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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Bearb.]; Berno, Pierantonio [Bearb.]
Verona Illustrata (Parte Quarta Ed Ultima): Contiene Il Trattato In questa seconda edizione accresciuto anche di figure Degli Anfiteatri E Singolarmente Del Veronese — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1731

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https://doi.org/10.11588/diglit.62320#0090
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a un Tribuno della "plebe l’aver fatto sè-
dere predò di se suo padre, benché fosse
Liberto. Sopra nelle logge coperte flavan
le donne : è credibile saranno quivi slati
altri gradi, sopra quali si ponesfero le ca-
drete femlnili mentovate da Calpurnio. Ap-
par da Plutarco, che in tempo di Siila don-
ne ed uomini confusamente sedeano ne gli
spettacoli. A tempo d’Ovidio così davano
ancora nel Circo, insognando lui ne gli A-
mori, di farli grato con badare, che chi
S v. Aug. sedea dietro non delle noia. Ma Ottaviano
s'44, le sèparò,* e non volle che flessero, se non
nel più alto luogo, e ciò benché pugne sò-
'lamente di gladiatori dovesfèr farli. Eccet-
tuò unicamente le Vedali, alle quali assè-
gnò ne’ Teatri un de’ migliori lìti; e che
nell’ Anfiteatro sedessèro sui Podio, si ha
da Prudenzio. Fra le Vedali dettero non
di rado le donne Augude. Ma in alto die-
tro le sedie delle donne andava 1’ infima
plebe, e coloro, a’quali non era destinato
preciso luogo. Quella era la generai dislri-
buzione, non essóndo podi bile di determi-
nar più precisamente. Se riguardiamo un
pasiò dell’Egloga più volte mentovata, par-
rebbe , che da persone qualisicate tutti i
gradi fino alle logge fòssèro talora occupati;
dicendo il Poeta, come a lui fu fòrza an-
dare, ove tra le fedie delle femmine fava la
turba vile, avendo trovato per Io gran con-
co rso , che tutti i luoghi scoperti da Equi-
ti, o da Tribuni erano presi . Ne’ luoghi
popolari è asidi credibile, si dividessero per
Tribù, assègnato a cialcheduna il suo sito :
tanto par fosse necessàrio per ischivar folla,
confusione, e di siordi ne. Se n’ha anche un
cenno nel Glossario antico , che rende la
voce Cuneus Theatri per (puXvi dtdrpou.
Ora potremo intendere la divisìone ram-
mentata da gli Scrittori della Cavea in pri-
ma y mezana, e fuprema . Il lignificato di
14. quelle voci non è slato ben compreso. Li-
psio intese per prima, o basià tutto il sito
dell’ordine Equeslre; per mezana, ed alta
gli altri marmorei gradi. Bulengero pensò
indicarli per esse la division delle Precin-
zioni: ma veramente per Prima, nomina-
le ta da Cicerone, intendeasi il Podio, e for-
ma cavea balli gradi, deputati alle persone
spettat. di maggior conto; per Mezana, nominata
Aug.c. 44- da Svetonio, tutti gli altri gradi di pietra:
7 per Suprema, nominata da Seneca, e det-
dia cavea. ultima da Cicerone, s'intelero gradi,
e logge de’due piani superiori; se pure an-
che i gradi superiori di legno non si com-
prendeano nella Mezana , rimanendo alla
Suprema le logge sole. Seneca per parole
Cavea™ proprie della Cavea più alta intese baile, e
pectaa^a. pjebee. Nella mezana ordinò Augnilo, che

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ninno potesse Ilare di coloro, eh’avean bru-
na veste, cioè a dire della sente minuta;
però disie Calpurnio, che 1’ abito ruslico,
e la fofea povertà gli avea impedito d’ acco- Pullaque
slarsi a i luoghi nobili, ove sedea ?Impe-Pau?'rtar’
radore. Perchè l’ordine si servasse, non po-
ca era l’attenzione. Augnilo mandò a cac-
ciar via un soldato gregario, che vide se-
der ne’ quattordici gradi. Domiziano fece
espresso editto rammentato da Marziale ,4 S-
per tener depurati i gradi Equeslri . Assì-
flean sempre Locarli, cioè assègnatori de i
luoghi, quali facean levare chi si fosse po-
llo , dove non gli convenisse. Alcuni di co-
ll oro, per nome Oceano, e Lezio, son ri-
mali famosi in Marziale. FamenzionQuin-
tiliano del potere per la Teatral legge inten-
tar ? azione come ingiuriato colui, che si
fosse fatto levare a torto, perchè tratta vali
in ciò del suo fiato, e dell’ essèr suo.
Insegnò Lipsio, che il luogo del Senato nell’c- ».
Anfiteatro si chiamava Orchefira, il che et ’4"
disseesièr colà trita, e giudicò si cómpones-
se di quattro o cinque gradi. Bulengero in- de Cf;c'
terpretò per relazione all’ Orchefira ciò^.744js’
che scrive Svetonio parlando dell’ Arena .
Così Spanemio alla Medaglia di Gordian
Pio con l’Anfiteatro dice, vedervi!! l’Im-
peradore co’ Senatori nell’ Orchefira ; così
Harduino sopra Plinio, e così gli altri tutti:
ma non per verità senza grand’errore; per-
chè di chiamare Orchefira una parte del?
Anfiteatro, non si troverà esempio maipres-
so verun Antico ; e ripugna da se col ligni-
ficato suo la fiessà voce, quale era sì indivi-
duale al Teatro, che Dione per dire Anfi-
teatro, Teatro, e Circo , dissè Teatro ve-Xipb.it>
natorio, Ippodromo, e Orchefira’, e S. Gioan
Crisostomo parimente disse Ippodromo , e Or- ad pop.
chefir a per dir Circo, e Teatro, Scrive S v e- ^e-
torno, che permise Claudio a gli Ambascia-
tori de’Germani di seder nel? Orchefira,
avendo preso in buona parte la semplicità, 2'5‘
e la franchezza loro del? esservi andati da

se, levandoli da i luoghi popolari, ov’era-
no flati condotti, per aver veduto, che nel?
Orchefira Lavano quei de gli Armeni, e
de’ Parti; ma quivi si parla di Teatro. Al?
incontro non di Teatro si parla, ove narra
? iflessò Storico, che Auguflo un giorno di
spettacolo, condusse per mezzo ? Arena gli cap. 43.
ortaggi de’ Parti, e gli collocò sopra di se ™dnfr,s
nel Jubfelliofecondo: però non avea luogo il
Casaubono d’intender quivi la seconda fila
de’ sedilinel?Orchefira. Ma nè pure inten-
do secondo Cuneo , come vuole il Torren-

zio, bensì il fecondo grado, nel quale sopra
di se fece Auguflo sedere i Parti; li quattor- up. 5.
dici [ubfelliì dissè Marziale per lignificare i
gradi Equeflri.

Col
 
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