LIBRO
Dìo
atlSparU
Gs.pag.
i-yi.sine
ul[a inferi-
rtione no-
tnìnis mei.
PI ut. in
Mure.
Dio l. 54.
Dio tip,
X;pi.
ravigliarci, menti’essi di quanto ne’Mani-
cipj fàceasi per Io più non preser cura :
maraviglia è più toslo da prendere, come
nè degli altri che furono, nè del Roma-
no illesso sia mai data fuori l’ampia La-
pida, che secondo l’uso pur doveanopor-
tare in fronte, cioè sopra il principale in-
gresso. Par fatalità, che dell’Opere mag-
giori le Iscrizioni sien per lo più perdu-
te. Non si dubiti per altro , che non vi
fossero, mentre sappiam da Plutarco, che
il Teatro fatto, e dedicato da Augnilo ,
su per suo ordine attribuito nell’Iscrizio-
ne a Marcello ; e sappiam da Dione, che
in quella del sontuoso Portico da lui pu-
re edificato fece porre il nome di Livia.
Sul Teatro di Pompeo era prima la me-
moria di lui, e su la Scena quella di Ti-
berio, che l’avea rifatta, rimesse l’una, e
l’altra da Claudio nel suo risarcimento;
indi quella di Claudio fiesso per la dedica-
zione. Dell’Iscrizione fatta porre nel Cir-
co Malsimo daTrajano dopo averlo rifabri-
cato, e ampliato , ci rifèrisee lo Storico
anche il sentimento, cioè averlo lui reso
{ufficiente al Popolo Romano . Era gene-
rale l’uso delle Iscrizioni ne’publici edi-
fizj, non solamente facendogli di pianta,
ina ristaurandogli, onde come singolar co-
sa espresse Augnilo nelle Lapide Ancora-
ne d’aver fatte più opere, o rifatte, senza
mettervi iscrizione alcuna del nome suo;
e con maraviglia notò di Severo Spanda-
no, che avendo risarcite le publiche fabri-
che, quali in ninna pose il suo nome, ma
conservò le memorie deprimi autori.
Una rissesfione è da far qui prima di pas-
sete avanti. Ognuna delle quattro sopra-
nominate Città non và superba dell’ Ansi-
teatro solamente, o di Teatro uguale nell’
eslerior recinto a gli Ansiteatri, ma di tali
altre reliquie ancora d’antica magnificen-
za, e grandezza, che superanoin ciò tut-
te l’altre. La noslra ne abbonda forsesovra
tutte : Capua poco lungi dall’ Anfiteatro
ha i rimasugli d’un Arco , e predò la tor-
re di Sant’Erasmo ha quei d’un Teatro
come il Canonico Mazochio attesla. Di
Nimes in Francia basta vedere il Serbo nell’
Epislola a Francesco I , ch’ei premise al
suo libro terzo: afferma egli, come vi e-
ra allora un Arco ricco d’ornamenti, un
Tempio Corintio, superba Acquedotto a
tre ordini un sopra l’altro,(Casaubonolo
chiama ponte) redo di Palazzo, edilizio in
tre ordini con bellissime scolture , e cupo-
la in cima sostenuta da dieci colonne Co-
rintie canalate ; forsè era la Basilica di
Plotina edificata a Nimes per ordine d’A-
driano , e detta da Sparziano di mìrabil
Ver, Jllufir. Parte IV,
P R I M O. 66
lavoro : l’aver sembianza di Tempio potea
appunto farla credere edilizio slessò con tal
nome ricordato da Sifilino : appresso due in Ha tir.
torrioni ottangoli, che moslravano il mo-
do dell’antiche difese, ed alcune /fatue, e
lapide in coppia. Anche il Palladio si com-
piacque di rappresentare , e minutamente
deferivere due antichi Tempj di Nimes. Di
Pela parleremo altro ve, e balli perora, che
al bel di d’oggi non un solo, ma più avanzi
d’ antiche fabriche vi fi trovano di tal bel-
lezza e conservazione , che difficilmente
potrebbe crederlo chi non gli ha veduti.
Impariamoda quelle eloquenti ruincciò,
che da i pochi, e delle cose fuor di Roma
per lo più assatto digiuni Scrittori mal si
potrebbe ; cioè come quelle Città ne’primi
secoli dell’imperio furono insigni, egrandi:
mentre in ciascuna d’esse per farle conosce-
re maggiori allora di molte, che poi ser-
mentarono , aqcoppiansi con l’Anfiteatro
tant’ altre nobili reliquie di son tuosi edifizj.
