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Memorie della Regale Accademia Ercolanese di Archeologia — 4,1.1852

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Quaranta, Bernardo: I funerali di Archemoro rappresentati sopra un vaso greco di Creta pitturata del R. Museo Borbonico: memoria
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https://doi.org/10.11588/diglit.14101#0178
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l66 QUARANTA

Spinse d'Inferno ai laghi.

Ma co'rischi un gran cor non si consiglia.

Perchè fra quelli cui morir conviene ,

Alcun trapassa i gelid' anni e giace

In tenebrosa pace,

Nè bella gloria di beli' opre ottiene ?

Ah ben tentar vogl' io questo cimento:

Così fausto per te n' abbia l'evento !

Disse, nè indarno: chè destrieri alati,
E biga luminosa
Gli offerse Enosigeo ;
Onde il crude] cedèo
Principe, in onta del suo braccio , ai fati.
Tolse il giovin eroe la casta sposa,
E sei duci ne ottenne al cielo amici.
Or con lugubri uffici

D'Alfeo sul margo, ove il suo cener posa,
Presso un aitar gli Achei piangonlo a gara,
E adora il peregrin la tomba e l'ara.

Ma qui Pindaro per crescer lode a Pelope non toccava
di Mutilo cocchier di Enomao, stato la vera cagione della
vittoria. Poiché invaghitosi costui d'Ippodainia non ne
avrebbe impetrato giammai veruna mercede. Ma, perfetta
maestra d'inganni, presa come fu colei di Pelope, pensò di
alimentare le speranze dell' importuno amatore fino a quel
tempo inutili, affinchè egli maniera trovato avesse di far
salvo il suo caro nel periglioso cimento 1). Che avrebbe do-

i) Vedi lo Scoliaste di Licofrone V. i56-
 
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