì- Liv.
ù- 34-
m Liz
cap. 9
n Veli. Fa
terc l. 2.
o Tlin. /.j4
cap. 7

in Bell,
tihn,
t Idem ihid.
s Cic. Ver.4.
t fiutar, in
Tomp.

e Nata1 Co
tnei Mitbol
d Tacit. 1.1
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e Jojepb
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\ ialiti. ì- &
cap cit.Lem-
ri d. in ccm.

I

atn colossi medelimi, che per antico istituto a gli Dei solamente d dedicarono11
s^dìàt furono poi fatti servirc alla vanità de’ Cdari1 ; quindi è che fu riputato lènti-
fskli” mento di lodevol moderazione o almeno di tollerabile amor di gloria, quel-
lo
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