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DE GLI A N
suade, che il nostro Anfiteatro avanti A-
driano già sosse; e poiché non par conve-
niente il supporlo avanti quel di Tito, ci
fa molto appressare al vero tempo della
sua edificazione . La detta lettera di Pli-
nio , che si crede morto ne gli ultim’ anni
di Traiano, insogna come solenne spetta-
colo Anfiteatrale si celebrò allora in Vero-
na per liberalità d’un Personaggio cogno-
minato Masfimo. Ei lo diede per onorar la
memoria di sua moglie defònta, ch’era di
gladi ato-
fium tnu»
nus Vero-
nenfibùs
noflris t
Asricana 9
qttas eoe me -
ras pluri-
ma;.
quella patria, e per gratificare i Veronesi,
da’quali era riverito ed amato, e non senza
contracambio secondo Plinio, il quale,
come Veronese per adozione, parlando sic-
co dice, i Veronefi nofirì. Ora per quello
&c- sipettacolo moltì/fime Pantere erano destina-
te, quali per le tempefie di mare non gran-
sierò d’Africa a tempo. Combattimento di
tante, e di tal sorte di bestie può fare in Ita-
lia qualche indizio d’Arena liabile. Ne gli
spettacoli di Curione, de’ Fidennati, e di
Cedrina, e Valente mentovati da Plinio, e
da Tacito, quali furono in Anfiteatri di le-
gno, menzion si vede di gladiatori, ma non
di Fiere. Non lieve adunque è la congettura
per supporre eretta quella machina siotto Do-
miziano, e siotto Nerva, e al più tardi ne’
prim’annidi Traiano, e per credere emulato
qui senza ritardo il grand’ esempio di Roma.
Suol crederli comunemente, che d’Im-
peradore, o di Preside Romano 1’ impresa
fosse, e la spesa. Ma se d’opera d’ Impe-
radore folseHata l’erezione di cosi magnifi-
co Anfiteatro, non pare si dovesse esser ciò
tacciuto dagli Scrittori delle lor Vite. Non
tacque Svetonio delle mura, e de i Tempj
Mi. ti. risarciti da Caligola in Siracusa , e della
Reggia di Policrate,e del Tempio d’Apol-
line, ch’egli pensava rimettere in Mileto,
ed in Samo. Non tacque Sparziano della
Basilica in Nimes, nè del Tempio, e dell’
Ara satta da Adriano in Atene. Un Impe-
radore, che avelie eretta sì nobil fàbrica,
non avrebbe secondo 1’ uso di quel tempo
traseurato l’onore di dedicarla,e ai ciò pu-
re si parlerebbe da gli Scrittori, come fa
4o. memoria Svetonio del Tempio in Nola, e
del Campidoglio dedicato da Tiberio in Ca-
pila. Preside non potrebbe al nollro Anfi-
teatro aver dato mano, mentre Presidi al-
lora in Italia non erano, non ellèndo l’Ita-
lia ridotta ancora incondizion di Provincia,
e reggendoli le Città da se. E’ però affat-
to verisìmile, che della Republica, e po-
polo Veronese tal’impresa folse . Così ve-
dremo appressò, come unCittadin Verone-
se fabneò parte del Portico annessò al Lu-
do gladiatorio, e che l’approvazion del Po-
polo , e non d’altrui, a ciò si richiesc. Così
F I T E A T R I
72
1’ Anfiteatro di Capua indica I’ Iscrizione
sopra mentovata , che da quella Colonia
folle inalzato. Tanto facea potere allor le
Città il consorzio di Roma; e la comuni-
cazion degli onori; minorandoli ancora gran-
demente in que’ tempi il dispendio di così
fatti lavori dalla quantità de’ servi, e faci-
litandoli per la Città noflra dall’ avere il
marmo in pronto , e in così poca distanza.
Se avessimo rinvenuta la bramata Iscrizio-
ne, i Presidenti alla fabrica cisarebber noti.
