S*t. 4.
Uh. 5.15.
rigavo;
179 DE GEI ANFITEATRI 180
comeilsuolo, sopra cui si facea posar la
tenda. Ma ella divisa in molte falde, sarà
siata infilata da corde minori, e quelle è
credibile pasfalsero per altrettanti anelli pro-
porzionati, e distribuiti opportunamente in-
torno alla gomonadimezo, giuocando den-
tro elsi a piacer di coloro , i quali slavano
su 1’ ultimo piano, e camminando sopra il
cornicione, e sopra le coperte logge, avca-
ro tal’ incombenza. L’ordimento princi-
pale dovea elser raccomandato alle telle
delle antenne di fuori, e fors ’ anco nel piè
di elle, e fatto posare orizontalmente sui
giro del secondo recinto sopra colonne di
legno, che dovean perciò sopravanzare nel
dinanzi delle logge. Le minori corde nell’
illesiò circuito avran posato sopra girelle;
peressèr più pronte al moto; quivi solamen-
te principiando la tela. Forsè nel noltro An-
fiteatro le funi di erta sifaceano slrisciare so-
pra pezzi di pietra polli in cima del corni-
cione per tenerle più sollevate : della tal
sospetto il pezzo di marmo incavato, di
cui parlai poc’anzi. Fors’anco si fàcean
pasiàr perdi fuori, e aveanricapito per le
fenesire dell’ ultim’ ordine ; ma il voler’ in-
dividuare il predio, dove si lavora di pura
idea , llimo soverchia cura.
Quanto fòrtemente restassèro tese, e con
quanta fermezza le maggiori corde, può
forsè argomentarli da que’rapimenti in al-
to, che si faceano veder talvolta. Fanciulli
rapiti fino a\ Velario nomina Giuvenale. D’
un toro rapito dal me^o dell’ Arena, che mo-
stròdi portar’ Ercole in Cielo, parla Mar-
ziale. Di. machina per tirare in alto qual si
usava sopra le Scene, e che inlègna l’Eti-
mologico antico, era chiamata Gru, si ha
veramente notizia; ma forsè nell’Arene si
facea uso in quell’ occasioni anche delle fu-
ni maestre,desluiate a sollenere il Velario,
e del cerchio, e della sina concatena tura.
Non è da tralasciare, che par talvolta in
leggendo gli scrittori, rimanelse la gente
con tutto il Velario espofla all*ingiurie de’
tempi: poiché scrive Dione esfere fiati sot- Ub, 59.
to Caligola permeili ne’ Teatri cappelli all’
uso di Tenàglia, per difènderli dall’ ardor
del Sole; solendo per altro andar gli Anti-
chi a capo seoperto. E che per neve d’im-
proviso caduta si facesiè nell4 Anfiteatro
bianca la lacerna d’un tale,che all’incontra-
rio di tutti gli altri, vestiti secondo 1* uso di
bianco, 1’avea negra, racconta Marziale. A4.'Ms-
Da lui pure impariamo come le lacerne ( eh’
erano quali corti mantelli) siervivano prin- /. 14,
cipalmente per 1’ Anfiteatro . Ma quello
vuol’ intenderli, quando il vento impediva nos C)m.
di fiendere il Velario, il che, come in più
pasii di Poeti si vede, non di rado avveniva «ad ’
CAPO DECIMOQUINTO.
S ott erroneo.
DA11’ alto dell’ aria palpiamo al profon-
do della terra. Fu già ossèrvato da
molti, sotterra ancora aver l’Ansiteatro mu-
ri, e vacuità, ma niuno essèndosi mai pre-
so cura di far cavare ampiamente, e di ve-
der chiaro, firane cose sono fiate dette .
Andrea Fulvio, Marliano, ed altri scrisiè-
ro dalle cloache esser sostentata in gran par-
te sì valla mole; quando i condotti niente
sostentano, e non palsano siotto gli alti mu-
ri. Lipsio, e altri molti hanno creduto, i
vani siotterranei esisere fiati riportigli, e pri-
gioni , con ciò ben inoltrando di non aver-
gli veduti. Esisendosi però qui sicavato in
ogni parte, si è potuto formare una pianta
sotterranea perfetta, qual nella tavola XIVa
deserì veli.
