ALL' ERUDITO LETTORE
PAOLO ALESSANDRO MAFFEI.
Ualunque volta ho intrapresò a considerai la gran
potenza della Romana Repubblica, la virtù di que-
gli eroi, che ne ottennero l’amministrazione, o in
guerra, o in pace , e il buon genio verlo le belle arti
de5 primi Imperadori, i quali vi dominarono , sono
restato pienamente tempre persualò , essèr nate da
così riguardevoli prerogative tutte quell’opere di
maravigliolò lavoro, e quelle stupende Iatture , che
diedero guittamente a Roma il nome di miracolo del
Mondo8. I Templi, iFori, gli Anfiteatri, le Terme, i Cerchi, le Basiliche,
i Teatri, le Naumachie, e cento, e mille altre colè, alle quali l’architettura pre-
tto la sila opera, adornate di marmi fatti condurre da Paro, dall’Egitto, e da
altre remote lontane regioni, ed illustrate dal valore, e dall’elperienza di lò-
vrani artefici, furono tanto ammirabili, die non lolo nel primiero loro splen-
dore empierono d’alto stupore chi le miravab, ma oggi ancora, nelle proprie
rovine sèpolte, fanno pompatale disèstessè, che cagionano possènte incan-
to alle straniere genti di venire a vagheggiarne le vettigie, ed a venerarne le
ceneri.
a CaJJìoiU. 7.
cap.i$. *Pro-
pcrt. lib.
clcg. u.
b jimmìan.
Mandi, lib.
16.
Ma contemplando più attentamente la magnificenza dell’antica Roma,
da ni una altra colà lènto maggiormente muovermifì l’animo, e l’intelletto al-
lo stupore, che dall’eccessivo numero, dal sommo artifizio , dalla sovrana
eccellenza, e dal raro pregio delle statue , che in un tempo fletto l’adornava-
no , e l’arricchivano; e benché sèmbrasse iperbolico, e detto forlè con violen- ^ ^ ^
ta esàgerazione, che le statue di Roma fossero lènza numeroc, o che almeno
la loro popolazione fotte uguale a quella, che la natura diede a Roma sletta * : ^aJJiodl^
quando però richiamo alla memoria, che fatto incapace il Campidoglio di più *s-
ammetterne, anzi troppo angusto per la gran quantità, che ve n’erano siate ^
poste , -pnvenne ad Augusto trasferirle nel Campo Marzoe : e che lotto cai%h«%+•
Claudio ingolfarono sì fattamente le strade, i fori, e ogni altra parte del-
la città, che fu neceiraiio raffrenare la licenza dell’ambizione con proibires, U. Sì.
che nissun privato potettè porre in avvenire a sè sletto l’onore della statua, lènza
a permis-