67 DE GLI ANFITEATRI 68
si trovasse la prima al tempo d’ Augusto,
W. 5- balla il palio di Strabene , che la mette
allora in uguaglianza con Milano, e picco-
le rispetto ad elsa chiama 1’ altre per se
molto considerà bili, che avea vicine, co-
me Mantova, e Brescia.
Persone degne in ciò di fede m’ hanno
più volte asserito, vederli un pezzo d’An-
fiteatro fuor di Frejns in Provenza , più
certo forsè di qualunque altro, che ila van-
tato in Francia: fu nominato anche dal Scr-
ìi o il quale parlò in oltre, d’ altro avanzo
quivi d’edilìzio Romano, che lembra Pa-
lazzo. Di quella parte della Gallia dille
itìiia ve Elinio, esier più tollo un’estension dell’Ita-
rtus'uam lia, che Provincia ; e quella Città mariti-
Provinda. ma fu detta Colonia Giulia, e Colonia illu-
fìre, e si fece soggiorno permanente di Ro-
mani , da che Augnilo vi mandò le navi*
Rostrate prelè nella battaglia Aziaca, e vi
rimase un’ armata navale, come a Mise-
/. 5. no, e a Ravenna, il che s’impara da Ta-
cito.
Se noi ammettiamo interamente il sup-
plemento,e l’interpretazione data al fram-
mento di Lapida poco fa disotterrata pres-
so l’Anfiteatro di Capua, di cotello unica-
mente , oltre al Romano , noi sappiamo
gli autori, e l’età, Fabricato dal Publico
della Colonia Capuana poco dopo quel di
Tito; risarcito, e adornato dall’ Imperado-
re Adriano , e dedicato da Antonio Pio.
Per verità ingegnoso e dotto si è dimostrato
il Canonico Mazochio sì nel supplire , sì
nell’interpretare; nè cosa contiensi nel sup-
ple mento suo, che non si polsa con applau-
10 ricevere: v' ha solamente chi alcun’ al-
tra parola vedrebbe quivi più volentieri in
vece dilmagines, della qual però ei non si
professò mallevadore. A niuna Città più
che a Capua competeva 1’ emular subito
11 maraviglioso , e vicino Anfiteatro di Ti-
to , sì per la nota grandezza, e dovizia di
elsa, come per 1’ insita, e antica compia-
cenza de’ gladiatorii spettacoli. A niun Im-
peradore più che ad Adriano si adatta 1’
averlo rifiaurato, e abbellito; poiché niun
altro fu che fuor di Roma tanto edificaìse.
Non dee far difficoltà 1’ esier dedicato non
daini, ma dal successiore, perchè potè a
tal rillaurazione aver dato mano solamen-
te negli ultimi tempi di sila vita . Le co-
lonne veramente, che nella Lapida si di-
cono aggiunte, parrebbe più convenissèro a
Teatro, che ad Anfiteatro; ma ben’è fia-
to avvertito , come puotero servire nell’
Antiporta, Nè fuor del calò è l’Iscrizio-
ne per esier polla solamente al tempo del
dedicare; poiché dopo i risarcimenti consi-
derabili, e si collocava nuova Lapida , e
per rimettere in uso, si dedicava di nuo-
vo; come parlando del Teatro di Pom-
peo, abbiamo poco avanti potuto imparar
da Dione. Ben però in quello e si notò la
prima erezione fatta dal popolo Capuano,
forsè con le parole a solo fecit, eh’
era la fòrmola lapidaria per esprimere il far
da’ fondamenti, e si notò la rillaurazione,
e l’ornamento aggiuntovi, e la nuova de-
dicazione .
