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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Bearb.]; Berno, Pierantonio [Bearb.]
Verona Illustrata (Parte Quarta Ed Ultima): Contiene Il Trattato In questa seconda edizione accresciuto anche di figure Degli Anfiteatri E Singolarmente Del Veronese — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1731

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https://doi.org/10.11588/diglit.62320#0046
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79 D E G L I A N
Avea dunque Lucilio Giuflino, dopo soste-
nuti nella Città tutti i Magislrati, col con-
sendo del Popolo fatte quattro arcate nel
Portico, che conduceva al Ludo Publico,
e poste le colonne , e 1’ avea coperto , la-
firicato, e dipinto. Per Superficie suol’in-
tenderli da’ Legisti quanto è sopra terra .
Le due parole Greche nel di dietro della
Lapida le prendo per quel detto proverbia-
le, che suole usarsi anche in nofira lingua :
Tempo, e Fortuna-. tTiurlouq apag predo Filo-
ne, al fin del libro sopra la Creazione, vien
tradotto boras, dove significa fiagioni.
CAPO DEGIMOQUINTO.
Tdotìfie deli Arena Veronesie
ne tempi inseriori.
Abbiam toccato /òpra, quanto d’anti-
co principiale il primo recinto di
quella mole a scompaginarsi . Gran colpo
è credibile ricevesse dalla fabrica per timor
de’ Barbari frettolosamente eseguita delle
mura di Gallieno ; pietre fiate avanti in
elso riconoscendovisi, e potendoli però cre-
dere, che di material sì opportuno, e sì
prosilino folle allora in gran parte , fatto
uso. Pensai una volta, le la sommità del
recinto fosse allora siata dissatta, e gettata
a terra, acciocché occupata mai 1’Arena ,
da nimici» non servisie a dominare, e dan-
neggiar la Città d’alto in ballò ; ma si
sventa quello lòspetto oss'ervando , come
la poca parte della circonferenza citeriore
ch’ancor rimane, è appunto da quel lato,
dove per tal riguardo si sarebbe comin-
ciato a difiruggere. L’ultima notizia che
si trovi di popolo in quell’ Anfiteatro anti-
camente ragunato, è negli Atti de’Mar-
tiri Fermo, eRuflico; che vuol dire nell’
annoCristiano 304. Non è da dubitare, che
ttnvenerat non seguissè nell’ Arena il principio del lor
Martirio, mentre il dì avanti fu dal Pre-
puii ad spe- side fatto invitare il popolo a spettacolo, e
iìacuium. tutta la moltitudine vi si ragunò. Uso
fu anche in Roma assai srequente, come
si è toccato nel Capo che precede , d’ese-
guir nell’Anfiteatro i supplizj; anzi nel se-
col basso quivi si spedivano talvolta le cau-
le criminali da’ Giudici, e in gran concor-
so di popolo vi si condannavano i rei , co-
me può ricavarli da Ammian Marcellino,
ove parla del Prefètto di Roma Apronia-
no. Nell’Arena fu condotto anche il no-
firo quarto Vescovo S. Procolo , che pur
deliberava il martirio, ma centra lui non
volle Anolino incrudelire . L’essersi non
molto dopo aboliti i gladiatori! Ipettacoii

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avrà grandemente contribuito alla ruina
degli Ansiteatri, perche celiatone il.prin-
cipal’uso, si levò mano dal rifiaurargli di
tempo in tempo, com’era necessario per la
conservazion loro.
Ma colpo in oltre molto sensibile penso
io, che ricevessel’ Arena, quando per com-
prender dentro quella parte di Città , che
resiava fuori dell’antico recinto, altro più
ampio se ne fabricò ; il che sarà avvenuto,
nel principio del sello secolo, elièndosi pro-
vato nellTstoria , come il detto recinto
opera fu del Re Teodorico. Vera co sa è,
che d’altro genere dk materiale fu compo-
sto quel muro, cioè con pezzi piccoli, e
rozamente riquadrati di pietra tenera ,
come si può vedere in. più luoghi ; ma con
tutto ciò una delle sue torri , che in gran
parte ancor ci rimane, mi fa creder, che
in esse come di diversa, e più forte firut-
tura , molte delle pietre dell’ Anfiteatro
saranno fiate impiegate . Vedesi la detta
Torre compresa nella muraglia del Cafiel
vecchio presso l’Arco de’ Gavii : non esfon-
do eslà già fiata fondata insicine col Cartel-
lo, ma solamente accresciuta allora della
parte alta, eh* è lavorata di mattoni. Nel-
la parte inferiore comporta di pietre anti-
che , siate prima in opera, le maggiori fu-
ron del primo giro dell’Anfiteatro , etra
queste un pezzo si ravvisa dell’architrave
del terzo piano. Nè dubitar si può, che al
fecondo recinto non appartenga tal torre ,
mentre tra le dette pietre, e il cotto sopra-
postovi da gli Scaligeri, un tratto si vede
ancora del solito materiale, e lavoro , con
cui fur condotte tutte le mura di Teodori-.
co ; anzi entrando nel Cartello si vedrà co-
me quel muro continua dentro ancora, e
procede interrottamente sino al fiume, ch“
era il suo termine.
Procedendo i tempi menzioni! trova del-
la nortr’Arena nel Ritmo, comporto mem
tre risedeva il Re Pipino in quella Città,
e pubblicato poco fa nell’ Jfioria de1 Diplomi s
ridotto, finalmente alla sua vera forma, ed
a lezion sona. Contieni! in erto una de-
scrizion di Verona, l’autor della quale dò-
po le mura, e le Torri del suo recinto no-
mina, prima di tutt’altro l’Anfiteatro, e
così ne parla,
Habet altum Labyrìntbum y magnavi per Cir-
cuit um,
In quo nfeiui egrefisus nimquam valet
egre di s
Nifi cum igne lucernae, vel cum fili glomere.
Ha un alto Laberinto ampio per giro ,
Di cui non uficirà chi non fia il varco,
Se silo ej non ha ficco, 0 pur lucerna.
In
 
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