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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Bearb.]; Berno, Pierantonio [Bearb.]
Verona Illustrata (Parte Quarta Ed Ultima): Contiene Il Trattato In questa seconda edizione accresciuto anche di figure Degli Anfiteatri E Singolarmente Del Veronese — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1731

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https://doi.org/10.11588/diglit.62320#0065
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11;

L I B R O SECONDO.

A Pola parimente non si hanno colonne
nell’ordine terzo. Ristringendosi in quello
piano i nostri vani per ragioni, che non
appariscono stante che la corruzione in-
terna è distrutta, lì allarga per conseguen-
za il solido, e diventa parete : forsè però
non credettero necessarj contrapilastri, ove
pilastri non sono ? ma il fatto sta , che se
ben non è colonna piana sotto il capitello,
chi rimira da terra, non se n’avvede; tal-
ché ciò che viene a far bratta villa ne'di-
legui, che non posTono rappretentare a ba-
ldanza ogni cosa , non la fa già nell’ edisi-
ziostesfo, perchè l’occhio reità ingannato
dall’ altezza, e dall’etere i capitelli supe-
riori concentrati in parte nel muro. Nella
cornice più alta del Coliteo tra i modiglio-
ni in vece di rose, o d’altra cosa tale,son
bozze rustiche ; e pur non disdicon punto,
perchè da terra non si distiriguono . Evvi
chi icrive in oltre, non esser da considera-
re in tutto all’istelsa maniera li pilastri, o
colonne vere, eie inoltre di elle, quai son
le piane di pocbillìmo risalto; nè parimen-
te gli architravi finti, per dir così, chepo-
sano anche su gli archi, e quelli d’un por-
tico architravato, che sostengono veramen-
te quanto è di sopra , e che da i soli pi-
lastri sien sostenuti. Avverte poi il Cava-
lìer luvara singolarmente, con quanto giu-
dizio a Verona, a Fola, a Nimes si vegga
posto in opera 1’ ordine Toscano , che più
degli altri dà adito all’inventare , e che sì
ben riesce ne’grandissimi edifizj col suo ru-
stico lavoro, e bozze, e riquadramenti; e
con quanta prudenza l’istess’ordine si sia
satto qui più robustoe meno ornato ne’pia-
ni inseriori, e più ornato e più gentile nel
Superiore. Notano al fine concordemente ,
quanto giovi il vederli ora esempio auten-
tico di Toscano ornamento con sua cornice,
e di far’anco quell’ordine ricco di membri
dove occorra ; con che cessar debba la que-
rela de i dotti autori dei Parafello dell' Ar-
chitettura antica e moderna , di non averli
esempio antico del Sopraornato Toscano:
c notano nell’ istesiò tempo con quanta ra-
gione il saggio ed accurato Desgodetz a
quella sola antichità tra tutte l'altre, che
son fuor di Roma , facesse l’onore di rap-
presentarla insieme con le Romane in quat-
tro stampe ,odisegni nella sua bell’Opera ,
benché variasfe in qualche membro,e non
delle avvilo per dir così, o non facesse
avvertenza all’averli qui il compimento
dell4ordine Toscano.

Ver. Illussr. Parte ZK

118
CAPO QUINTO.
Ejjer savola le Statue del
e del Logorio.
PRima di levar mano dal primo recin-
to , convien parlar delle statue, eh’ al-
tri vuole fodero intorno all’Anfiteatro. Di-
nanzi alle colonne quadre del terzo piano,
Pirro Ligorio, ed Enea Vico dilegnarono
altrettante statue. Tanto ballò , perchè
tal vaghezza folte da tutti abbracciata, di
modo che senza statue non si è poi fatto più
disegno, esen’è talmente impressa la fan-
tasia comune , che senza quelle figure
nulla parrebbe a molti elser l’Anfiteatro:
anzi a emulazion del nostrosi poogon’ora an-
che nelle stampe d’altri. Non pertanto egli è
indubitatilsimo,checoteste statuenè vi furo-
no, nè vi doveano,nè vi potean’estère; e non è
di piccol danno alla sana idea dell’ Architet-
tura il far credere, che gli Antichi collocassc-
ro «osi balordamente statue per di fuori in e-
djsizìo di tal natura, dinanzi pareti, o pilastri,
che non hanno nicchia alcuna , e sopra lo
sporto d’una cornice , che non potrebbe
reggerle, e dove non avrebbero potuto por-
si, se non sei volte più piccole di quel che
rìchiedea l’altezza. Il vedere, che non so-
no tali statue nell’Anfiteatro di Roma,
eh’è d’opera tanto più fontuosa ed orna-
ta, e dove in tanta abbondanza erano gli
Statuarii, dovea ballare a far comprende-
re, che non saranno siate negli. Ansiteatri
municipali, e lontaniVera cosa è , che
nelle Medaglie sigure si veggono nel secon-
do, e nel terzo piano del Coliseo; ma que-
lle ne’vani, e sotto gli archi dove avreb-
bero potuto aver luogo, non nel sito delle
nostre. Aggiungali , ch’io credo molto
probabile , non rappresentarsi per quelle
sigure delle Medaglie statue di marmo o di
metallo , se non se forsè sopra il maggior*
irigressò , ma negli altri luoghi non altro
che ornamenti posticci di tavola, o di tela,
che vi si mettessèro ne’giorni de’solenni
spettacoli, in segno di festa, e in modo d’
addobbo, e con.allusioni d’onore a chi da-
va i Giuochi. Sede assai più propria alle
statue fu il Teatro , e non pertanto nè
quel di Pompeo, nè gli altri ebbero statue
permanenti nel di fuori. Mi son conferma-
to in quest’opinione per aver trovato dell’ k
stestà in Torino il prenominato Cavalier
luvara. Certa cosa è, che fatto osservare
a Roma inque’ siti, orma non vi apparite©,
nè indizio alcuno di piedestallij o di basi,
e che non si è inteso mai di statue ditetter-
rate ip quella parte. Quinci è forte, chq
Hi U
 
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