Ecco però come facilmente s’ingannano i
moderni Autori, quali ripieni d’idee mo-
derne , e col solenne abbaglio di confon-
dere il sillema dell’imperio posteriore a
Collantino con l’anteriore , non soglionri-
conoseere negli antichi tempi per gran
Città se non quelle, che primeggiaronnel
secol basso. Che nell'alto secolo fòsser que-
lle superiori di molto a molte , che poi
s’accrebbero, e lo Iplendor delle quali non
fu se non quando a i più superbi edifizj
de’Gentili non si ponea più mano, i men-
tovati marmi lodimoslrano irrefragabilmen-
te , imperciochè per quale occulta ragione
appunto in quelle , ch’hanno Anfiteatro,
avrebber dovuto conservarsi tante altre
reliquie d’insigni fabriche , talché superi-
na in ciò le Città tutte , eccettuando Ro-
ma ; e non se ne sarebbero conlervate al-
trettante in quelle, che secondo l’idea co-
mune converebbe dire, avessèro avutosi
fatti edifizj publici in molto maggior nume-
ro, e molto maggiori ? Che ju Nimes?
disse Lipsio, in paragone delle gran Città cap.^
della Francia ? Ma perchè , se fu sì poca
cosa Nimes, si dislinse essa sopra tutte le
Città della Gallia in tempo d’Augnilo per
le Monete ?- è nota la volgare, ma bellissì-
ma, con attributo di Colonia , e con le
tede di lui, e d’Agrippa : altra dell’islesi
sa età ne riferì Trillano. Perchè le si diè^’^M-
titolo di Colonia Augusla ? perchè Adria-
no vi edificò una superba Basilica in onor
di Plotina ? Perchè anche nel secol basso
fu in Nimes una delle tre Zecche di Fran-
cia, nominate dalla notizia dell' Imperio col
lorPreposlo? Verona, e Capua soverchio
è ricordar quai fodero : per lo slato in. cui
E si tro-
Dìo
atlSparU
Gs.pag.
i-yi.sine
ul[a inferi-
rtione no-
tnìnis mei.
PI ut. in
Mure.
Dio l. 54.
Dio tip,
X;pi.
ravigliarci, menti’essi di quanto ne’Mani-
cipj fàceasi per Io più non preser cura :
maraviglia è più toslo da prendere, come
nè degli altri che furono, nè del Roma-
no illesso sia mai data fuori l’ampia La-
pida, che secondo l’uso pur doveanopor-
tare in fronte, cioè sopra il principale in-
gresso. Par fatalità, che dell’Opere mag-
giori le Iscrizioni sien per lo più perdu-
te. Non si dubiti per altro , che non vi
fossero, mentre sappiam da Plutarco, che
il Teatro fatto, e dedicato da Augnilo ,
su per suo ordine attribuito nell’Iscrizio-
ne a Marcello ; e sappiam da Dione, che
in quella del sontuoso Portico da lui pu-
re edificato fece porre il nome di Livia.
Sul Teatro di Pompeo era prima la me-
moria di lui, e su la Scena quella di Ti-
berio, che l’avea rifatta, rimesse l’una, e
l’altra da Claudio nel suo risarcimento;
indi quella di Claudio fiesso per la dedica-
zione. Dell’Iscrizione fatta porre nel Cir-
co Malsimo daTrajano dopo averlo rifabri-
cato, e ampliato , ci rifèrisee lo Storico
anche il sentimento, cioè averlo lui reso
{ufficiente al Popolo Romano . Era gene-
rale l’uso delle Iscrizioni ne’publici edi-
fizj, non solamente facendogli di pianta,
ina ristaurandogli, onde come singolar co-
sa espresse Augnilo nelle Lapide Ancora-
ne d’aver fatte più opere, o rifatte, senza
mettervi iscrizione alcuna del nome suo;
e con maraviglia notò di Severo Spanda-
no, che avendo risarcite le publiche fabri-
che, quali in ninna pose il suo nome, ma
conservò le memorie deprimi autori.
