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Memorie della Regale Accademia Ercolanese di Archeologia — 4,1.1852

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Avellino, Francesco Maria: Il mito di Talo: memoria; letta alla Reale Accademia Ercolanese nell'anno 1837
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https://doi.org/10.11588/diglit.14101#0069
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MITO Di TALO 5j

zione dì bronzo , da altri essere un uomo di bronzo
dato da Dedalo a Minosse, ed in ciò è facile il rammen-
tarsi le autorità, che abbiamo già riferite, consentanee a
ciò che scrive Apollodoro. Talo ( egli soggiugne ) aveva
una vena che dal collo ( àtf' atr^eVo? ) estcndevasi fino
a' calcagni , e sulla pelle, che la covriva , era infisso un
chiodo di bronzo. Tre volte al giorno percorreva l1 isola
per custodirla , e così avendo scoverta la nave Argo, che
ad essasi approssimava,, col lanciar delle pietre l'allon-
tanava. Medea co' suoi inganni lo uccise , o che avesse
co' suoi farmachi destato in lui il furore , o che , come
altri diceva , avesse staccato da lui il chiodo colla
promessa di renderlo immortale. Chiaro è come in questa
narrazione in diverse cose si varii dal detto di Apol-
lonio rodio, che per altro si segue nelle parti più éssen-
ziali. E precisamente è notevole come la vena o fistula
di Talo , che Apollonio seguendo Sofocle riteneva essere
al solo calcagno, venga da Apollodoro situata dal collo al
calcagno, e fatta covrire da un chiodo di bronzo. Leggesi
inoltre in Apollodoro che a Talo alcuni davano la deno-
minazione di Taupog, circos-tanza che non si narra da alcun
altro. Il Mitscherlich seguito dallo Heyne ha creduto do-
versi emendare nel testo di Apollodoro oùpos in vece di
Tavpog, ed ha quindi creduto darsi a Talo il nome di cu-
stode per la custodia dell' isola a (fidatagli »). Ma bene
osserva il sig. cav, Wclcker che questa correzione manca
di certezza 2). Quantunque sia difficile 1*indicar con pre-

1) Heyne ad Apoll. 1. c. p. io3. I pag. y5.

2) Die Griechìsch. Tragoed. tom. ■ •

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