LIBRO SECONDO.
12.2.
12 1
CAPO S E S T O.
"Pianta delìedìfcù0* Vie* ed ingrejjt nella pianga*
Volendo procedere innanzi nella deserì-1
zione, metto prima dinanzi a gli oc-
chi la pianta generale. Vi accompagno
quella del Goliseo,come l’hanno data Fon
tana, Desgodetz , e gli altri, i quali dal
Serlìo più che dal vero par quasi poterli
sospettare che la prendessèro. Apparirà da
quella , inoltrandoli il Trattato, e li rico-
noseerà tanto più quando verremo al se-
condo piano, quanti errori siano finora cor-
li in materia dell’ Anfiteatro ; poiché la
nostra pianta così del pian terreno, come
del luperiore, è presa tutta dal vero che
sussiste, nè potea quella di Roma nella di-
slribuzion generale elser diversa. Ho Fitto
aggiungere nell’uno, e nell’altro disegno
un’ arcata di più della, metà, perchè meglio
si vegga l’effètto della via di mezo per tra-
verso, e si riconosca dal nostro , qual’ella
era, e da quel di Roma, come si sono im-
maginati che fotte., Formali il tutto inde-
me, come si vede,, da quattro cinte, e da.
tre corridori eliptici : intendo per cinta il
fabricato, tra un. vacuo e l’altro : affatto li-
mile era quel di Roma , se non che rad-
doppiava nel di fuori con un portico di
più, avendone due un predo all’ altro ,
soderatati su gli archi, e divisi fra. se da pi-
Ialiti quadri...
Benché in quello capo l’intenzion Ha d*
instruir sidamente delle vie, che condu-
cean nella piazza, necessario però è di far
prima ossèrvare , come la cinta interna è
d’un muro tutto solido , grolso piedi 15,
che avea sopra di se il Podio, e il princi-
pio de’gradi, e come quello muro non era
altramente- forato dalle aperture che vi
mostrana i passati disegni , ma continua
intero, essóndo che le sei scalette di pochi
gradini, che vi si figuran nel nostro, non lo
aprono
12.2.
12 1
CAPO S E S T O.
"Pianta delìedìfcù0* Vie* ed ingrejjt nella pianga*
Volendo procedere innanzi nella deserì-1
zione, metto prima dinanzi a gli oc-
chi la pianta generale. Vi accompagno
quella del Goliseo,come l’hanno data Fon
tana, Desgodetz , e gli altri, i quali dal
Serlìo più che dal vero par quasi poterli
sospettare che la prendessèro. Apparirà da
quella , inoltrandoli il Trattato, e li rico-
noseerà tanto più quando verremo al se-
condo piano, quanti errori siano finora cor-
li in materia dell’ Anfiteatro ; poiché la
nostra pianta così del pian terreno, come
del luperiore, è presa tutta dal vero che
sussiste, nè potea quella di Roma nella di-
slribuzion generale elser diversa. Ho Fitto
aggiungere nell’uno, e nell’altro disegno
un’ arcata di più della, metà, perchè meglio
si vegga l’effètto della via di mezo per tra-
verso, e si riconosca dal nostro , qual’ella
era, e da quel di Roma, come si sono im-
maginati che fotte., Formali il tutto inde-
me, come si vede,, da quattro cinte, e da.
tre corridori eliptici : intendo per cinta il
fabricato, tra un. vacuo e l’altro : affatto li-
mile era quel di Roma , se non che rad-
doppiava nel di fuori con un portico di
più, avendone due un predo all’ altro ,
soderatati su gli archi, e divisi fra. se da pi-
Ialiti quadri...
Benché in quello capo l’intenzion Ha d*
instruir sidamente delle vie, che condu-
cean nella piazza, necessario però è di far
prima ossèrvare , come la cinta interna è
d’un muro tutto solido , grolso piedi 15,
che avea sopra di se il Podio, e il princi-
pio de’gradi, e come quello muro non era
altramente- forato dalle aperture che vi
mostrana i passati disegni , ma continua
intero, essóndo che le sei scalette di pochi
gradini, che vi si figuran nel nostro, non lo
aprono