Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Memorie della Regale Accademia Ercolanese di Archeologia — 4,1.1852

DOI Artikel:
Rucca, Giacomo: Dell'uso de' sotterranei anfiteatrali: memoria
DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.14101#0230
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
2l8 R U C C A

Dal quale ultimo verso impariamo ancora, che le
dette figure disegnate vennero in acqua con tanta maestria,
che potè dire il poeta, o che Teti insegnate le avesse
alle Nereidi, o piuttosto che Teti stessa le avesse appre-
se da Cesare.

Nè solamente di giorno, anche di notte si diedero
siffatte piacevoli rappresentazioni in acqua. Ecco come lo
stesso poeta delinea quella di Leandro, che attraversa il
mare per trovarsi al convegno con la sua Bella : De Spect.
Epig. 25.

» Quod nocturna tibi, Leandre , pepercerit unda,
» Desine mirari : Caesaris unda fuit.

e nell' altro Epig. assai più grazioso dello stesso n.° 25.

■>) Cura peteret dulces audax Leandrus amores,
» Et fessus tumidis jam premeretur aquis ;

» Sic miser instantes affatus dicitur undas :

» Parcite , dum propero : mergite , dum redeo.

Di pugne o cacce in acqua altre memorie non abbia-
mo , elle sotto Antonino Pio e sotto Carino. Del primo
scrive Capitolino ( cap. io ) , che tra le cacce di bestie
feroci o strane esibì ancora quelle di coccodrilli e cavalli
marini: crocodilos etìam, atque hippopotamos exhibuit.

Ne'magnificentissimi Giuochi di Carino descritti da
Calfurnio poeta Siculo ( Egloga 7. intitolata Templum),
fuvvi tra le altre di terra la pugna , probabilmente in ac-
qua , degli orsi co' vitelli marini e ippopotami,
 
Annotationen