Giunta alle Addendo
DOve trattando degli Scrittori Veronesi si
è parlato d’Alessàndro Radice, poteva
aggiungerli, com’egli fu, che diresse la grand’
impresa del nuovo alveo fatto al Po l’anno 1604,
e detto il Taglio di Portovero : opera non infe-
riore alle Romane, e che cotto al Principe sei-
cénto mila ducati. Imponìbile se ne filmava
la riuscita per le gran sorgenti, che s’incontra-
vano nel profondar^ ; al che rimediò egli con
una sua machina, che diseccava prettamente
quant’acqua sapea dai' fuori. L’istettò Radice
intraprese, e condusse a fine la Brenta novissi-
ma, cioè il taglio che va dalla Mira al porto
di Brondolo, e che fu il secondo preservativo
delle Lagune, come. 1’ altro taglio detto Bren-
ta nuova, fatto da Fra Giocondo, e chesispic-
ca dal Dolo, era fiato il primo. La gloria ve-
ramente dell’ una , e dell’ altra impresa vien
contrattata al Radice in certe Contradizioni,
che fece la nottra Città alla sua propotta per
la regolazione dell’ Adige , quali si hanno alla
jstampa, e si tocca specialmente in esse che 1’
asciugar 1’ acqua nel primo lavoro venisse da
cert’ altro Veronese, il quale si valeslè della
ruota insegnata da Vitruvio nel libro decimo, e
da lui chiamata Timpano:ma il Signor Bernar-
dino Zendrìni, giudice in quella materia inap-
pellabile, avendo veduto in originale gli atti di
que’tempi, e più scritture savissime del Radi-
ce per occasion del Po, e della Brenta , assicu-
ra, che dì lui fu l’un’opera e 1’altra; e tanto
confermano alcune sue lettere conservate da chi
scrive, benché di esse non si sovvenisse a suo luo-
go. Alcuni anni dopo fu il medesimo valentuomo
chiamato a Venezia constipendio di ducati 500
per istruire nella materia del? aque, e per for-
mare Periti, e Proti, come qui si chiamano'.
Dove trattando de’Musei di Verona si è par-
lato della Medaglia di Godio Albino, che ha
il nuovo riverso de’ Triumviri, potea notarli ,
come si alluse con ciò senza dubbio att’esser pa-
rimente allora diviso 1’ Imperio in tre , come
notò Dione, di cui sono quelle parole nel com-
pendio di Sisilino : imperciochè tre surono allora
che asfunfero il governo} avendo ciafcheduno (otto
di fe tre Legioni Romane > e molti esterni ajuti :
Severo , Negro, e Albino.
Da’ Ritratti, nominati nella Prefazione a
gli Scrittori, si levino i nomi de’due Zanchi,
che son Bergamaschi: i nottri Zanchi sono Le-
lio, e Alessandro , come è già detto , ove si
parla di etti : qualche epigramma si ha anco-
ra ne* Mss. d’ un Basilio diverso dal Berga-
masco.
NOI REFORMATORI
DELLO STUDIO DI PADOVA.
AVendo veduto per la Fede di Revisioné, ed Approvazione del P. F. Gìo: Paolo Mazzolerà Inquisito-
toredi Verona , nel Libro intitolato Verona llluftrata, non v’esièr cosa alcuna contro la Santa Fede
Cattolica, e parimente per afsettato del Segretario Nostro, niente centra Principi , e buoni
costumi, concediamo licenza a Jacopo Valiarfi, e Pierantonio Berno Libraj in Verona , chepossi
esseré stampato, osservando gli ordini in materia di Stampe, e presentando le solite copie alle
Publiche Librarie di Venezia, e di Padova. ’
Dat.22.Febr. 1730.
( Carlo Rubini Kav. Ris.
( Alvi (e Pifani Kav. Proc, Ris»
( Z> Piero Pasqualiso Ris.
Agoftmo òadaldìm Segr.
