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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Oth.]; Berno, Pierantonio [Oth.]
Verona Illustrata (Parte Quarta Ed Ultima): Contiene Il Trattato In questa seconda edizione accresciuto anche di figure Degli Anfiteatri E Singolarmente Del Veronese — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1731

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https://doi.org/10.11588/diglit.62320#0089
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ì. v. c. j.
A»g- e. 44.
36.

ó 7. c. 30.

165

LIBRO SECONDO.

166

essi superiore, più buchi, ne’ quali pare
entrasfero i traversi del palco, o altri legni,
c ferri, che a ciò servissèro. Che il terzo
palco lòsfie qui di legno, può arguirli anco-
ra per non avere l’edema parete, in cui li
riduce il terzo piano, grossezza capace di
minorarli ancor tanto nel quarto, che ba-
llasse a impollarvi di nuovo altra volta di
muro, come ne’ due di sotto. Il supremo
ordine, ov’eran le fèneslre , forsè non più
alto degli altri, come nel? Arena di Roma,
ma era più basfo, come a Pola, e a Ni-
mes,e sorsè rimanea libero per coloro, che
lavoravano alla tenda. Comunque fòlle du-
bitar non li può, che almeno per altrettan-
ta gente di quella, che sedea ne i gradi di
pietra, non dovelse elser luogo nella parte
ad esfi superiore,
I ,
CAPO DECIMOTERZO.
Ordine 5 e diftribw^ion de gli [pei*
tatori nel sedere .
ORa che li è trattato di tutti i luoghi,
ne’quali sedeano gli spettatori, alcu-
na cosa è da dire della dispolizion loro, e
dell’ ordine che in ciò li tenea ; poiché que-
llo ha molta relazione con la conformazion
materiale dell’ edilizio ilellò internamente,
e servirà tal notizia per comprender meglio
quanto li è detto,e per intender molti pah-
si d’ Autori antichi. Non telserò l’isloria
di tali ordinamenti cominciati fino al tem-
po de i Re nel Circo, nè delle mutazioni
avvenute, per non deviarmi.
Alcune dillinzion generali furon dunque
nel? Anfiteatro tra gli spettatori. Prima fu
quella del? ordine Senatorio, e delle pri-
marie dignità . Quella più nobil classe eb-
be luogo sui Podio tutto all’intorno. Nel
mezo di quello slava un palchetto chiufo,
detto Suggello, e ancora Cubiculo, per ?
Imperadore . Ne’ Teatri di Roma erano
palchetti per altre dignità ancora , nomi-
nandoli da Vitruvio con nome di Tribuna-
li , e nominando Svetonio quello del Preto-
re: nell’ Ansiteatro non ne trovo menzio-
ne. Altra distinzione fu per ? Ordine Eque-
slre. Impariamo da Dione , come Lucio
Roscio ( per cognome Ottone ) Tribuno
della plebe l’anno di Roma 687 portò leg-
ge del separar con diligenza ne’ Teatri i se-
di li de’Cavalieri, com’ora uliam dire, da
quei de gli altri. Scrive Plinio, che a per-
suasion di Cicerone perdonarono a collui le
Tribù sì fatta legge Teatrale, soflrendo in
grazia sua di buon cuore, il venir con tal
si"? M
differenza fatta spiccare la loro inferiorità: |
Ver. Illuflr. Parte IV.

ma sdegno ne molirò Giu venale, benché
dopo sì gran tempo, ove dille,
Sì piacque al vano Otton, che ci diftinfe.
Impariamo dal? Epitome di Livio , come IH. 99.
restarono a’ Cavalieri adeguati i quattordici
più bassi gradi. E perchè la condizione di-
pendea dal censo, però in tempo d’ Augn-
ilo molti Equiti scaduti di facoltà, non ar-
divano seder ne i quattordici. Ma quello
numero potè servarsi ne* Teatri, dove i Se-
natori, e le persòne più qualisicate Ila vano
a Roma nella platea ; ma nel? Anfiteatro,
in cui alla prima classe non potea certamen-
te ballare il Podio, è credibile, che quelli
della seconda condizione cresciuti in gran-
dilsimo numero, si ellendesfero ancora in
alto : in fatti non riscontra nel nollro Anfi-

teatro il numero di quattordici gradi fino
alla Precinzion prima, onde polsa crederli
fòlsero consinati sotto quella. Dirò ancora,
che nel? Anfiteatro non pare si attendesfe
sidamente la division per gradi, ma princi-
palmente quella per Cunei, asfègnati altri
di quelli interamente al? Ordine Senatorio,
altri al? Equeslre ; perchè narra Svetonio,
come essendo cadute la maggior parte ne’
luoghi, o sediti Popolari quelle tessère, che
Domiziano avea fatto gettare, e spargere,
e in virtù delle quali a coloro, cui tocca-
vano, eran poi date in dono cole varie in
ogni telsera notate; egli comandò, che cin-
quanta ne fodero distribuite non per gradi,
ma a ciafcun Cuneo de gli Ordini Senatorio y r>c»t. 4.
ed Equefire . Nè potean certamente capir
sui Podio tanti Senatori, e tanti graduati quejiràai!
di prima classe, quanti intervenivano con^^T’*
le lor divise ne gli spettacoli : perchè delle
siacre dignità sidamente annovera Arnobio
Pontefici, Curioni Mussimi, Quindecem-4’
viri, Flamini, Auguri, e Vedali . Nel
Circo sede propria, e separata alsegnò a.*
Senatori Claudio, a gli Equiti Nerone,
come da Plinio , Svetonio , e Tacito . S‘
impara da una lapida, che riferiremo fra
poqo, come quando diceasi, afjegnati gradì
tanti, s’intendea in un tal Cuneo sidamen-
te, e non tutto al?intorno.
Insieme co’ Cavalieri sedean nel? Anfi-

teatro i Tribuni, de'quali pure moltograa-
de era il numero, perchè vi erano i milita-
ri, e i civili,e ballava essère slato una vol-
ta in tal grado. Anzi Porfirione , antico
interprete d’Orazio, dice che de’ Tribuni
erano i due gradi- primi. Erano gelosamen- *
te esclusi da sì fatti luoghi i Liberti, onde
Augnilo vietò il sedere in Teatro ne* Sena-
torà a’Legati delle genti libere , perchè Svrt.c. 44,
seppe , mandarsene tal volta alcuni di con-
dizion libertina ; e nota Dione, come cosa Hb, 5$*

singolare, che non fòlse imputato a delitto.
L 2. a u»
 
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