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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Bearb.]; Berno, Pierantonio [Bearb.]
Verona Illustrata (Parte Quarta Ed Ultima): Contiene Il Trattato In questa seconda edizione accresciuto anche di figure Degli Anfiteatri E Singolarmente Del Veronese — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1731

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https://doi.org/10.11588/diglit.62320#0091
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A l. n.
cap. 30.

iS/7 Za §,
c.16.

7. 5- 42.

I 69

LIBRO

SECONDO.

170

Col sadetto errore altro accoppiar si sao-
le, di creder, che 1’ Orchestra de’Teatri
si componesfe di gradi. Bulengero afferma,
che n’ ebbe quattro, o cinque. Harduinoal
luogo di Plinio, ove tocca delle reti , che
difendeano il Podio dalle Fiere, si mette a
spiegar 1’ Orchestra de’Teatri, e dice con
le parole di Lipsio , e del Bulengero , che
constava di quattro, o cinque gradi , e che
1’ ultimo vicino al Podio era il più nobile,
e n’ adduce in pruova i versi di Giuvenale,
citati da Lipsio, ne’ quali si vede, che le
prime Famiglie stavan sui Podio. Ma l’Or-
chestra de’ Teatri non altro fu , che quell’
area in mezo, or da noi detta platea, qual
presso i Greci serviva per le danze , onde
prese il nome, e predo i Romani, che por-
tarono i balli su la Scena , per sedervi so-
pra scanni portatili i Senatori, e le persone
più graduate. Nulla ferve però il passo di
Giuvenale, che parla del Podio, e non de’
gradi: dell’Anfiteatro, non del Teatro: e
che tratta dello stare i più nobili sui Podio,
non nell’Orchestra. L’istesso Autore in al-
tro luogo interpreta Teatro, dove Plinio
parlando di Leoni, dice Arena1, e dove Pli-
nio parla del popolo difeso dalle Fiere con
inferriate, si fa ad insegnare, che fi Marna-
va Cavea Z’ area,eh' è in megp Teatri, dal-
la quale il popolo mirava ì Giuochi ; indi che
chiamavano Arena la Cavea dell3 Ansiteatro,
perchè si spargea di fabbia : ma veramente nè
in Teatro v’ era bisogno d’ assicurare il po-
polo dalle Fiere, nè per Cavea s’intefe il
Campo, nè dal Campo mirava il popolo i
Giuochi, nè si spargea d’ Arena negli Anfi-
teatri lo spettatorio, ma la piazza . Tocco
quelle cose mal volentieri, e solo per la ne-
cessità di mettere in qualche miglior lume
quella materia, e perchè si conofea, non
giovar molto la prodigiosa inondazione, e
moderna sonttiosità de’ volumi per condur-
re a perfezione le lettere.
Oltre alle sopradette distinzioni generali
altre particolari ve n’erano. Augnilo, in
tempo del quale ogni buon ordine era in
ciò confuso , e trasandata ogni regola, ol-
tre al rimettere le prime leggi , feparò i
soldati dal rimanente del popolo. Asfegnò i
lor’ordini, cioè a dire i lor gradi, agli am-
mogliati , secondo l’antica idea di privile-
giare il matrimonio in più modi . Però
Marziale burla Didimo Eunuco, che van-
tava poter sedere co’ Cavalieri, dicendo ,
che non però potea co’ mariti. Abbiam da
Plinio giuniore, come tra gli onori di colo-
ro, che avean tre figliuoli, uno era di fe-
der distintamente negli spettacoli. Volle pa-
rimente Augnilo, che besserò da se i Prete-
slati, cioè i giovinetti, così chiamati per-

chè insino all’ anno diciottesimo portavano
la toga orlata. Molto costumavano le an-
tiche nazioni di feparar per età. Il Collè-
gio de’Fabri su da Servio Tulio distintoin
due centurie de’più vecchi, e de’più gio-
vani. Anche nel Teatro d’Atene i giovi-
netti stavan da se , come si trae dallo Sco-
liate d’Aristofane, e da Polluce. I Giu- Poii.i. 4.
dei supplichevoli che vennero a Roma,
erano distinti in truppe di vecchi, giova- Legai.
ni, e fanciulli come si ha da Filone. Avean adc-
luogo detonato anche i ministri de’Magi-
strati, onde riferifee Tacito, che a usi
accusatore fu dato per mercede luogo in
Teatro tra Viatori de’Tribuni . Molt’al-^/w. 1. 1.
tre particolarità sapremmo, se si fosse con-
fervata la legge Roscia, di cui abbiam fat-
to poc’ anzi menzione . In ess'a imparo da
Cicerone, come in luogo a parte venivan
confinati i falliti, e coloro che le proprie
facoltà avean disperse ; rimproverando lui
a Marc’ Antonio , perchè si fosse con tut- phl!- 2-
to ciò posto ne’quattordici ordini , o sia
gradi, A tante distinzioni facilità prestava-
no i Cunei sopra dimostrati, e formati dal- eap. 44.
le scalette. Però dice Svetonio , che Au- frftexf'
gusto assegnò il siao Cuneo a'giovanetti, esuum,et
il profilino a' Pedagoghi, che potean così da
vicino osfervargli.
Ad altri usi ancora fuor di spettacoli
servian talvolta quelli publici edisizj. In
Grecia ragunavasi per lo più ne’Teatri il
Consiglio delle Città. A Roma fu opinion
del Salmasio , che nell’Anfiteatro tutte le ad
publiche distribuzioni si facesseroje inquel- ^g.p.374.
la di danaro, fatta a tempo di Marziale,
par si comprovi ciò dalla burla, ch’egli
dà a quel Cavaliere , il quale dopo rice-
vuto ciò che gli toccava , andò a carpire
altre monete ne'Cunei ulteriori. Ma negò/. 1.24.
con ragione Giacopo Gotofredo, che si
facesfe nel? Anfiteatro, o in Teatri, la di- adc.Pb.
stribuzione al popolo del pane, chiamato ^ann-civ-
Gradile perchè si dava sa gradi, L’Iscri-
zion Gruteriana del donativo dato al po-
polo da Claudio Cresimo per gradui, che
vien’addotta in tal proposito da ambedue ’75’
i sopranominati grand’ uomini, è falsa, in
che non è da entrar’ora.
Ma ben’altra Iscrizione legitima, e ve-
ra abbiamo, che può esser -di molto lume,
o per confermar le pasfete , o per acqui-
stare in quello punto notizie nuove. Sul
finire del passuto secolo si scavarono a
quattro miglia da Roma alcuni pezzi di
marmo con memorie spettanti al Collegio
de’dodici Fratelli Arvali. Quello era un
sacerdozio ordinato a far sagrifizj per l’u-
bertà delle campagne. Le Iscrizioni furon
subitopublicate da’Monsignor Torre ne’Mo- p, 386.
nu-
 
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