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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Bearb.]; Berno, Pierantonio [Bearb.]
Verona Illustrata (Parte Quarta Ed Ultima): Contiene Il Trattato In questa seconda edizione accresciuto anche di figure Degli Anfiteatri E Singolarmente Del Veronese — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1731

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https://doi.org/10.11588/diglit.62320#0047
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LIBRO ? R 1 M O.

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In più Manuscritti, ma di poca antichità
e di nissun conto , ho trovato citarli un’
opera del nostro Pacisico .Arcidiacono ,
che morì l’anno 846, e accennarli, che lòs-
sie una spezie di Dizionario Geografico, e
in elio si mentovane l’Arena Veronese pur
con nome di Laberinto. Menzion più sicu-
ra ne abbiamo in Raterio , celebre nostro
Vescovo del secol decimo . Egli nell’ ope-
vDacber. retta intitolata Qualitatis Coniesìura, toc-
Sp-e.t.z. canjo alcune rivoluzioni seguite allora nel-
la Città , nomina un Palazzo , che tenea
luogo di Cartello ; nomina Cortalta , che
Arenai- facea pure l’istessa figura; e nomina il
‘ftodiam^ ^rC0 chiamato Avena, in cui parimente cer-
mansitaret. io Conte per esser sicuro si tenne. L’ uso
di valerli ne’tempi bassi degli antichi edi-
sizj per Fortezze , è comprovato da molti
documenti, e Scrittori; nè sidamente de-
gli Anfiteatri, come del Capuano , e del
Nemausense si ha , ma delle d'erme an-
cora , e de’Tempj : veggasi la vita d’In-
nocenzo terzo : il Mausoleo d’Adriano è
Cartello ancora.
Non è da lasciar lenza rissessione il con-
fermarli qui, ciò che al capo nono si di-
mostrò, ciocche i nomi degli edifizj Ro-
mani Spettanti a’Giuochi ne’tempi inferio-
ri si confusero , e si usarono Umanamente.
Il nostro Poeta ritmico chiamò Laberinto
P Ansiteatro, perchè tal sembianza parve
a lui gli delsero le molte sicaie interne, e
le varie ed olcure vie, ed i replicati e cir-
colari corridori, Costai tempo de’Roma-
ni Laberinto , per consimil ragione , fu
chiamato il sotterraneo monumento di Chiu-
si , gran saggio della magnificenza Etrusca.
Circo, o megp Circo, fu chiamato il Tea-
tro di Verona , ch’era su la collina, nel
noto reseritto di Berengario , che si può ve-
dere prelso il Panvinio , con cui permise
d’atterrare i publici antichi edisizj, quan-
do con altrui pericolo minacciasser ruina :
ed all’incontro Teatro vien detto l’Anfitea-
tro inCarta che riferirò fra poco. In do-
cumento che addurrò , ove di Pola, Pa-
lazzi chiamansi un Teatro, ed un Tempio.
Ma il nome d’Arena per altro anche dal
detto parto di Racerio ben si riconosce,
come nel nostro popolo durò sempre , e
da’Romani si è fino a noi tramandato.
D’antica derivazione è ancora la voce
covali, con cui il dialetto Veronese dinota
i luoghi coperti, e interiori dell’ Anfitea-
tro ; cubile presio Vitruvio lignifica que’
luoghi,dove pietre, o legni posano ; e po-
rtano sopra quelle volte i gradi. Arcovalos,
e Arcovolitos ( onde in volgare archivolti,
come volta da voluta) si ha nel testamento
dell’anno 922. di GiovanniVeronese Vesco-
Ver. Illufir. Parte IV.

vo di Pavia edito dall’ Ughelli, e lignifica,
le arcate, e le volte del Teatro, nelle quali
il sudetto fece fare l’Oratorio di S. Siro. Il
Saraina citò un pasiò dell’itinerario di Ci-
riaco Anconitano , in cui si dà all’Arena
nome di Laberinto, e dicesi , che per di
dentro è cinta di cubali, e d'antri ; si trova cuMìsrt
anche scritto cubatis. Ma quello fu un au-
tore del decimoquinto secolo , e tal parto , redimati!.
benché preso, e addotto anche da Lipsio, '
e dal Bulengero, nè si trova nell’opera
sùa rtampata , nè nella manuseritta - Ben
però parte di quelle parole citò il Panvi-
nio, come d’incerta Cronica, e non di Ani. Ver.
Ciriaco.
Qualche uso si sarà probabilmente fatto
dell’Arena anche ne’mezani tempi, e for-
sè di rtpettacoli a noi del tutto ignoti. Fole
si raccontano, e in supposti documenti si
leggono, di battaglie fattevi da Lancellot-
to del Lago, e dagli Eroi Romanzieri;
ma egli è pur vero, che servi di campo ai
Duelli giudiziali, o sia ordinati dal Giudi-
ce, in que’secoli, quando secondo le leggi
Longobarde, el’instituto delle nazioni Set-
tentrionali molte liti si decidevano per Duel-
lo. A continuare in Verona più che in al-
tre parti sì fatto costume , diede fomento
sènza dubbio il comodo dell’Anfiteatro,
Memoria ne ho veduta in più documenti,
che non è qui luogo di riferire. A tempo.
d’Innocenzo terzo fu dal Podestà intima-
to personal Duello a un Cherico ch’avea
ucciso un Arciprete ; come si vede da un’
Epistola di quel Pontefice al Vescovo no-
stro e Cardinale Adelardo, il cui nome non,
è fiato inteso dal Baluzio per esser dinota-
to con la sola iniziale. Ala di tempo ancor
più basso pruova ne appar certissima in un
lungo e curioso rotolo, ch’io conservo nel
mio domestico Archivio , scritto nel Seco-
lo del 13 co. Contengonsi in esso le pruove
fatte in giudizio da certi per cognome Vi-
rtconti l’anno 1263 , per via d’ertami, e di
testimonj, dell’ esser erti e gli avi loro stati
in possesso da più di cent’anni addietro del
dazio delle porte di Santo Stefano , e del introitum,
Vescovo e d’ogn’ingresso per terra ,
per acqua da quella parte ; e in poi I Clio pugnai
parimente dell' introito., et onore dell'Arena rum,u‘i,~
per ocafione delle pugne giudicate , che fi fu^siuntin
sanno nelb Arena ftelsa. Affermano alcuni
de’testimonj , come per ogni battaglia giu-
dicata satta in Teatro avean costoro sem-
pre raseosso venticinque lire di moneta Verone-
fe-, con obligo di tenere assicurato il luo-
go ; e affermano , come per cuftodìr bat-
taglia , gli avean veduti più volte andare ire ATea-
al Teatro con uomini armati. Impariamo 'rws fa
1 n r j * cuiiodjen-
adunque da quello singolar documento
F come
 
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