73
LIBRO
grande si additerà a suo luogo per una pie-
tra dalle funi del Velario incavata: ora il
proverò con tre insigni Lapide tuttavia esi-
/lenti, e da me collocate una pressò l’altra
nel publico Museo dell’ Accademia . La
prima, ch’èd’un Gladiator Reziario, po-
co esattamente si ha nel Gruserò, e negli
altri, e ninno ha oìservato in e/Ta la parti-
colarità /ingoiare del inoltrar la forma del?
armi di colloro.
/GENERA
' SO RETIAfe)
ÌOINVICTO
PVGNARVM
ó XXVIINALE
3 |XAN>kNQyi
MEVGNÀVtVK.
Rarissimi sono sì satti monumenti, nè
sapreidire, s’altro in oggi ne susii/la. De
i pochissimi di tal genere che si hanno alle
{lampe, ma non si veggono , non è anche
da credere a tutti. Quella sepolcral memo-
ria è d’un Gladiatore per nome Generoso,
che fu di condizion servile,di «^zowscioè
di patria) Alelsandrino, e di classe Rezia-
rio. Diverte furono le /pezie, eie manie-
re de’ Gladiatori, che si distingueano dal
velli mento, dall’ armi, e dal disferente mo-
do di combattere, per la qual varietà mol-
to s’aumentava il piacere negli spettacoli.
Io non entrerò in quello, avendone giàscrit-
to Lipsio dillintamente. Dirò solamente,
che le dalli più dell’altre celebrate negli
Scrittori furonquelle de’Secutori,e de’Re-
ziari!, quali combattean fra se . Iscrizion
d’ un Secutore-, ch’avea combattuto otto
volte, su già in Verona, e si legge nel Sa-
raina; ma elsendo ora perduta, ed. essóndo
fiata riferita /correttamente, non ne farò
uso. D’e/Ter di quella classe si vantò Com-
modo, e d’essèr primo in ella, e d’aver pe-
rò vinti, o uccisi Reziari! moltilsimi.Tan-
to abbiam da Lampridio, sopra il quale
scrivendo Salmasio,non ben’intese quaifòs-
sero i Secutori. Ma i Reziarii furon così
iasuìum. detti dal giacchio, con cui entravano in cam-
po ; cioè dalla rete, che gettavano al ni-
mico per invilupparlo;ferendolo' poi conia
fuscina, overo col pugnale,di cheandavan
guerniti. Ben dice Lipsio, che ne sarà ve-
Laer. i.1. nuta l’origine dal fatto di Pittaco , di cui
Str- fa la. vita Laerzio, e parla Strabene. Es-
jtk. i ivi 74
sendo colui Capitano de’ Mitilenei, com-
battè da corpo a corpo col Capitano degli
Ateniesi in sigura di pescatore; perchè in-
volse il nimico con una rete, che avea por-
tata seco nascofia, poi lo ferì con tridente,
e coltello.
Non dubiterà, che da quel fatto non {òsse
presa quella speziedi Gladiatori, chi osser-
veràa parte a parte, come l’altre ancora
rappresentavano il modo d’armeggiare, e
di combattere di qualche nazione, o pured’
alcun genere di milizia, o alludevano a
qualche fatto, folle Illorico, ofavoloso.I
siipplizj ancora , poich’ erano in figura di
spettacolo solcano elèguirsi senicamente,
prendendo spelso i motivi dal nome. Fin
quando i Gladiatori! Giuochi si facean nel
Foro, narra Strabene di quel ladro Sicilia-
no, che si Iacea chiamaredell'Etna*
e servi quali d’intermezo: poiché pollo so-
pra un’alta machina, che sigurava il mon-
te Etna, cadendo quella tutta a un tratto,
precipitò il reo tra le gabbie delle Fiere,
che parea covalsero in quella montagna, e
ne fu lacerato. Modi somiglianti si tennero
nell’ Ansiteatro con Orfeo, Laureolo, De-
dalo , e Leandro, mentovati da Marziale.
