9
LIBRO
PRIMO.
io
be, che non d fossie Plinio slato così avaro
di parole, ma 1’artifizio ci avesse dipinta-
mente descritto, ed il modo! e con quai
contraili di travature reslasfe assicurato 1’
immenso peso ; e con quali circospezioni
collocati i perni, talché non cedessero, nè
profondasfer punto; e con quali argani rese
ubbidienti, e girevoli machine sì mussiate;
e se andassero attorno le scene ancora, o le-
vandoli quelle, sidamente i semicerchi de’
gradi. Bel campo avean qui di farli onore
quegli eruditi, i quali hanno dato fuori, e
illustrato Plinio . Daniel Barbaro nel suo
comento a Vitruvio, afferma, che un Fran-
cesco Marcolini, pronto e felice nello scio-
gliere ogni quelito, gli fece benissimo com-
prendere, come potessero i due Teatri muo-
verli in giro, e in qual (sio dovelse farli il
centro, e porli il perno di ciascheduno: il
che ancora fu dal Barbaro dimoslrato alla
fin del libro con due carte sciolte, e sopra-
poste, che si fanno girare, come secondo
quel valentuomo i due Teatri faceano . Ma
non badano sì pochi verli a spiegare un la-
vorio sì strano,nèa risolver le difficoltà ,che
si presentano a chi s’interna in tal fatto
Perciò forsè lo stessio Barbaro nell’ edizion
sua riveduta del 1567, e nel Latino da lui
publicato dell’ isless’ opera, levò quelle due
carte girevoli nel fine, e la menzione dal
Marcolini.Credibile per altro è, che i car-
dini non a reggere tutto il peso, come Pli-
nio dice, ma servisfero principalmente a te-
nere nella divisata linea i Teatri, quando vol-
geansi , posando essi la maggior parte su ruo-
te di metallo, e non già sopra un perno solo.
CAPO TERZO
'Primi Ansiteatri che fi
edisicherò.
IL sudetto bizarro ritrovamento prelufe
più toslo a gli Anfiteatri , che veramen-
te lordesfe principio. Quando essi principias-
Ampb. fero, e quando altresì le Cacce di Fiere,
e. 5. fiu scrive Giulio Lipsio , aver lui molto tempo
siuflsa. indagato in vano . Ma delle Fiere 1’ abbiam
veduto poc’ anzi, e degli Anfiteatri insogna
TI
chiaramente, qual folle il primo, un palio
di Dione addotto da Lipsio (leslò, ma non
ben considerato.Dice quell’esimio Storico,
)
e del Tempio di Venere da lui eretto, mol-
g’x T& <TTè- ti, e varj certami diede, avendo edificato un
T e atro Cacciai or io di legno, che fu anche chia-
mato Anfiteatro, per aver [edili tutto all’intor-
no fienza Scena . Appar manifeslamente da
quelle parole, come nacquero allora e la
colà, e ’l nome. I primi Autori, in cui la
Uh. 4 3-
Wiuiuw4iu.un;c 4UV11 cuuhu jivulu,
che Cesare nella dedicazione del suo Foro,
o ufi A‘f-
CplSWT()OV
i
'TT'ZVTtf-
£ .
43.
D. Hai-
I. j.C/4*
Vai’. I. 4.,
41.
in PPA
4j).
voced’ Anfiteatro io ritrovi, sono Strabene,
e Dionigi, ambedue de i tempi d’Augu-
Ito: ma pressio Dionigi nell’ uno e nell’ altro
luogo credo si legga per error de’ copisti.
Parlando lui dell’ opere da i due Re Tar-
quinj fatte, nomina una volta ròr A’pqAla- Str. 1.5.
rpoti Ì7T7ródpapov e un’ altra Aow AppiO éctrpov.