Vorrei sopra tutto poter far giustizia al
nome dell’ Architetto; ma tanto il sappiam
del nostro, come del Romano Ansiteatro
si sa. Ho per certo, che dell’ uno e dell’
altro 1’ Architetto ci sarebbe noto, se que-
lli superbi edisizj, quando scrisse Plinio la
sua grand’Opera, fossero slati in essère.In-
signe Architetto fu qui Vitruvio Cordone,
come ben moslrano le reliquie dell’ Arco,
che abbiam diluì. Se folle opera sua l’An-
siteatro, nè ardirei d’ asserir francamente,
nè di negare, ma la congettura nè è per
certo molto ragionevole. II Romano fu si-
utato nel mezo della Città; il nostro fuor
delle mura, ma ad esse vicinissimo , e po-
co lontano da una porta.- così fur gli altri
nelle Colonie. Gli antichi recinti più ristret-
ti, e la maggior frequenza del popolo,non
lasciavano in quei tempi tanto spazio libe-
ro dentro la Città, che potessè servirea mo-
li di tanto giro. Nello scavare dinanzi alla
porta, eh’anco anticamente fu la primaria,
e più frequentata, si èseoperto il fondamen-
to d’un grolso muro, fatto in parte con pie-
tre dell’ Arena stessa, e con pezzi anche di
colonne, che vien secondando il piegar di
ella, e pare la circondasse dalla parte del-
la Bra. Altro non può crederli, se nonché
nell’età corse dalla fabrica delle prime mu-
ra a quella delle seconde, si pensassero di
circonvallarla in tal modo, e di compren-
derla nella Città, perchè nonrestassè espo-
sta ad esfer occupata da nimici. Non è pe-
rò da pensare, che ciò avvenirle nella stesi
sa rinovazion delle mura fatta da Gallieno,
sì perchè la grossezza è inferior di molto a
quelle , sì perchè quel fondamento attra-
versa, e serra il maggior condotto, da che
si può arguire, esser fàtto dopo eh’ era man-
cato 1’ antico uso dell’Anfiteatro negli spet-
tacoli .
CAPO DECIMOQUARTO.
Iscri^ioni al Veronese Ansiteatro
spettanti.
U So dell’ Ansiteatro si fece da’Verone-
si molto frequente, di che indizio
gran- {J
DE GLI A N
suade, che il nostro Anfiteatro avanti A-
driano già sosse; e poiché non par conve-
niente il supporlo avanti quel di Tito, ci
fa molto appressare al vero tempo della
sua edificazione . La detta lettera di Pli-
nio , che si crede morto ne gli ultim’ anni
di Traiano, insogna come solenne spetta-
colo Anfiteatrale si celebrò allora in Vero-
na per liberalità d’un Personaggio cogno-
minato Masfimo. Ei lo diede per onorar la
memoria di sua moglie defònta, ch’era di
gladi ato-
fium tnu»
nus Vero-
nenfibùs
noflris t
Asricana 9
qttas eoe me -
ras pluri-
ma;.
quella patria, e per gratificare i Veronesi,
da’quali era riverito ed amato, e non senza
contracambio secondo Plinio, il quale,
come Veronese per adozione, parlando sic-
co dice, i Veronefi nofirì. Ora per quello
&c- sipettacolo moltì/fime Pantere erano destina-
te, quali per le tempefie di mare non gran-
sierò d’Africa a tempo. Combattimento di
tante, e di tal sorte di bestie può fare in Ita-
lia qualche indizio d’Arena liabile. Ne gli
spettacoli di Curione, de’ Fidennati, e di
Cedrina, e Valente mentovati da Plinio, e
da Tacito, quali furono in Anfiteatri di le-
gno, menzion si vede di gladiatori, ma non
di Fiere. Non lieve adunque è la congettura
per supporre eretta quella machina siotto Do-
miziano, e siotto Nerva, e al più tardi ne’
prim’annidi Traiano, e per credere emulato
qui senza ritardo il grand’ esempio di Roma.
