DI TINTO DI DIRCI 11
Che la meravigliosa lira di Anfione fosse a lui stata
data dalle Muse stesse il disse già Ferecide, donde lo trasse
lo scoliaste Villoisoniano *) e forse anche quello di Apol-
lonio Rodio 2). Ed in questa lira appunto, come narra
Pausania 3) accadde l'invenzione della corda detta vri<m ,
ricordata quindi nel nome di NwV, eh' ebbe una figlia di
Anfione stesso, o secondo altri una figlia o un figlio di Zeto
ed ih quello di Nw<ra* che diessi alle porte stesse di Te-
be 4).
Al contrario di Anfione, che accorre verso il toro , Zeto
chiaramente mostra essersene allontanato. E l'atto in cui
egli è d' azzuffarsi con Lieo, che ha già rovesciato, mo-
stra ad evidenza , che dopo aver ligata Dirce al toro , aven-
do veduto Lieo accorrere a liberarla, egli ha spinto il
quadrupede nella contraria direzione, ed è accorso per im-
pedire il passo a Lieo, la cui disfatta annunciata dalla sua
caduta indica abbastanza che ogni sua difesa tornerà vana.
Non è nuovo in questo mito che siesi variato circa
segg.) e poi novellamente nelle monete di pure Pausania lib. IX cap. 5. Secondo
Ruvo (vedi numor. rubasi, calai, p. i5). Apollodoro biblioth. lib. Ili cap. 5 la lira
Veggasi anche ciò che se ne è detto nel di Anfione fu dono di Mercurio. Vedi i
mio bullettino archeologico anno I p. 119, frammenti di Ferecide raccolti dallo Sturz
anno II pag. 52, e 149. A nessuno più pag. 127 srgg. Il citato scoliaste di Apol-
che ad Anfione conveniva questo reli- Ionio riferisce anche l'opinione di Dio-
gioso attributo che par qui simbolico scoride secondo il quale quella lira fu
della portentosa e mistica sua lira ch'era dono di Apollo. Vedi pure gli scolii ari
pure il simbolo delle elevate sue dottrine Odyss. T. v. 523.
non men religiose che civili ( Horat. ari. 3) Lib. IX cap. 8.
v. 3g4- seqq. ). 4) Schol. ad Eurip. Phoenis. v.
1) Ad lliad. lib. IV r. 3o2. un e Pausan. 1. c. Vedi Pherecyd.
2) Ad Argon, ljb. I v. 741. Vedi fragm. a Sturz. p. i3o seg.
Che la meravigliosa lira di Anfione fosse a lui stata
data dalle Muse stesse il disse già Ferecide, donde lo trasse
lo scoliaste Villoisoniano *) e forse anche quello di Apol-
lonio Rodio 2). Ed in questa lira appunto, come narra
Pausania 3) accadde l'invenzione della corda detta vri<m ,
ricordata quindi nel nome di NwV, eh' ebbe una figlia di
Anfione stesso, o secondo altri una figlia o un figlio di Zeto
ed ih quello di Nw<ra* che diessi alle porte stesse di Te-
be 4).
Al contrario di Anfione, che accorre verso il toro , Zeto
chiaramente mostra essersene allontanato. E l'atto in cui
egli è d' azzuffarsi con Lieo, che ha già rovesciato, mo-
stra ad evidenza , che dopo aver ligata Dirce al toro , aven-
do veduto Lieo accorrere a liberarla, egli ha spinto il
quadrupede nella contraria direzione, ed è accorso per im-
pedire il passo a Lieo, la cui disfatta annunciata dalla sua
caduta indica abbastanza che ogni sua difesa tornerà vana.
Non è nuovo in questo mito che siesi variato circa
segg.) e poi novellamente nelle monete di pure Pausania lib. IX cap. 5. Secondo
Ruvo (vedi numor. rubasi, calai, p. i5). Apollodoro biblioth. lib. Ili cap. 5 la lira
Veggasi anche ciò che se ne è detto nel di Anfione fu dono di Mercurio. Vedi i
mio bullettino archeologico anno I p. 119, frammenti di Ferecide raccolti dallo Sturz
anno II pag. 52, e 149. A nessuno più pag. 127 srgg. Il citato scoliaste di Apol-
che ad Anfione conveniva questo reli- Ionio riferisce anche l'opinione di Dio-
gioso attributo che par qui simbolico scoride secondo il quale quella lira fu
della portentosa e mistica sua lira ch'era dono di Apollo. Vedi pure gli scolii ari
pure il simbolo delle elevate sue dottrine Odyss. T. v. 523.
non men religiose che civili ( Horat. ari. 3) Lib. IX cap. 8.
v. 3g4- seqq. ). 4) Schol. ad Eurip. Phoenis. v.
1) Ad lliad. lib. IV r. 3o2. un e Pausan. 1. c. Vedi Pherecyd.
2) Ad Argon, ljb. I v. 741. Vedi fragm. a Sturz. p. i3o seg.