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Uh. 5.15.
rigavo;
179 DE GEI ANFITEATRI 180
comeilsuolo, sopra cui si facea posar la
tenda. Ma ella divisa in molte falde, sarà
siata infilata da corde minori, e quelle è
credibile pasfalsero per altrettanti anelli pro-
porzionati, e distribuiti opportunamente in-
torno alla gomonadimezo, giuocando den-
tro elsi a piacer di coloro , i quali slavano
su 1’ ultimo piano, e camminando sopra il
cornicione, e sopra le coperte logge, avca-
ro tal’ incombenza. L’ordimento princi-
pale dovea elser raccomandato alle telle
delle antenne di fuori, e fors ’ anco nel piè
di elle, e fatto posare orizontalmente sui
giro del secondo recinto sopra colonne di
legno, che dovean perciò sopravanzare nel
dinanzi delle logge. Le minori corde nell’
illesiò circuito avran posato sopra girelle;
peressèr più pronte al moto; quivi solamen-
te principiando la tela. Forsè nel noltro An-
fiteatro le funi di erta sifaceano slrisciare so-
pra pezzi di pietra polli in cima del corni-
cione per tenerle più sollevate : della tal
sospetto il pezzo di marmo incavato, di
cui parlai poc’anzi. Fors’anco si fàcean
pasiàr perdi fuori, e aveanricapito per le
fenesire dell’ ultim’ ordine ; ma il voler’ in-
dividuare il predio, dove si lavora di pura
idea , llimo soverchia cura.
Quanto fòrtemente restassèro tese, e con
quanta fermezza le maggiori corde, può
forsè argomentarli da que’rapimenti in al-
to, che si faceano veder talvolta. Fanciulli
rapiti fino a\ Velario nomina Giuvenale. D’
un toro rapito dal me^o dell’ Arena, che mo-
stròdi portar’ Ercole in Cielo, parla Mar-
ziale. Di. machina per tirare in alto qual si
usava sopra le Scene, e che inlègna l’Eti-
mologico antico, era chiamata Gru, si ha
veramente notizia; ma forsè nell’Arene si
facea uso in quell’ occasioni anche delle fu-
ni maestre,desluiate a sollenere il Velario,
e del cerchio, e della sina concatena tura.
Non è da tralasciare, che par talvolta in
leggendo gli scrittori, rimanelse la gente
con tutto il Velario espofla all*ingiurie de’
tempi: poiché scrive Dione esfere fiati sot- Ub, 59.
to Caligola permeili ne’ Teatri cappelli all’
uso di Tenàglia, per difènderli dall’ ardor
del Sole; solendo per altro andar gli Anti-
chi a capo seoperto. E che per neve d’im-
proviso caduta si facesiè nell4 Anfiteatro
bianca la lacerna d’un tale,che all’incontra-
rio di tutti gli altri, vestiti secondo 1* uso di
bianco, 1’avea negra, racconta Marziale. A4.'Ms-
Da lui pure impariamo come le lacerne ( eh’
erano quali corti mantelli) siervivano prin- /. 14,
cipalmente per 1’ Anfiteatro . Ma quello
vuol’ intenderli, quando il vento impediva nos C)m.
di fiendere il Velario, il che, come in più
pasii di Poeti si vede, non di rado avveniva «ad ’
CAPO DECIMOQUINTO.
S ott erroneo.
DA11’ alto dell’ aria palpiamo al profon-
do della terra. Fu già ossèrvato da
molti, sotterra ancora aver l’Ansiteatro mu-
ri, e vacuità, ma niuno essèndosi mai pre-
so cura di far cavare ampiamente, e di ve-
der chiaro, firane cose sono fiate dette .
Andrea Fulvio, Marliano, ed altri scrisiè-
ro dalle cloache esser sostentata in gran par-
te sì valla mole; quando i condotti niente
sostentano, e non palsano siotto gli alti mu-
ri. Lipsio, e altri molti hanno creduto, i
vani siotterranei esisere fiati riportigli, e pri-
gioni , con ciò ben inoltrando di non aver-
gli veduti. Esisendosi però qui sicavato in
ogni parte, si è potuto formare una pianta
sotterranea perfetta, qual nella tavola XIVa
deserì veli.
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