I FUNERALI DI ARCHEMORO 191
pici in onor di Pelope »), o almeno di avere in Olimpia
eretta un' ara a quel forte che gli era materno avolo 2).
Lo stesso Ercole, qual figliuolo d'Alcmena, imparentavasi
coli' avito sangue d' Acrisio, perchè colei ebbe comune la
patria e la bellezza con Danae 3). Ora chi erano tutti costoro
se non i precursori della gloria di colui, -che avendo ri-
portata la corona de'giuochi Ncmei, ne aveva ottenuto in
premio questo bellissimo vaso ? Chi erano se non coloro ,
cui doveva cercar d'imitare un concorrente a que'giuochi,
e toglierli ad esempio dell' agilità sua , e cercar anche di
superarli se fosse stato possibile? Questa dunque e non altra
è la significazione delle moltiplici figure dipinte in questo
vaso; come lo eran gli encomii, con cui Pindaro inteso a
crescere vanto ai vincitori andava alzando a cielo la gloria
degli antenati, e celebrava i sommi pregi di Ercole 4).
Quindi col darsi il nostro vaso in premio ad un vincitor
de'Nemei, pareva che si dicesse: Costui emulando alla forza
ed al coraggio degli avi non rimarrà contento al riporlato
trionfo. Altri onori lo attendono ne' campi dell' Elide, ove
correrà più veloce di Pelope. Saprà vincere la ferocia, la
forza, e la velocità delle più formidabili belve, fossero
anche alati grifoni. Dotato di prepotente robustezza, potrà
giungere come Ercole a' confini della terra , e quivi novello
Atlante sostenere il cielo. E date alla fin delle fini le ultime
pruove di forza come Alcide, si meriterà pompose tenie, o
1) Pindaro Nem. X , 60. Solino 3) Pindaro Nem. X, 19. Stazio X,
Potyh. c. 140. 891.
2) Pindaro 01. 1, 146, Apollodoro 4) Nem. I, 48.
II, 8, 2, Pausania VI, i3, 1.
pici in onor di Pelope »), o almeno di avere in Olimpia
eretta un' ara a quel forte che gli era materno avolo 2).
Lo stesso Ercole, qual figliuolo d'Alcmena, imparentavasi
coli' avito sangue d' Acrisio, perchè colei ebbe comune la
patria e la bellezza con Danae 3). Ora chi erano tutti costoro
se non i precursori della gloria di colui, -che avendo ri-
portata la corona de'giuochi Ncmei, ne aveva ottenuto in
premio questo bellissimo vaso ? Chi erano se non coloro ,
cui doveva cercar d'imitare un concorrente a que'giuochi,
e toglierli ad esempio dell' agilità sua , e cercar anche di
superarli se fosse stato possibile? Questa dunque e non altra
è la significazione delle moltiplici figure dipinte in questo
vaso; come lo eran gli encomii, con cui Pindaro inteso a
crescere vanto ai vincitori andava alzando a cielo la gloria
degli antenati, e celebrava i sommi pregi di Ercole 4).
Quindi col darsi il nostro vaso in premio ad un vincitor
de'Nemei, pareva che si dicesse: Costui emulando alla forza
ed al coraggio degli avi non rimarrà contento al riporlato
trionfo. Altri onori lo attendono ne' campi dell' Elide, ove
correrà più veloce di Pelope. Saprà vincere la ferocia, la
forza, e la velocità delle più formidabili belve, fossero
anche alati grifoni. Dotato di prepotente robustezza, potrà
giungere come Ercole a' confini della terra , e quivi novello
Atlante sostenere il cielo. E date alla fin delle fini le ultime
pruove di forza come Alcide, si meriterà pompose tenie, o
1) Pindaro Nem. X , 60. Solino 3) Pindaro Nem. X, 19. Stazio X,
Potyh. c. 140. 891.
2) Pindaro 01. 1, 146, Apollodoro 4) Nem. I, 48.
II, 8, 2, Pausania VI, i3, 1.