quae superflua, sollerter refecare siudui-, con-
sifut inde certissime non mei? meriti?} fed Dei
misericord'ia aeternum me confecuturum bravi-
«w, quod fine sine confiat manfurum.
a c. 8 7.
diGarda\ che non appartiene a Verona, e
di cui veggasì il Maneimi.
a c. 131.
Brixiae i486, e alcune Apologie, e qualch’
altra operetta : veggasì il Vaddingo.
a c. 133.
nel minislero. Per autorità del Vaddingo
scrisse ancora la Vita del medesimo,e mol-
te epislole a’ Principi.
a c. 135.
Nell’ edizion Latina d’ Euclide fatta in Ve-
nezia l’anno 1508 da Luca Paciolo Frate Mi-
norità, alla fine del libro quarto, molti Per-
sonaggi, o per condizione, o per dottrina
illustri egli nomina, che intervenivano alle
sue Lezioni,e tra quelli alquanti dellasua
Religione, un de’ quali Frater Jocundu?
Veronenfis Antiquaria. Con quello par che
si renda indisputabile il suo religioso insli-
tuto, e che ci troviamo però inobligodi ri-
trattare quanto anche parlando di Giulio
Scaligero per aderirlo Domenicano abbiam
detto, benché Domenicano pur lo dica il
Vasari non meno. Quell’ antica edizion di
Euclide è predo di noi, e da gran tempo
avevamo notato quel luogo, che c’ era poi
dalla memoria svanito.
a c. 159. nel fine
che Riva era allora, e già da gran tempo di
ragion Veneta, e ne rimase senza contrailo
alcuno
a c. 193,
rive? efie voluit, Così ove tratta dell' Imperia
Romano, e parla dell’ ordinazion delle pro-
vi ncie fatta da Co danti no: cum enim unìver-
fo orbi Romano Civita? din ante ab Antonina
Caracalla data sulfiet. Ecco però,com’egli
chiaramente vide,ciò che dopo lui non vi-
dero nè pur Salmasio, nèSirmondo, iquali
scrivendo 1’ uno sopra Vopisco, 1’ altro so-
praEnnodio, sùpposero quella legge di Pio.
a c, 203..
introducendo. Il Collegio de’ Medici, che
sioriva in quella Città, ebbe gran nome. Ogni-
ben Ferrari Bresciano , dedicando al detta
Collegio il suo libro, de Arte Medica infan-
tiurn, cioè del medicare i bambini, Cam-
pato a Brescia nel i577> così parlò di esfot
cui nulliim alìud in tota Furopa vel nobilitate,
vel cruditione, vel privilegiis, atque iccirco etu
am auFlwitnte efi anteponendum,
a c, 219.
del Sannazaro: è diverso dal Bergamasco,
e ne parla il Negatola nella prefazione ad
Ocello Lucano.
a c, zzi,
dell' opere sue. Anche in lapida Greca di
Smirna,. riferita nel tomo sedo dell’ Acca-
demia delle Iscrizioni di Francia , tutte I'
opere si annoverano d’ un Medico, per cui
quel monumento servi.
a c. 243.
Menini, diverso dall* Udinefe.
a c. 243.
Belli, diverso dal Vicentino’.
ERRORI CORREZIONI
Nella prima Parte
271 del Re
296 penultimo do-
cumento
292 in Forogiulio
3 io oltre alla brut-
tura
314. doverli qui
dal Re
ultimo
in Aquileia
quesse parole si cancellino.
quivi
140 sette figliuoli
208 S. Vito
210 Stefano
219 nel 1557
221 a cui fece
234 del Chiocco
sei
S. Vigilio
Marco
*577 n.
con postille dirette al
Canobio
del Pola
Nella Parte feconda
a c. 15. si aboliscano gli ultimi sei versi , esiveg- ’
gadicuilui quanto sen’è detto nelle Addende I
all* Isloria. |
Nella Parte quarta
c. 4 Pugilli Pugili
Nelle Iscrizioni
ac. 368 MET M. ET
sifut inde certissime non mei? meriti?} fed Dei
misericord'ia aeternum me confecuturum bravi-
«w, quod fine sine confiat manfurum.
a c. 8 7.
diGarda\ che non appartiene a Verona, e
di cui veggasì il Maneimi.
a c. 131.
