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Memorie della Regale Accademia Ercolanese di Archeologia — 4,1.1852

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Quaranta, Bernardo: I funerali di Archemoro rappresentati sopra un vaso greco di Creta pitturata del R. Museo Borbonico: memoria
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https://doi.org/10.11588/diglit.14101#0158
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146 QUARANTA

sganasciarmi di risa di ciò che vi fate e vi dite, ma me

10 impedirono i pannilini, e la lana, colla quale m'avete
sigillate le gote.

Cosi dicendo il ricopri la morte.

Or se il morto , rivoltandosi e stando appoggiato sul
gomito dicesse queste parole, non crederemo noi che par-
lasse egli ragionevolissimamente? Nulla di meno i pazzi
gridano e mandano a chiamare alcun sofista di lamenta-
zioni, il quale ha fatto raccolta di molte antiche calami-
tose novelle. Questo usano per aiutatore e capocoro delle
lor pazzie ; e quando egli incomincia, essi accompagnano

11 suo cantare. Alcuni ancora hanno stabilito certi com-
battimenti ed orazioni funebri sopra la sepoltura , come
se abbisognasse il morto di avvocati e di testimoni presso
i giudici dell' inferno. Dopo tutte queste cose, vi è la cena
preparata alla quale vengono i congiunti , e consolano i
parenti del morto, e gli persuadono a gustare alquanto
di cibo, benché non abbisognino essi di molta violenza
per farlo, perchè stati essendo macerati da una fame di
tre giorni, porgono ad essi orecchio assai volentieri. In-
tanto dicono loro: E sino a quando piangeremo noi in
questo modo ? Lascia in riposo quelP anima beata ; e se
pure deliberato hai di piangere per sempre, maggiormente
ti si conviene perciò di prender cibo, per potere lunga-
mente resistere a tanto pianto. E sono allora da tutti re-
citati quei due versi di Omero :

Ricordò il libo JMiobe ben chiomata ,

Nè il ventre a* Greci pianger lascia i morti.
 
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