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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Oth.]; Berno, Pierantonio [Oth.]
Verona Illustrata (Parte Quarta Ed Ultima): Contiene Il Trattato In questa seconda edizione accresciuto anche di figure Degli Anfiteatri E Singolarmente Del Veronese — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1731

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https://doi.org/10.11588/diglit.62320#0100
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più incavato il centro, e il mezo, veggiam
dovente rotto il tondino delio, e guaito il
finimento della colonna. Ma non è da tra-
sandare altresì ciò, che con molto piacere
ho osservato negli avanzi del cavallo sopra-
detti: perchè il metallo n’è bellissimo, gial-
lo, e di ricca composìtura. Ma in oltre il
pezzo della teda è tutto rimesso, e per co-
sì dire intarliate vagamente per lungo di
siottili drisice , e ripartimenti, tra i quali
ricorrono varj fogliami puntecchiati. Que-
lli riporti sono di rame rolhccio, che nel
diverso colore del fondo doveano campeg-
giare mirabilmente , quali ricamo. In ol-
tre sotto all’orrecchio è un quadro, dove
in vece di rimelso per lungo il fogliame
vien per traversio, ed è formato da lemplì-
ce inargentatura , ma tale , che per più
giorni è data da tutti creduta riporto di so-
lido argento. La vivacità , e perpetuità
delle dorature antiche era nota a tutti ; e il
Senator Bonarroti, nella Sua Opera l’opra
i Medaglioni del Musoo Carpegna} ha già
calcolato per un palso di Plinio di quanto
le soglie d’oro usate da gli Antichi fodero
più grolle delle nodre, e avvertito il modo
da elsi tenuto. Ora per quedo pezzo di lla-
tua li rende nota anche la perfezione, e du-
revolezza delle loro inargentature, dal che
il lavorar moderno è ancor più lontano: e
s’impara altresì l’accennata operosa, e in-
gegnala maniera d’adornamento nell’opere
di metallo, cioè con incadrature, e ripor-
ti, quale io non credo elsersi più Scoperta,
notizia elsendoli solamente avuta dell’uso
frequentissimo d’indorar le datue, il che
io credo però, si facelse d’ ordinario, non
già coprendole d’oro interamente, ma Ipez-
zatamente fregiandone alcune parti, il che
avea maggior proprietà, e rendea maggior
vaghezza , come da alcune intigni fiatuet-
te antiche di metallo, che io poiseggo, par-
mi di poter ricavare Sicuramente.
Ricorderò finalmente come chiunque ab-
bia sior di senno, e voglia prenderli piace-
re di esaminarbene l’intendimento diquest’
edilizio tutto, sarà codretto a confessare,
che niente di più perfetto, e di più ammi-
rabile ideò la magnificenza, o pensò mai I’
arte. Bada farli a considerare, sie darebbe
a noi l’animo, quando non l’avessimo in-
nanzi a gli occhi, di architettare una co-
rruzione} qual senza occupar maggior si-
to, desie luogo a tante migliaia di Spetta-
tori, talché dall’ uno non venisse punto im-


pedito I’ altro; e con tante distinzioni, e
Separazioni d’ ingressi; e con facilità d’en-
trare , e d’ usoire in breviffimo fpazio di
tempo, senza confusione o didurbo; e eòa
sì aggradato divi/àmento di sicaie, e d’usici-
te ne’Superiori gradi, e con tanta opportu-
nità di luoghi per varj usi Sènza guadar
punto la corrisipondenza, e i prosipett-i, nè
per di dentro, nè per di fuori. E che Sa-
rebbe, sie potessimo vedere la più alta par-
te, eie vie, eie sicaie, che alle logge, e
siopra di- esfe sino al cornicion Supremo gui-
davano ? Che dirò delle tante avvertenze,
che de’ripieghi, e de’lumi ? Quanto ne
fofse difficile l’invenzione, può raccoglier-
li da si’odor vare , come sien riuséiti i mo-
derni Antiquari! , e Arehittetti nel voler
folamente da quel molto che rimane, Sup-
plire in disiegno la parte-, eh’è già distrutta-;
e si può altresì, raccogli ere dalravvisiar chia-
ramente, q uanto poco- ciò , che pur si vede,
finora sia dato i-nteso. Diali dunque lòde a
quei Cittadini nodri, che col lor soggio prò-
vedimento-, e attenzione, e con ? opportu-
ne ridaurazioni- di. tempo in tempo, ci han-
no conlèrvata a disipetto- di tante vicende
quella Superba reliquia dell’ antica intelli-
genza, e grandezza. Calda-©sonazione in-
dirizziamo appoderi nell’ ifiesiò tempo, per
continuar Sèmpre nell’ istessà cura. Sopra
tutto- è da vegliar molto siopra i- muratori,
quando accada , che vi debbano metter ma-
no, e siopra i danni, che Spedò inferisee chi
abita dentro. Saggiamente il nodro Publi»
co affitta que’luoghi, che per altro fareb-
bero inutili, ed ottimamente s’ impiega %
quando occorre,in benefizio dell’Arena dei-
sa il prodotto delle Sue viseere: ma conver-
rebbe concedergli semore a chi ne facelse
magazini di legname , di sieni, o di mer-
canzie ; e ancora dalle, e limili usi, che
non richieggano abitazion di famiglie : e
quando pure alcuna convenils© ammetter-
ne, proibir sotto gravi pene il metter mano
ne’muri, il farvi fori, il fa bricar dentro
nuove muraglie, deformando ogni ceso ini-
quamente , e 1’ esercitarvi medieri , eh©
guadino., o deturpino in verna modo. Co-
storo son talvolta i veri Vandali, e i veri
Goti, forando barbaramente-, e con Som-
ma fatica rompendo quelle mura consacra-
te dalla durazione di tanti Sècoli, e quelle
parti in più modi trasformando, e bruttan-
do, che tante cole insognano a chi le con>
prende

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