Or siccome non ben sonerebbe in volgare
Portico Anfiteatro , he Anfiteatro Circo , così
non pare, che molto ben si accoppino que’
due sollanti vi in Greco. Secondo me po-
trebbe rimediarli con nulla più, che con ca-
vare una lettera, leggendo dp<pidta.Tov : Porti-
co , e Circo, ne’ quali potè aflarjì a veder da ogni
parte. Così uno spettacolo fu detto per 1’
iltelsa ragione dptpidiapa. negli Atti di S. Ta-
raco Martire. Se 1’ emendazion sussilte, il
primo, eh’ usi tal nome in Greco dopo Stra-
bene sarà Gioseflò. Potrebbe renderli in no-
stra lingua Circonvìforio., cioè luogo, ove d’
ogn’ intorno si vede, e a quel raguaglio che
da udire facciamo Uditorio, Veditorio. da noi
direbbesi. Così fu detto Vìforìum in Latino
da Cassiodorio ; onde in quel passo di S. Gioan
Grisoslomo, a.X)\o (deerpov dde, usi d/\7\0 dxpoct
Tiipior-, resò in tutte le (lampe, aliud est heic
Theatrum, aliud auditorium, molto più pro-
priamente direbbesi, aliud efi heic vìforìum,
aliudauditorium, perchè Theatrum ci fà in La-
tino intendere e. visorio, e uditorio. Tornan-
do a Dione,fegue eglinel luogo sopradetto,
dicendo che Cesare per quelle dedicazioni,
e in memoria della defonta figliuola, fece
vedere uccìfioni di befiìe, e combattimenti d’uo-
mini, indicando così il doppio uso , per cui
la nuova fabrica fu impiegata.. In Roma
adunque, e non in. Grecia, nacque I’ Anfi-
teatro con la gloria di vantar per autore il
gran fondator dell’ Imperio, e del nuovo go-
verno Romano.. Di legno il fece fabricar
Cesare, come di legno erano sempre slati i
Teatri avanti Pompeo, che primo fece il
suo di pietra per testimonio di Tacito. Ann. k. «4-
Ma pallata in Augnilo la suprema am-
ministrazione della Republica , ed essiendo
lui per detto di Vittor giuniore, come-d’in-
dole amena e gioviale, (lato molto amante
degli spettacoli, e singolarmente di bellie
slrane, onde leggesi nelle Lapide Ancirane, Gnu. p.
che intorno a 3500 Fiere si uccifero nelleTue 2 ss-
Cacce, ed a lui attribuire Dione l’aver fat- ut. 51.
to vedere la prima volta l’Ippopotamo, e
il Rinoceronte ; concepì il disegno d’ ergere
un Anfiteatro di pietra, come si raccoglie
da Svetonio nella vita di Vespasiano; ma io.
non 1’ eseguì. Sotto di lui però, e forsè per
fare a lui cosa grata, l’intraprefe Statilio
Tauro, slato poi Console,e Prefetto di Ro-
ma. La notizia si dee a Dione : prima che rù
terminale il quarto Confidato d’Augujìo, Stati-
Ho
LIBRO
PRIMO.
io
be, che non d fossie Plinio slato così avaro
di parole, ma 1’artifizio ci avesse dipinta-
mente descritto, ed il modo! e con quai
contraili di travature reslasfe assicurato 1’
immenso peso ; e con quali circospezioni
collocati i perni, talché non cedessero, nè
profondasfer punto; e con quali argani rese
ubbidienti, e girevoli machine sì mussiate;
e se andassero attorno le scene ancora, o le-
vandoli quelle, sidamente i semicerchi de’
gradi. Bel campo avean qui di farli onore
quegli eruditi, i quali hanno dato fuori, e
illustrato Plinio . Daniel Barbaro nel suo
comento a Vitruvio, afferma, che un Fran-
cesco Marcolini, pronto e felice nello scio-
gliere ogni quelito, gli fece benissimo com-
prendere, come potessero i due Teatri muo-
verli in giro, e in qual (sio dovelse farli il
centro, e porli il perno di ciascheduno: il
che ancora fu dal Barbaro dimoslrato alla
fin del libro con due carte sciolte, e sopra-
poste, che si fanno girare, come secondo
quel valentuomo i due Teatri faceano . Ma
non badano sì pochi verli a spiegare un la-
vorio sì strano,nèa risolver le difficoltà ,che
si presentano a chi s’interna in tal fatto
Perciò forsè lo stessio Barbaro nell’ edizion
sua riveduta del 1567, e nel Latino da lui
publicato dell’ isless’ opera, levò quelle due
carte girevoli nel fine, e la menzione dal
Marcolini.Credibile per altro è, che i car-
dini non a reggere tutto il peso, come Pli-
nio dice, ma servisfero principalmente a te-
nere nella divisata linea i Teatri, quando vol-
geansi , posando essi la maggior parte su ruo-
te di metallo, e non già sopra un perno solo.
CAPO TERZO
'Primi Ansiteatri che fi
edisicherò.