Una rissesfione è da far qui prima di pas-
sete avanti. Ognuna delle quattro sopra-
nominate Città non và superba dell’ Ansi-
teatro solamente, o di Teatro uguale nell’
eslerior recinto a gli Ansiteatri, ma di tali
altre reliquie ancora d’antica magnificen-
za, e grandezza, che superanoin ciò tut-
te l’altre. La noslra ne abbonda forsesovra
tutte : Capua poco lungi dall’ Anfiteatro
ha i rimasugli d’un Arco , e predò la tor-
re di Sant’Erasmo ha quei d’un Teatro
come il Canonico Mazochio attesla. Di
Nimes in Francia basta vedere il Serbo nell’
Epislola a Francesco I , ch’ei premise al
suo libro terzo: afferma egli, come vi e-
ra allora un Arco ricco d’ornamenti, un
Tempio Corintio, superba Acquedotto a
tre ordini un sopra l’altro,(Casaubonolo
chiama ponte) redo di Palazzo, edilizio in
tre ordini con bellissime scolture , e cupo-
la in cima sostenuta da dieci colonne Co-
rintie canalate ; forsè era la Basilica di
Plotina edificata a Nimes per ordine d’A-
driano , e detta da Sparziano di mìrabil
Ver, Jllufir. Parte IV,
P R I M O. 66
lavoro : l’aver sembianza di Tempio potea
appunto farla credere edilizio slessò con tal
nome ricordato da Sifilino : appresso due in Ha tir.
torrioni ottangoli, che moslravano il mo-
do dell’antiche difese, ed alcune /fatue, e
lapide in coppia. Anche il Palladio si com-
piacque di rappresentare , e minutamente
deferivere due antichi Tempj di Nimes. Di
Pela parleremo altro ve, e balli perora, che
al bel di d’oggi non un solo, ma più avanzi
d’ antiche fabriche vi fi trovano di tal bel-
lezza e conservazione , che difficilmente
potrebbe crederlo chi non gli ha veduti.
Impariamoda quelle eloquenti ruincciò,
che da i pochi, e delle cose fuor di Roma
per lo più assatto digiuni Scrittori mal si
potrebbe ; cioè come quelle Città ne’primi
secoli dell’imperio furono insigni, egrandi:
mentre in ciascuna d’esse per farle conosce-
re maggiori allora di molte, che poi ser-
mentarono , aqcoppiansi con l’Anfiteatro
tant’ altre nobili reliquie di son tuosi edifizj.
Ecco però come facilmente s’ingannano i
moderni Autori, quali ripieni d’idee mo-
derne , e col solenne abbaglio di confon-
dere il sillema dell’imperio posteriore a
Collantino con l’anteriore , non soglionri-
conoseere negli antichi tempi per gran
Città se non quelle, che primeggiaronnel
secol basso. Che nell'alto secolo fòsser que-
lle superiori di molto a molte , che poi
s’accrebbero, e lo Iplendor delle quali non
fu se non quando a i più superbi edifizj
de’Gentili non si ponea più mano, i men-
tovati marmi lodimoslrano irrefragabilmen-
te , imperciochè per quale occulta ragione
appunto in quelle , ch’hanno Anfiteatro,
avrebber dovuto conservarsi tante altre
reliquie d’insigni fabriche , talché superi-
na in ciò le Città tutte , eccettuando Ro-
ma ; e non se ne sarebbero conlervate al-
trettante in quelle, che secondo l’idea co-
mune converebbe dire, avessèro avutosi
fatti edifizj publici in molto maggior nume-
ro, e molto maggiori ? Che ju Nimes?
disse Lipsio, in paragone delle gran Città cap.^
della Francia ? Ma perchè , se fu sì poca
cosa Nimes, si dislinse essa sopra tutte le
Città della Gallia in tempo d’Augnilo per
le Monete ?- è nota la volgare, ma bellissì-
ma, con attributo di Colonia , e con le
tede di lui, e d’Agrippa : altra dell’islesi
sa età ne riferì Trillano. Perchè le si diè^’^M-
titolo di Colonia Augusla ? perchè Adria-
no vi edificò una superba Basilica in onor
di Plotina ? Perchè anche nel secol basso
fu in Nimes una delle tre Zecche di Fran-
cia, nominate dalla notizia dell' Imperio col
lorPreposlo? Verona, e Capua soverchio
è ricordar quai fodero : per lo slato in. cui
E si tro-