DOve trattando degli Scrittori Veronesi si
è parlato d’Alessàndro Radice, poteva
aggiungerli, com’egli fu, che diresse la grand’
impresa del nuovo alveo fatto al Po l’anno 1604,
e detto il Taglio di Portovero : opera non infe-
riore alle Romane, e che cotto al Principe sei-
cénto mila ducati. Imponìbile se ne filmava
la riuscita per le gran sorgenti, che s’incontra-
vano nel profondar^ ; al che rimediò egli con
una sua machina, che diseccava prettamente
quant’acqua sapea dai' fuori. L’istettò Radice
intraprese, e condusse a fine la Brenta novissi-
ma, cioè il taglio che va dalla Mira al porto
di Brondolo, e che fu il secondo preservativo
delle Lagune, come. 1’ altro taglio detto Bren-
ta nuova, fatto da Fra Giocondo, e chesispic-
ca dal Dolo, era fiato il primo. La gloria ve-
ramente dell’ una , e dell’ altra impresa vien
contrattata al Radice in certe Contradizioni,
che fece la nottra Città alla sua propotta per
la regolazione dell’ Adige , quali si hanno alla
jstampa, e si tocca specialmente in esse che 1’
asciugar 1’ acqua nel primo lavoro venisse da
cert’ altro Veronese, il quale si valeslè della
ruota insegnata da Vitruvio nel libro decimo, e
da lui chiamata Timpano:ma il Signor Bernar-
dino Zendrìni, giudice in quella materia inap-
pellabile, avendo veduto in originale gli atti di
que’tempi, e più scritture savissime del Radi-
ce per occasion del Po, e della Brenta , assicu-
ra, che dì lui fu l’un’opera e 1’altra; e tanto
confermano alcune sue lettere conservate da chi
scrive, benché di esse non si sovvenisse a suo luo-
go. Alcuni anni dopo fu il medesimo valentuomo
chiamato a Venezia constipendio di ducati 500
per istruire nella materia del? aque, e per for-
mare Periti, e Proti, come qui si chiamano'.
Dove trattando de’Musei di Verona si è par-
lato della Medaglia di Godio Albino, che ha
il nuovo riverso de’ Triumviri, potea notarli ,
come si alluse con ciò senza dubbio att’esser pa-
rimente allora diviso 1’ Imperio in tre , come
notò Dione, di cui sono quelle parole nel com-
pendio di Sisilino : imperciochè tre surono allora
che asfunfero il governo} avendo ciafcheduno (otto
di fe tre Legioni Romane > e molti esterni ajuti :
Severo , Negro, e Albino.
Da’ Ritratti, nominati nella Prefazione a
gli Scrittori, si levino i nomi de’due Zanchi,
che son Bergamaschi: i nottri Zanchi sono Le-
lio, e Alessandro , come è già detto , ove si
parla di etti : qualche epigramma si ha anco-
ra ne* Mss. d’ un Basilio diverso dal Berga-
masco.
NOI REFORMATORI
DELLO STUDIO DI PADOVA.
AVendo veduto per la Fede di Revisioné, ed Approvazione del P. F. Gìo: Paolo Mazzolerà Inquisito-
toredi Verona , nel Libro intitolato Verona llluftrata, non v’esièr cosa alcuna contro la Santa Fede
Cattolica, e parimente per afsettato del Segretario Nostro, niente centra Principi , e buoni
costumi, concediamo licenza a Jacopo Valiarfi, e Pierantonio Berno Libraj in Verona , chepossi
esseré stampato, osservando gli ordini in materia di Stampe, e presentando le solite copie alle
Publiche Librarie di Venezia, e di Padova. ’
Dat.22.Febr. 1730.
( Carlo Rubini Kav. Ris.
( Alvi (e Pifani Kav. Proc, Ris»
( Z> Piero Pasqualiso Ris.
Agoftmo òadaldìm Segr.