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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Oth.]; Berno, Pierantonio [Oth.]
Verona Illustrata (Parte Quarta Ed Ultima): Contiene Il Trattato In questa seconda edizione accresciuto anche di figure Degli Anfiteatri E Singolarmente Del Veronese — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1731

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https://doi.org/10.11588/diglit.62320#0095
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*77

LI B'KO

SECONDO.

178

le tende rosse, e ferrigne, e gialle, rifran-
geano s°Pra tutto il consessodegli Spettato-
ri, e /opra la Scena, e Iacea no ondeggiar
tutto co’ lor colori ; così poeticamente di-
pingendo 1’ apparenza prodotta dal moto de*
panni per vento ssuttuanti.
Ma non sì facile, come tutto ciò che del
Velario finor si è detto, è l’intendere, c 1’
immaginarli, come si potesse in tanta altez-
za, e in così ampio giro, tenerlo difleso, e
com. solle vato, e maneggiarlo a piacere . Sap-
a militi- piani da Lampridio, che vi si faceano assì-
dajsia- flere soidati di marina, per 1’ uso, e prati-
ca che aveano di regolar le vele; ma nulla
sappiam del modo. Nel Coliseo osservam-
mo, ove si moflrò 1’eli eri or recinto, 240
mensoloni di pietra, ne’ quali entravano al-
trettante antenne, che forando la cornice
sopravanzavano per tener su il Velario: ma
la difficoltà consifle in vedere, come folle

polli bile di llirar là su sì forte le grosse fu-
ni, e di farle flar tese in tanta larghezza,
quant’ era il diametro di tutto 1’ Anfitea-
tro. In quello sono unicamente entrati gli
Architetti di Roma, e bene ha rapprefen-
tato in disegno, come tal faccenda si dis-
ponessè, il Fontana , benché non abbia con
parole Spiegato il modo dell’ esecuzione.
Pongo qui la sua figura ; ma bisogna imma-
ginarvi qualche particolarità di più , per-
chè non divisando altro, si sarebbe bensì
potuto mettere in quel modo un tendone
silabile, ma non appare, come si potesseri-
tirarlo ad arbitrio, e rimetterlo; e pure Tap-
piamo a cagion d’esempio, che Caligola si t. a.
prendea spasso talvolta ne gli spettacoli gla-
diatorii, quando il Sole era più intenso, di
far levare la tenda improvisamente, vietan-
do a chiunque folse 1’ useire.


Non potea dunque tal lavorio altramen-
te disporsi, che col formar nel mezo un
grand’ anello ovale di grolla fune, pel qua-
le venisse a lasciarsi seoperta la maggior par-
te del Campo; il che era necessario ancora
per aver’aria, e lume, edera modo usato
non di rado dagli Antichi anche negli edilì-
zi, come nel Panteon d’ Agrippa si vede:
la tenda era per difender dal Sole, e da im-
provisa pioggia gli Spettatori, non il vacuo
patuia della piazza ; perciò forsè chiamò aperta ,
D^'edit e V“tente 1’ Arena Calpurnio. Quella fune
Arena. avrà avuto più anelli di metallo intorno,
Ver. llluftr. Parte IV.

che avran servito per attaccarvi le corde
maestre rendendo tanto più corto il tratto
di esfe, ed equivalendo a colonne, o altro
lodo ritegno che fossè slato in quel sito. Quan-
do occorreva preparar Giuochi, dovea que-
llo grand’ anello, per così chiamarlo por-
tarli nel mezo, e attaccarvi!! con rampini
più funi, quali ricapitate poi ciascuna dirit-
tamente nell’ alto della circonferenza, per
via di girelle, e d’ argani saranno tutte a
un tratto , e ugualmente siate inalzate ,
tirando insieme in alto la grossa fune, indi
raccomandate con sicurezza . Quello era
M come
 
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