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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Bearb.]; Berno, Pierantonio [Bearb.]
Verona Illustrata (Parte Quarta Ed Ultima): Contiene Il Trattato In questa seconda edizione accresciuto anche di figure Degli Anfiteatri E Singolarmente Del Veronese — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1731

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https://doi.org/10.11588/diglit.62320#0086
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J. 5. c.


dorè egli nella pianta dell’Arena fa gradi-
ni , che nè vi sono, nè potean’ esservi, tic-
come nella prima cinta fa le scale tutte
doppie , quando una sola per quarto è
tale.
Del secondo piano poi, che potea in Ve-
rona accortamente indagando rilevar tutto,
nè dà pianta, nè fà parola : ben la dà nel
Coliseo, ma troppo lontana dal vero ; e
pure quella era la parte , ove dovea cader
l’attenzion maggiore, perchè la difficoltà
in quell1 edilizio conlìllenell’intendere ì co-
me si salissè alle parti alte , e come non
s’incrocialsero fra le le strade. Egli ancora
fegna una sicaia di traverso fepra il terzo
spazio della cinta di mezo, che non accor-
da con la simmetria, e in quel lìto e modo
non potea Ilare. Ommette nella prima cin-
ta tutte le llanze bislunghe , quali avran
servito di repolitorii necessarissimi ; poiché
dove mettere, e dove tenere in pronto tan-
ti legnami, e tanti slrumenti, ed attrezzi,
che faceano bisogno negli spettacoli ? Anzi
Vitruvio parlando de’Teatri, dice che in
così fatti luoghi teneanli ancora dalle Città
magazini di colè necelsarie. Nella seconda
cinta in vece delle prigioni molti eliti mo-
slra nell’interior portico, che sarebbero
slati inutili, non vedendotene veramente
mai due uniformi l’un predo all’altro. Ea
nel Romano venir le vie diametrali per tra-
verso nell’area, il che ripugna per più ra-
gioni , come li è dimollrato : e così nel Ro-
mano, come nel Veronese vi fa venire egli
pure anche i Vomitorii più bassi, tra-
lasciando da per tutto i gradini , co’quali
etti mettean sui Podio ; senza aver consi-
derato , che bisognava pure salirvi, o en-
trarvi da qualche patte, e che alsegnando
tutti quelli sbocchi alla piazza , rimane il
Podio, ch’era il più nobil luogo, senza in-
gressi ; nè era conveniente li diteendelse in
elfo da i secondi Vomitorii, e da i gradi,
non elsendo nè pur gl’ insimi spettatori sla-
ti mai corretti ad ascendere, e poi discen-
dere.
Quelle consìderazioni ho fatte sopra il
Desgodetz, perchè l’ho trovato più degno
degli altri d’elser considerato, i più de’
libri in tal propolito parendo lavorati a ca-
do. Può da quelle andarli raccogliendo,
s’io non m’inganno, quanto lontano sia
lo sludio dell’ Antichità da quell’ apice di
perfezione, cui si crede volgarmente giun-
to , ed in cui lo inoltrano i franchi, e
risplendenti volumi, co’quali la mercatu-
ra va in ogni parte tutto dì ingombrando
la terra.

F ITE ATRI 160
CAPO DUODECIMO.
Piani superiori nel di dentro-
BEH’ investigare è slato finora , e bel
rappresentare quelle parti ancora dell*
Anfiteatro, che te bene non sussistenti ,
hanno però lasciato di te sicura mollra, e
manifelli vefligj. Ma che sarà al pretente,
quando avventurarli è forza in quegli alti
giri, de’quali nulla più apparisce , e nel
sito de’quali altro che aria incapace d’or-,
ma non reità ? nel trattar di elsi ragion
vuole, che s’indirizzi prima la specolazio-
ne all’Anfiteatro Romano , nel quale ab-,
biam pur modo di rinvenirne qualche trac-.
eia , raccogliendo poi congetture anche pel
V eronese.
Che il Coliseo svelte anche per di den-
tro altri piani, quali si alzassèro proporzio-
nalmente sopra i gradi, de’quali abbiam
ragionato, lo indica patentemente il di
fuori ; ma quali, e come si follerò, non è
possibile d’interamente accertare. In car-
ta per verità non abbiam che desiderare ,
più difegni elfendo slati publicati, che ci
inoltrano anche il di dentro senza mancan-
za alcuna : veggansi fra gli altri quei di
Lipsio, e quei del Fontana : ma il fatto
ila, che coteste polson dirli chimere, in-
dubitato elfendo che diverte silma da i lor
pensieri convien folte l’ interna superior co-
siruzione. Falciamo altri argomenti ; ma
egli è certo, che il mirabile di quell’edi-
lìzio consisleva nelbessère anche per di den-
tro tutto fàccia , distribuito dal fóndo alla
cima lo spazio agli spettatori. Ma secon-
do le fabriche fatte da quei valentuomini
con la penna, ne sarebbe rimate) niente
meno che la metà occupata da muro cie-
co , e limile a i comuni prospetti delle
cafe, e d’ altri edifizj. Non fecero essi in
oltre considerazione alla quantità degli
spettatori, che conssuiva nell’Anfiteatro ,
nè quanto lontano fòssè, che potelseroque-
Hi capire ne’gradi da lor delineati.
Legge!! in Publio Vittore, che il Coli-
feo avea ottantaptte mila luoghi; qualche
teslo hafeti antafette mila. Lipsio slimò do-
verli quello intendere de i noti gradi sola-
mente : ma osièrvammogià nel secondo ca-
po , come i gradi dell’ Arena noterà non am-
mettono a sedere più di ventiduemila per-
fette; nè maggior quantità potean capirne
anticamente, Ora calcolando, con esattezza
secondo le misure ne’ gradi del Coliseo, e
volendo ancora donar non poco sopra il cal-
colo , non potea ne’ Cunei del Romano ca-
pir
 
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