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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Oth.]; Berno, Pierantonio [Oth.]
Verona Illustrata (Parte Quarta Ed Ultima): Contiene Il Trattato In questa seconda edizione accresciuto anche di figure Degli Anfiteatri E Singolarmente Del Veronese — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1731

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https://doi.org/10.11588/diglit.62320#0068
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123 DE GLI ANFITEATRI

aprono già, ma s’alzano sopra di esso.
Quelli gradini sono slati incogniti a Lipsio
ed a tutti gli altri , e malamente però è
slato creduto da tutti finora > che i più basi
si sbocchi mettessèro nella piazza, nato
l’ingannodall’alzamento del terreno,eh'or
si ragguaglia con essi; quando erano Vomi-
torj come gli altri, e per quattro gradini
interni , alti ciascheduno once otto, fia-
ccano aseender sui Podio, che veniva a for-
mare il quinto. Uno di quelli sbocchi ha
prelìò di noi conservati tutti gli antichi gra-
dini con la laftra ,che formava innanzi ad
essi il pavimento. Solamente nelle punte
dell’ovato le due gran porte, e le quattro
ad else laterali alquanto tagliavano della
sommità di quello muro per doverli rag-
guagliare col piano del campo . Notili pa-
rimente, come le due strade di mezo per
traverso nè son maggiori dell’altre comu-
ni, nè conducon nel Campo ; anzi avan-
zandoli tra due muraglie, terminai! nel
portico interiore, ed hanno per centra il
muro, onde chi veniva per elle, saliva poi
sui Podio per uno de’due prossimi Vomi-
toti. Così era indubitatamente anche nell’
Anfiteatro Romano , per le ragioni che
vedremo apprelso , e sola mente nello Ipa-
zio , eh’ è dal primo ingresso al terzo por-
tico, potrebbero esservi slati pilastri isóla-
ti, e comunicàzion ditte sirade, come si
suol mostrar ne’disegni. All’incontro nel-
le punte dell’ ovato erano due gran porte ,
delle quali scavando ho trovate le soglie,
che mettean nella piazza, e ho vedute le
grandi e grolle ladre del pavimento, sogna-
te dalla parte ellerna di qua e di là , e in-
cavate, probabilmente da cancelli di fer-
ro, che si aprivano, e serravano. Ho tro-
vato altresì, come i due sori laterali all’
una, e all’altra di quelle porte interiori
mettevano nel Campo aneli’essi, poiché in
vece de’quattro gradini> o de’segni di essi,
e del pavimento innanzi, hanno tutti una
ladra alquanto in pendenza che continua
quanto il muro, dalla quale con diseesa di
non più che l’importar d’un gradino si ca-
lava nel piano della piazza.
Gli Archi ederiori e primi, corrispon-
denti in retta linea a quelle due porte, e
degnati de i numerii, e XXXVII erano
più larghi di tutti gli altri. Le due firade,
nelle quali si vien per essi , son parimente
più spaziose, e quel ch’è ossèrvabile, non
si ristringono come l’altre procedendo al
punto , ma si tengono sempre nell’istessa
larghezza fino allo sbocco. Trapassati gli ar-
chi del corridor di mezo, parche si veggan
ne’ muri legnali di rastello, o porta, con
cui si dovea impedire ilpaiiar’oltra diritta-

mente a tutt’altri, che agli Attori,apren-
doli poi nel cominciar dello spettacolo.
Sopra l’arco dell’esterno ingresso, ch’or
disside, e fa porta, muro s’alza, nel qua-
le era un fènestrone alterato ora da i risar-
cimenti. Sopra per lo spazio di piedi 15
il soffitto è piano , poi segue in volta pen-
dente di tutta altezza , non avendo al di
sopra che i gradi, e proseguiva ancor più
avanti eh’ ora non fa , poiché i posterio-
ri accomodamenti, e il pogginolo aggiun-
to sopra gl’ingressi, non ci lasciano vedere
come la cosa per l’appunto si stesse . I
quattro pilastri isolati, che si veggono di
parte, e d’altra in quelle firade , sono ar-
cheggiati sopra : dovendoli avvertire, che
i muri da’quali al presènté si serrano que-
lli pilaliri, son moderni , e fatti per uso
d’ affittanze separate in que’luoghì. Se si
abbattessero però, e si serrasse con cancel-
li, servirebbero quegli spazii per conserve
di legnami ugualmente, e ne apparirebbe
la nobiltà dell’antico ingresso.
Tornando fuori, perii quattro archi la’
serali due per parte a i maggiori, s’entra
in altrettante vie aperte, e comunicanti
con quella di mezo, avendo fra sé quattro
altri pilastri parimente isolati. Queste quat-
tro vie terminavano nel secondo- portico:
le vòlte di esse sono a mezo cerchio assai
più basse, che quella mezana,e camminano
orizontalmente La larghezza precisa di
tutte queste vie s’intenderà, ove diremo;
i quella de’loro archi d’ingresso. Ma è no-
tabile sopratutto , come dovendo per ne-
cessità della sigura ovale riuseir tutte col
difetto di andarli ri fi ri agendo nel progre-
dire.; il saggio Architetto ha tenuta ugua-
le la più colpicua , e sempre neH’istesia
larghezza, facendo cader tutta l’imper-
fezione nelle due predirne laterali, i due
ultimi pilastri delle quali vengono però ad
ellèrsi assai vicini ma resta anche in esse
quali occultato il difetto, perchè non ter-
minano nel chiaro d’ua vano, ma in. mu-
raglia , che ha poco lume.
Agli archi citeriori 4, e 70, che prò,si-
{imamente da.una parte, e dall’altra suc-
cedono, corri spondono, come si vede, vie
diritte , quali trapalando i portici, e le cin-
te tutte tra muro e muro , conducono
nella piazza, e mettono in essa per gli a-
perti fori poco fa riferiti : talché sette di
qua, e sette di là erano gli archi edemi
alle due punte dell’ovato, per li quali pas-
sava chi dovea operar nel Campo, nè in es
sio altro ingresso, che li tre per parte accen-
nati, si avea. Tutto ciò è fuor di dubbio,
potendosene accertare ognuno con gli occhi
itici.
Ben
 
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