Quelle allusioni degli antichi negli spettaco-
li corrispondeano al loro operar ne’ lavori
manuali, dove per lo più anche gli utensi-
li, e gli usuali firumenti si faceano rappre-
sentar qualche cosa. Rendeasi nece/sana ne-
gli spettacolisì fatta quali mutazion di lee-
na, poiché duravano tutto il giorno. V’
eran Gladiatori, che combatteano a caval-
lo , de’ quali accederà di parlare altrove.
Ve n’ era, che pugnavano da i carri, detti
però E/sedarii, quali o imitavano il com-
batter degli antichi Orientali, o quel de’ Bel. G«l.
Britanni, de* quali che tal fo/se l’uso, inse->tb' 4‘
gna Cesare : però in fòrza d’augurio dicea
icherzando il Satirico a colui, che avrebbe Iuv Sa(
preso in guerra qualche Re straniero, e sa- 4. aut de
rebbe innanzi a lui da Britanno cocchio cadu-
toilRe Arvirago.SenestiamoaGiornande, iOm.c. z.
Anglico era anche il vocabolo d’Efsedo, ma
si vede usato fin da Cicerone più d’una voi- ve^jor
ta. Giunio Filargiro all’ incontro dissechia-
marsi Eisedo certo veicolo, da cui solcano
combattere i Galli. Giovinetti da carrife- dì«ì. 43-
ce combatterCesare negli spettacoli. Lascio
le selve, le caverne, le navi, che nell’An-
fiteatro si faceano veder talvolta;, lascio il
losio, e ia pompa, per cui sin nella fine
del quarto secolo accusò S. Ambrogio la os.
prodigalità del dillipare i patrimoni negli 4' e-z*°
Spettacoli ; e sino nella sin del quinto il
Console Turcio Asterionell’ Epigramma da
ini scritto sui Virgilio Mediceo, e publica-
to dal Cardinal Noris ne’Cenotasi Pisani,?. 444-
gran
LIBRO
grande si additerà a suo luogo per una pie-
tra dalle funi del Velario incavata: ora il
proverò con tre insigni Lapide tuttavia esi-
/lenti, e da me collocate una pressò l’altra
nel publico Museo dell’ Accademia . La
prima, ch’èd’un Gladiator Reziario, po-
co esattamente si ha nel Gruserò, e negli
altri, e ninno ha oìservato in e/Ta la parti-
colarità /ingoiare del inoltrar la forma del?
armi di colloro.
/GENERA
' SO RETIAfe)
ÌOINVICTO
PVGNARVM
ó XXVIINALE
3 |XAN>kNQyi
MEVGNÀVtVK.
Rarissimi sono sì satti monumenti, nè
sapreidire, s’altro in oggi ne susii/la. De
i pochissimi di tal genere che si hanno alle
{lampe, ma non si veggono , non è anche
da credere a tutti. Quella sepolcral memo-
ria è d’un Gladiatore per nome Generoso,
che fu di condizion servile,di «^zowscioè
di patria) Alelsandrino, e di classe Rezia-
rio. Diverte furono le /pezie, eie manie-
re de’ Gladiatori, che si distingueano dal
velli mento, dall’ armi, e dal disferente mo-
do di combattere, per la qual varietà mol-
to s’aumentava il piacere negli spettacoli.