IL sudetto bizarro ritrovamento prelufe
più toslo a gli Anfiteatri , che veramen-
te lordesfe principio. Quando essi principias-
Ampb. fero, e quando altresì le Cacce di Fiere,
e. 5. fiu scrive Giulio Lipsio , aver lui molto tempo
siuflsa. indagato in vano . Ma delle Fiere 1’ abbiam
veduto poc’ anzi, e degli Anfiteatri insogna
TI
chiaramente, qual folle il primo, un palio
di Dione addotto da Lipsio (leslò, ma non
ben considerato.Dice quell’esimio Storico,
)
e del Tempio di Venere da lui eretto, mol-
g’x T& <TTè- ti, e varj certami diede, avendo edificato un
T e atro Cacciai or io di legno, che fu anche chia-
mato Anfiteatro, per aver [edili tutto all’intor-
no fienza Scena . Appar manifeslamente da
quelle parole, come nacquero allora e la
colà, e ’l nome. I primi Autori, in cui la
Uh. 4 3-
Wiuiuw4iu.un;c 4UV11 cuuhu jivulu,
che Cesare nella dedicazione del suo Foro,
o ufi A‘f-
CplSWT()OV
i
'TT'ZVTtf-
£ .
43.
D. Hai-
I. j.C/4*
Vai’. I. 4.,
41.
in PPA
4j).
voced’ Anfiteatro io ritrovi, sono Strabene,
e Dionigi, ambedue de i tempi d’Augu-
Ito: ma pressio Dionigi nell’ uno e nell’ altro
luogo credo si legga per error de’ copisti.
Parlando lui dell’ opere da i due Re Tar-
quinj fatte, nomina una volta ròr A’pqAla- Str. 1.5.
rpoti Ì7T7ródpapov e un’ altra Aow AppiO éctrpov.
Or siccome non ben sonerebbe in volgare
Portico Anfiteatro , he Anfiteatro Circo , così
non pare, che molto ben si accoppino que’
due sollanti vi in Greco. Secondo me po-
trebbe rimediarli con nulla più, che con ca-
vare una lettera, leggendo dp<pidta.Tov : Porti-
co , e Circo, ne’ quali potè aflarjì a veder da ogni
parte. Così uno spettacolo fu detto per 1’
iltelsa ragione dptpidiapa. negli Atti di S. Ta-
raco Martire. Se 1’ emendazion sussilte, il
primo, eh’ usi tal nome in Greco dopo Stra-
bene sarà Gioseflò. Potrebbe renderli in no-
stra lingua Circonvìforio., cioè luogo, ove d’
ogn’ intorno si vede, e a quel raguaglio che
da udire facciamo Uditorio, Veditorio. da noi
direbbesi. Così fu detto Vìforìum in Latino
da Cassiodorio ; onde in quel passo di S. Gioan
Grisoslomo, a.X)\o (deerpov dde, usi d/\7\0 dxpoct
Tiipior-, resò in tutte le (lampe, aliud est heic
Theatrum, aliud auditorium, molto più pro-
priamente direbbesi, aliud efi heic vìforìum,
aliudauditorium, perchè Theatrum ci fà in La-
tino intendere e. visorio, e uditorio. Tornan-
do a Dione,fegue eglinel luogo sopradetto,
dicendo che Cesare per quelle dedicazioni,
e in memoria della defonta figliuola, fece
vedere uccìfioni di befiìe, e combattimenti d’uo-
mini, indicando così il doppio uso , per cui
la nuova fabrica fu impiegata.. In Roma
adunque, e non in. Grecia, nacque I’ Anfi-
teatro con la gloria di vantar per autore il
gran fondator dell’ Imperio, e del nuovo go-
verno Romano.. Di legno il fece fabricar
Cesare, come di legno erano sempre slati i
Teatri avanti Pompeo, che primo fece il
suo di pietra per testimonio di Tacito. Ann. k. «4-
Ma pallata in Augnilo la suprema am-
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lui per detto di Vittor giuniore, come-d’in-
dole amena e gioviale, (lato molto amante
degli spettacoli, e singolarmente di bellie
slrane, onde leggesi nelle Lapide Ancirane, Gnu. p.
che intorno a 3500 Fiere si uccifero nelleTue 2 ss-
Cacce, ed a lui attribuire Dione l’aver fat- ut. 51.
to vedere la prima volta l’Ippopotamo, e
il Rinoceronte ; concepì il disegno d’ ergere
un Anfiteatro di pietra, come si raccoglie
da Svetonio nella vita di Vespasiano; ma io.
non 1’ eseguì. Sotto di lui però, e forsè per
fare a lui cosa grata, l’intraprefe Statilio
Tauro, slato poi Console,e Prefetto di Ro-
ma. La notizia si dee a Dione : prima che rù
terminale il quarto Confidato d’Augujìo, Stati-
Ho