Brixiae i486, e alcune Apologie, e qualch’
altra operetta : veggasì il Vaddingo.
a c. 133.
nel minislero. Per autorità del Vaddingo
scrisse ancora la Vita del medesimo,e mol-
te epislole a’ Principi.
a c. 135.
Nell’ edizion Latina d’ Euclide fatta in Ve-
nezia l’anno 1508 da Luca Paciolo Frate Mi-
norità, alla fine del libro quarto, molti Per-
sonaggi, o per condizione, o per dottrina
illustri egli nomina, che intervenivano alle
sue Lezioni,e tra quelli alquanti dellasua
Religione, un de’ quali Frater Jocundu?
Veronenfis Antiquaria. Con quello par che
si renda indisputabile il suo religioso insli-
tuto, e che ci troviamo però inobligodi ri-
trattare quanto anche parlando di Giulio
Scaligero per aderirlo Domenicano abbiam
detto, benché Domenicano pur lo dica il
Vasari non meno. Quell’ antica edizion di
Euclide è predo di noi, e da gran tempo
avevamo notato quel luogo, che c’ era poi
dalla memoria svanito.
a c. 159. nel fine
che Riva era allora, e già da gran tempo di
ragion Veneta, e ne rimase senza contrailo
alcuno
a c. 193,
rive? efie voluit, Così ove tratta dell' Imperia
Romano, e parla dell’ ordinazion delle pro-
vi ncie fatta da Co danti no: cum enim unìver-
fo orbi Romano Civita? din ante ab Antonina
Caracalla data sulfiet. Ecco però,com’egli
chiaramente vide,ciò che dopo lui non vi-
dero nè pur Salmasio, nèSirmondo, iquali
scrivendo 1’ uno sopra Vopisco, 1’ altro so-
praEnnodio, sùpposero quella legge di Pio.
a c, 203..
introducendo. Il Collegio de’ Medici, che
sioriva in quella Città, ebbe gran nome. Ogni-
ben Ferrari Bresciano , dedicando al detta
Collegio il suo libro, de Arte Medica infan-
tiurn, cioè del medicare i bambini, Cam-
pato a Brescia nel i577> così parlò di esfot
cui nulliim alìud in tota Furopa vel nobilitate,
vel cruditione, vel privilegiis, atque iccirco etu
am auFlwitnte efi anteponendum,
a c, 219.
del Sannazaro: è diverso dal Bergamasco,
e ne parla il Negatola nella prefazione ad
Ocello Lucano.
a c, zzi,
dell' opere sue. Anche in lapida Greca di
Smirna,. riferita nel tomo sedo dell’ Acca-
demia delle Iscrizioni di Francia , tutte I'
opere si annoverano d’ un Medico, per cui
quel monumento servi.
a c. 243.
Menini, diverso dall* Udinefe.
a c. 243.
Belli, diverso dal Vicentino’.
ERRORI CORREZIONI
Nella prima Parte
271 del Re
296 penultimo do-
cumento
292 in Forogiulio
3 io oltre alla brut-
tura
314. doverli qui
dal Re
ultimo
in Aquileia
quesse parole si cancellino.
quivi
140 sette figliuoli
208 S. Vito
210 Stefano
219 nel 1557
221 a cui fece
234 del Chiocco
sei
S. Vigilio
Marco
*577 n.
con postille dirette al
Canobio
del Pola
Nella Parte feconda
a c. 15. si aboliscano gli ultimi sei versi , esiveg- ’
gadicuilui quanto sen’è detto nelle Addende I
all* Isloria. |
Nella Parte quarta
c. 4 Pugilli Pugili
Nelle Iscrizioni
ac. 368 MET M. ET