Dell’ edilìzio Polano, e del Nemausen-
se indizio non abbiamo alcuno, nè da mo-
numenti, nè da Scrittori. L’avere Adria-
no quasi in ogni Città fabricato qualche
cosa, come Sparziano afferma , potrebbe
dar qualche motivo di riferire a lui quel di
Nimes. Ma siccome l’ìstesio Storico fece
dillinta menzione della Basilica in onor di
Plotina quivi da lui eretta , perchè mai
non 1’ avrebbe fatta anche d’ un Anfitea-
tro, ch’era maggior’opera ? Narra Capi-
tolino nel principio della vita d’ Antonia
Pio, che da quella Città ei trassè origine;
poterli però sospettare, eh’ ei vi ergesfe 1’
Arena, parve al Casaubono. Ma se d’Im-
peradore fosse fiata sì grand’ opera, perchè
avrebbe dovuto tacerli nell’ Ifioria Augn-
ila ? Or lasciam degli altri, e veniam fi-
nalmente all’Anfiteatro Veronese.
CAPO DECIMOTERZO.
Si va inveftigando T età e T autore
dell" Arena Veronese.
INtorno al tempo, in cui posia crederli
fabricata la nofira Arena, in due opi-
nioni gli Scrittori si son divisi. Alcuni l’han-
no creduta opera d’Augufio, e di quelli fu
antesignano Torello Saraina , mollo dall’
aver ciò letto in vecchia Cronica, e nell’
Itinerario di Ciriaco Anconitano, che visse
nel decimoquinto secole, e ancora dall’a¬
vere Svetonio scritto, che Augnilo ornò 1’
Italia di fabriche : fu in tal sentenza anche
il P. Mabillone. Altri l’hanno creduto ope- It.hai.
radi Malsimiano, e a quelli precedette il pai'
Sigonio neii.'Imperio Occidentale, indotto a Hi i.
sospettar ciò dall’ essèrne ignoto l’autore,
e dal supporre erroneamente , che Massi-
miano fabricasfe un Palazzo a Brescia, e
un altro in Aquileia; il che fu traseritto da
molti, e riferito anche dal Lydiat nella
sua Serie Cronologica. Ma veramente co-
me nè l’una, nè l’altra congettura è ap-
poggiata a solido fondamento alcuno, co-
sì ho per certo, che troppo presto il ponesi
ser gli uni, e troppo tardi gli altri. L’Ar-
chitet-
si trovasse la prima al tempo d’ Augusto,
W. 5- balla il palio di Strabene , che la mette
allora in uguaglianza con Milano, e picco-
le rispetto ad elsa chiama 1’ altre per se
molto considerà bili, che avea vicine, co-
me Mantova, e Brescia.
Persone degne in ciò di fede m’ hanno
più volte asserito, vederli un pezzo d’An-
fiteatro fuor di Frejns in Provenza , più
certo forsè di qualunque altro, che ila van-
tato in Francia: fu nominato anche dal Scr-
ìi o il quale parlò in oltre, d’ altro avanzo
quivi d’edilìzio Romano, che lembra Pa-
lazzo. Di quella parte della Gallia dille
itìiia ve Elinio, esier più tollo un’estension dell’Ita-
rtus'uam lia, che Provincia ; e quella Città mariti-
Provinda. ma fu detta Colonia Giulia, e Colonia illu-
fìre, e si fece soggiorno permanente di Ro-
mani , da che Augnilo vi mandò le navi*
Rostrate prelè nella battaglia Aziaca, e vi
rimase un’ armata navale, come a Mise-
/. 5. no, e a Ravenna, il che s’impara da Ta-
cito.
Se noi ammettiamo interamente il sup-
plemento,e l’interpretazione data al fram-
mento di Lapida poco fa disotterrata pres-
so l’Anfiteatro di Capua, di cotello unica-
mente , oltre al Romano , noi sappiamo
gli autori, e l’età, Fabricato dal Publico
della Colonia Capuana poco dopo quel di
Tito; risarcito, e adornato dall’ Imperado-
re Adriano , e dedicato da Antonio Pio.
