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Marcinkowski, Wojciech [Hrsg.]; Zaucha, Tomasz [Hrsg.]; Museum Narodowe w Krakowie [Hrsg.]
Plaster casts of the works of art: history of collections, conservation, exhibition practice ; materials from the conference in the National Museum in Krakow, May 25, 2010 — Krakau, 2010

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https://doi.org/10.11588/diglit.21832#0092
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Steffi Roettgen

Abbild und Urbild im Dialog.

Gemäß Mitteilung von ßonfini an Pelli, 25. Juli 1775
(Florenz, agu, Filza viii, 1775, ins. 34). Vorausge-
setzt, alle Teile wurden zu dieser Pauschale erwor-
ben, müßte Ciampi 2450 Zecchinen erhalten
haben.

„Del qual getto fu intagliata l'opera che fu data alla
pubblica luce e perciö stimo uno dei migliori"
(Schreiben von Vincenzo Ciampi, vom 30. Juni
1775, Florenz, agu, Filza viii, 177s, ins. 34).

Unklar bleibt, wie sich Patch und Ciampi mitein-
ander arrangierten. Möglicherweise verdienten
beide an dem Verkauf. Bs hat außerdem den
Anschein, daß sie die beiden Exemplare gegenein-
ander austauschten. Als Ihomas Patch 1783 starb,
befand sich lt. Gazzetta Toscana in seiner Erb-
masse „il primo getto delia famosa Porta del Ghi-
berti del Tempio S. Giovanni di questa Gitta"
(F. Borroni Salvadori, Memorialisti e diaristi
a Firenze nel periodo leopoldino 176s 1790; Spigo-
lature d'arte e di costume, „Annali della Scuola
Normale Superiore di Pisa, Classe di Fettere
e Filosofia", 3. Ser., 9,1979, s. 1189 -1290, hier s. 1238.
Angesichts der Dokumente zum Verkauf von 1775
muß es sich bei diesem Exemplar um die mit Öl
eingelassene Version gehandelt haben. Über ihren
weiteren Verbleib ist nichts bekannt.

Die Empfangsbestätigung vom 5. August 1775 ist
von Giuseppe Piattoli (1745 1823) unterschrieben,
der sich als „aiuto del Padre nella Scuola del diseg-
nio" bezeichnet. Als Begründung dafür, daß
er an Stelle seines Vaters firmiert, wird angegeben,
er könne nicht unterschreiben „per avere la Mano
dritta impedita." Über die „scuola del disegno
e dell'intaglio in rame": F. Borroni Salvadori, Ü coin-
volgimento dell'Accademia del disegno nella politica
artistica-museale del Granduca Piętro Leopoldo,
„Rassegna Storica Toscana, 31,1985, s. 21.

„Converrebbe avere nella Casa dellAccademia
un luogo riservato con sicurezza, ed in situazione
ancora che avessero un Lume favorevole onde
potesse bene risaltare i chiari e scuri" (Stellun-
gnahme des Luogotenente Federighi vom 14. Juni
1775, Firenze, agu 1775, ins. 34).

Der Gipsabguss aus der Werkstatt des Oronzo Lelli,
der sich heute in der Florentiner Gipsoteca des
Istituto d'arte an der Porta Romana befindet, misst
570 x 420 cm. Lt. Poeschke, op. cit., s. 70, betragen
die Maße der Tür 506 x 287 cm, die Differenz
entfällt auf die rahmenden Teile.

71 S. Roettgen, La cultura dell'Antico nella Firenze del
Settecento: una proposta di lettura, „Studi di Storia
dellArte" 20, 2010, s. 181 - 204, hier S. 196 198.

73 Dies geht aus seinem Schreiben an Giuseppe Querci,
den damaligen Inspektor der Galerie, vom 23.3.1771
hervor, in dem er schreibt: „Del segreto per pulire
i bronzi mi sono informato e tutti mi dicono che
mai si sono serviti d'altro che dell' acqua, del agro
del Limone, e bisognando, del bulino" (gesamtes
Dokument in Roettgen, Anton RaphaelMengs...,
S.536).

74 Auch der Madrider Abguss zeigt diese auf die Ver-
krustungen zurückzuführende Ungenauigkeit,
s. Negrete Piano, op. cit, s. 45 - 46.

75 Milanesi, op. cit., s. 219.

76 „Di piü in quest'occasione e stato osservato che
non tanto le figure rappresenta[d ]o i fatti della
Sacra Scrittura quanto i fregi che le ornano son
formte di una bellissima doratura la quale si tro-
vava sotterrata dalla polvere, e dalla terra che si era
attaccata sopra nel decorso di tant'anni" („Gazzetta
Toscana", 27. Juli 1771, Nr. 30, s. 118)

77 Milanesi, op. cit, s. 218, doc. 1.

78 Ignazio Hugford, Francesco Ianssens, Innocenzo
Spinazzi, s. Milanesi, op. cit., s. 219, doc. 11.

79 Milanesi, op. cit, s. 218 - 219 (Dokument u vom 4.
April 1772). Eher wird festgestellt, daß die Reliefs
der Tür „restano quasi affatto coperti ed intasati
dalla polvere e sudiciume che toglie una gran parte
di pregio non solo alia finezza e raritä del lavoro,
quanto alla doratura sopra di essa tuttavia
esistente".

80 „Mai piü concederemmo licenza di formare
da d.a Porta tanto piü che innumerabili altre scul-
ture vi sono che mi sembrano migliori e questa
ben considerata par piü che riguardevole come
monumento della istoria delie arti e che lusinga
i fiorentini che per un Modello perfecta e senza
eeeezione" (Mlanesi, op. cit, doc. iv, s. 219 - 221).

M. Fileti Mazza, B. Tomasello, Galleria degli Ußizi
1758 -177s: la politica museale di Raimondo Cocchi,
Modena 1999; M. Fileti Mazza, E. Spalletti,
B. Tomasello, La Galleria „rinnovata" e „aecresciuta".
Gli Ußizi nella prima epoca lorenese, Florenz 2008.

82 Cocchi bezieht sich auf einen (nicht erhaltenen)
Brief von Mengs an Pacini in dem er „offerse
di proprio moto un'Istruzione per ricoprirla come

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