Io non entrerò in quello, avendone giàscrit-
to Lipsio dillintamente. Dirò solamente,
che le dalli più dell’altre celebrate negli
Scrittori furonquelle de’Secutori,e de’Re-
ziari!, quali combattean fra se . Iscrizion
d’ un Secutore-, ch’avea combattuto otto
volte, su già in Verona, e si legge nel Sa-
raina; ma elsendo ora perduta, ed. essóndo
fiata riferita /correttamente, non ne farò
uso. D’e/Ter di quella classe si vantò Com-
modo, e d’essèr primo in ella, e d’aver pe-
rò vinti, o uccisi Reziari! moltilsimi.Tan-
to abbiam da Lampridio, sopra il quale
scrivendo Salmasio,non ben’intese quaifòs-
sero i Secutori. Ma i Reziarii furon così
iasuìum. detti dal giacchio, con cui entravano in cam-
po ; cioè dalla rete, che gettavano al ni-
mico per invilupparlo;ferendolo' poi conia
fuscina, overo col pugnale,di cheandavan
guerniti. Ben dice Lipsio, che ne sarà ve-
Laer. i.1. nuta l’origine dal fatto di Pittaco , di cui
Str- fa la. vita Laerzio, e parla Strabene. Es-
jtk. i ivi 74
sendo colui Capitano de’ Mitilenei, com-
battè da corpo a corpo col Capitano degli
Ateniesi in sigura di pescatore; perchè in-
volse il nimico con una rete, che avea por-
tata seco nascofia, poi lo ferì con tridente,
e coltello.
Non dubiterà, che da quel fatto non {òsse
presa quella speziedi Gladiatori, chi osser-
veràa parte a parte, come l’altre ancora
rappresentavano il modo d’armeggiare, e
di combattere di qualche nazione, o pured’
alcun genere di milizia, o alludevano a
qualche fatto, folle Illorico, ofavoloso.I
siipplizj ancora , poich’ erano in figura di
spettacolo solcano elèguirsi senicamente,
prendendo spelso i motivi dal nome. Fin
quando i Gladiatori! Giuochi si facean nel
Foro, narra Strabene di quel ladro Sicilia-
no, che si Iacea chiamaredell'Etna*
e servi quali d’intermezo: poiché pollo so-
pra un’alta machina, che sigurava il mon-
te Etna, cadendo quella tutta a un tratto,
precipitò il reo tra le gabbie delle Fiere,
che parea covalsero in quella montagna, e
ne fu lacerato. Modi somiglianti si tennero
nell’ Ansiteatro con Orfeo, Laureolo, De-
dalo , e Leandro, mentovati da Marziale.
Quelle allusioni degli antichi negli spettaco-
li corrispondeano al loro operar ne’ lavori
manuali, dove per lo più anche gli utensi-
li, e gli usuali firumenti si faceano rappre-
sentar qualche cosa. Rendeasi nece/sana ne-
gli spettacolisì fatta quali mutazion di lee-
na, poiché duravano tutto il giorno. V’
eran Gladiatori, che combatteano a caval-
lo , de’ quali accederà di parlare altrove.
Ve n’ era, che pugnavano da i carri, detti
però E/sedarii, quali o imitavano il com-
batter degli antichi Orientali, o quel de’ Bel. G«l.
Britanni, de* quali che tal fo/se l’uso, inse->tb' 4‘
gna Cesare : però in fòrza d’augurio dicea
icherzando il Satirico a colui, che avrebbe Iuv Sa(
preso in guerra qualche Re straniero, e sa- 4. aut de
rebbe innanzi a lui da Britanno cocchio cadu-
toilRe Arvirago.SenestiamoaGiornande, iOm.c. z.
Anglico era anche il vocabolo d’Efsedo, ma
si vede usato fin da Cicerone più d’una voi- ve^jor
ta. Giunio Filargiro all’ incontro dissechia-
marsi Eisedo certo veicolo, da cui solcano
combattere i Galli. Giovinetti da carrife- dì«ì. 43-
ce combatterCesare negli spettacoli. Lascio
le selve, le caverne, le navi, che nell’An-
fiteatro si faceano veder talvolta;, lascio il
losio, e ia pompa, per cui sin nella fine
del quarto secolo accusò S. Ambrogio la os.
prodigalità del dillipare i patrimoni negli 4' e-z*°
Spettacoli ; e sino nella sin del quinto il
Console Turcio Asterionell’ Epigramma da
ini scritto sui Virgilio Mediceo, e publica-
to dal Cardinal Noris ne’Cenotasi Pisani,?. 444-
gran