Per verità ingegnoso e dotto si è dimostrato
il Canonico Mazochio sì nel supplire , sì
nell’interpretare; nè cosa contiensi nel sup-
ple mento suo, che non si polsa con applau-
10 ricevere: v' ha solamente chi alcun’ al-
tra parola vedrebbe quivi più volentieri in
vece dilmagines, della qual però ei non si
professò mallevadore. A niuna Città più
che a Capua competeva 1’ emular subito
11 maraviglioso , e vicino Anfiteatro di Ti-
to , sì per la nota grandezza, e dovizia di
elsa, come per 1’ insita, e antica compia-
cenza de’ gladiatorii spettacoli. A niun Im-
peradore più che ad Adriano si adatta 1’
averlo rifiaurato, e abbellito; poiché niun
altro fu che fuor di Roma tanto edificaìse.
Non dee far difficoltà 1’ esier dedicato non
daini, ma dal successiore, perchè potè a
tal rillaurazione aver dato mano solamen-
te negli ultimi tempi di sila vita . Le co-
lonne veramente, che nella Lapida si di-
cono aggiunte, parrebbe più convenissèro a
Teatro, che ad Anfiteatro; ma ben’è fia-
to avvertito , come puotero servire nell’
Antiporta, Nè fuor del calò è l’Iscrizio-
ne per esier polla solamente al tempo del
dedicare; poiché dopo i risarcimenti consi-
derabili, e si collocava nuova Lapida , e
per rimettere in uso, si dedicava di nuo-
vo; come parlando del Teatro di Pom-
peo, abbiamo poco avanti potuto imparar
da Dione. Ben però in quello e si notò la
prima erezione fatta dal popolo Capuano,
forsè con le parole a solo fecit, eh’
era la fòrmola lapidaria per esprimere il far
da’ fondamenti, e si notò la rillaurazione,
e l’ornamento aggiuntovi, e la nuova de-
dicazione .
Dell’ edilìzio Polano, e del Nemausen-
se indizio non abbiamo alcuno, nè da mo-
numenti, nè da Scrittori. L’avere Adria-
no quasi in ogni Città fabricato qualche
cosa, come Sparziano afferma , potrebbe
dar qualche motivo di riferire a lui quel di
Nimes. Ma siccome l’ìstesio Storico fece
dillinta menzione della Basilica in onor di
Plotina quivi da lui eretta , perchè mai
non 1’ avrebbe fatta anche d’ un Anfitea-
tro, ch’era maggior’opera ? Narra Capi-
tolino nel principio della vita d’ Antonia
Pio, che da quella Città ei trassè origine;
poterli però sospettare, eh’ ei vi ergesfe 1’
Arena, parve al Casaubono. Ma se d’Im-
peradore fosse fiata sì grand’ opera, perchè
avrebbe dovuto tacerli nell’ Ifioria Augn-
ila ? Or lasciam degli altri, e veniam fi-
nalmente all’Anfiteatro Veronese.
CAPO DECIMOTERZO.
Si va inveftigando T età e T autore
dell" Arena Veronese.
INtorno al tempo, in cui posia crederli
fabricata la nofira Arena, in due opi-
nioni gli Scrittori si son divisi. Alcuni l’han-
no creduta opera d’Augufio, e di quelli fu
antesignano Torello Saraina , mollo dall’
aver ciò letto in vecchia Cronica, e nell’
Itinerario di Ciriaco Anconitano, che visse
nel decimoquinto secole, e ancora dall’a¬
vere Svetonio scritto, che Augnilo ornò 1’
Italia di fabriche : fu in tal sentenza anche
il P. Mabillone. Altri l’hanno creduto ope- It.hai.
radi Malsimiano, e a quelli precedette il pai'
Sigonio neii.'Imperio Occidentale, indotto a Hi i.
sospettar ciò dall’ essèrne ignoto l’autore,
e dal supporre erroneamente , che Massi-
miano fabricasfe un Palazzo a Brescia, e
un altro in Aquileia; il che fu traseritto da
molti, e riferito anche dal Lydiat nella
sua Serie Cronologica. Ma veramente co-
me nè l’una, nè l’altra congettura è ap-
poggiata a solido fondamento alcuno, co-
sì ho per certo, che troppo presto il ponesi
ser gli uni, e troppo tardi gli altri. L’Ar-
chitet-