54 QUARANTA
in Livio ed in alcuni monumenti campani 2); o qualche
altro colla stessa iniziale. Pertanto, senza perderci in divina-
zioni, che per la multiplicità loro ci lascerebbero sempre in-
certi e scontenti, meglio sarà indagare il nome ^IITHyn, con
premettere, che i suoni delle parole dijDendendo dalla geo-
grafia, non tutt'i popoli son capaci di pronunziarne alcuni,
come non tutt' i climi producono certe piante. Allo zend,
per esempio, manca la L 3), al messapico l'C7*4), ed al chi-
nese riesce impossibile il profferire la R 5). Ora gli Oschi
non avevano PO; non altrimenti che gli antichissimi Latini
mancavano della canina lettera. O, dice Prisciano, aliquot
Italiae civitates non habebant, sed loco eiusponebant V} et
maxime Umbri et Tusci 6). Ma un popolo, che geme sotto
la spada del vincitore, non può non adottarne alcune parole;
e gli Oschi soggiogati da'Romani necessità stringeva prima
di pronunziare, e poi di scrivere romane voci. Sicché, acqui-
stata coli'andar del tempo maggior dimestichezza colla lingua
del Lazio, e dovendone scrivere i nomi, furono obbligati a
trovare un segno per esprimere l'O, e desso fu il sovrapporre
un punto alla V del patrio alfabeto. Sicché dal loro V si
sviluppò l'O, come dall'£7 sanscrito emanò PO breve dello
zend; tal che da gàus (bos) del primo, fecesi gàos nel secondo.
E vuoisi avvertire in confermazione di quanto diciamo, che
questo V col punto nelle voci osche KVM, NWLANVS,
e P/^ST7della tavola Baritina e di altri monumenti, passano
1) Lib. IX, 26.
2) t,anzi Saggio I, tav. II, n. 11,
pag. 322. Avellino Bullett. a. VI, p. 5l.
5) Kopp. r. Gr. S. 43.
4) Momsen Iscr. Messqp. pag. *3.
5) Pott. E, F. II, S. 101.
6) Pag. 860. Putsch,
in Livio ed in alcuni monumenti campani 2); o qualche
altro colla stessa iniziale. Pertanto, senza perderci in divina-
zioni, che per la multiplicità loro ci lascerebbero sempre in-
certi e scontenti, meglio sarà indagare il nome ^IITHyn, con
premettere, che i suoni delle parole dijDendendo dalla geo-
grafia, non tutt'i popoli son capaci di pronunziarne alcuni,
come non tutt' i climi producono certe piante. Allo zend,
per esempio, manca la L 3), al messapico l'C7*4), ed al chi-
nese riesce impossibile il profferire la R 5). Ora gli Oschi
non avevano PO; non altrimenti che gli antichissimi Latini
mancavano della canina lettera. O, dice Prisciano, aliquot
Italiae civitates non habebant, sed loco eiusponebant V} et
maxime Umbri et Tusci 6). Ma un popolo, che geme sotto
la spada del vincitore, non può non adottarne alcune parole;
e gli Oschi soggiogati da'Romani necessità stringeva prima
di pronunziare, e poi di scrivere romane voci. Sicché, acqui-
stata coli'andar del tempo maggior dimestichezza colla lingua
del Lazio, e dovendone scrivere i nomi, furono obbligati a
trovare un segno per esprimere l'O, e desso fu il sovrapporre
un punto alla V del patrio alfabeto. Sicché dal loro V si
sviluppò l'O, come dall'£7 sanscrito emanò PO breve dello
zend; tal che da gàus (bos) del primo, fecesi gàos nel secondo.
E vuoisi avvertire in confermazione di quanto diciamo, che
questo V col punto nelle voci osche KVM, NWLANVS,
e P/^ST7della tavola Baritina e di altri monumenti, passano
1) Lib. IX, 26.
2) t,anzi Saggio I, tav. II, n. 11,
pag. 322. Avellino Bullett. a. VI, p. 5l.
5) Kopp. r. Gr. S. 43.
4) Momsen Iscr. Messqp. pag. *3.
5) Pott. E, F. II, S. 101.
6) Pag. 860. Putsch,