Suol crederli comunemente, che d’Im-
peradore, o di Preside Romano 1’ impresa
fosse, e la spesa. Ma se d’opera d’ Impe-
radore folseHata l’erezione di cosi magnifi-
co Anfiteatro, non pare si dovesse esser ciò
tacciuto dagli Scrittori delle lor Vite. Non
tacque Svetonio delle mura, e de i Tempj
Mi. ti. risarciti da Caligola in Siracusa , e della
Reggia di Policrate,e del Tempio d’Apol-
line, ch’egli pensava rimettere in Mileto,
ed in Samo. Non tacque Sparziano della
Basilica in Nimes, nè del Tempio, e dell’
Ara satta da Adriano in Atene. Un Impe-
radore, che avelie eretta sì nobil fàbrica,
non avrebbe secondo 1’ uso di quel tempo
traseurato l’onore di dedicarla,e ai ciò pu-
re si parlerebbe da gli Scrittori, come fa
4o. memoria Svetonio del Tempio in Nola, e
del Campidoglio dedicato da Tiberio in Ca-
pila. Preside non potrebbe al nollro Anfi-
teatro aver dato mano, mentre Presidi al-
lora in Italia non erano, non ellèndo l’Ita-
lia ridotta ancora incondizion di Provincia,
e reggendoli le Città da se. E’ però affat-
to verisìmile, che della Republica, e po-
polo Veronese tal’impresa folse . Così ve-
dremo appressò, come unCittadin Verone-
se fabneò parte del Portico annessò al Lu-
do gladiatorio, e che l’approvazion del Po-
polo , e non d’altrui, a ciò si richiesc. Così
F I T E A T R I
72
1’ Anfiteatro di Capua indica I’ Iscrizione
sopra mentovata , che da quella Colonia
folle inalzato. Tanto facea potere allor le
Città il consorzio di Roma; e la comuni-
cazion degli onori; minorandoli ancora gran-
demente in que’ tempi il dispendio di così
fatti lavori dalla quantità de’ servi, e faci-
litandoli per la Città noflra dall’ avere il
marmo in pronto , e in così poca distanza.
Se avessimo rinvenuta la bramata Iscrizio-
ne, i Presidenti alla fabrica cisarebber noti.
Vorrei sopra tutto poter far giustizia al
nome dell’ Architetto; ma tanto il sappiam
del nostro, come del Romano Ansiteatro
si sa. Ho per certo, che dell’ uno e dell’
altro 1’ Architetto ci sarebbe noto, se que-
lli superbi edisizj, quando scrisse Plinio la
sua grand’Opera, fossero slati in essère.In-
signe Architetto fu qui Vitruvio Cordone,
come ben moslrano le reliquie dell’ Arco,
che abbiam diluì. Se folle opera sua l’An-
siteatro, nè ardirei d’ asserir francamente,
nè di negare, ma la congettura nè è per
certo molto ragionevole. II Romano fu si-
utato nel mezo della Città; il nostro fuor
delle mura, ma ad esse vicinissimo , e po-
co lontano da una porta.- così fur gli altri
nelle Colonie. Gli antichi recinti più ristret-
ti, e la maggior frequenza del popolo,non
lasciavano in quei tempi tanto spazio libe-
ro dentro la Città, che potessè servirea mo-
li di tanto giro. Nello scavare dinanzi alla
porta, eh’anco anticamente fu la primaria,
e più frequentata, si èseoperto il fondamen-
to d’un grolso muro, fatto in parte con pie-
tre dell’ Arena stessa, e con pezzi anche di
colonne, che vien secondando il piegar di
ella, e pare la circondasse dalla parte del-
la Bra. Altro non può crederli, se nonché
nell’età corse dalla fabrica delle prime mu-
ra a quella delle seconde, si pensassero di
circonvallarla in tal modo, e di compren-
derla nella Città, perchè nonrestassè espo-
sta ad esfer occupata da nimici. Non è pe-
rò da pensare, che ciò avvenirle nella stesi
sa rinovazion delle mura fatta da Gallieno,
sì perchè la grossezza è inferior di molto a
quelle , sì perchè quel fondamento attra-
versa, e serra il maggior condotto, da che
si può arguire, esser fàtto dopo eh’ era man-
cato 1’ antico uso dell’Anfiteatro negli spet-
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CAPO DECIMOQUARTO.
Iscri^ioni al Veronese Ansiteatro
spettanti.
U So dell’ Ansiteatro si fece da’Verone-
si molto frequente, di che indizio
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