25o e tre c a
( idest e posticis ) interfecti sunt ; non magnimi praeben-
tes spectaculurn , quum occiderentur. Neque enim erat
bestiarum impetus ille, qui esse e caveis egredientibus
solet. Decisi sunt praeterea multi, qui diripere volebant.
Editi deinde centum leopardi .Lybici, centum deinde
Sjriaci, centum leaenae, et ursi simul trecenti: quarum
omnium ferarum magnum satis constai spectaculurn juis-
se , quam gratum.
Più chiaramente lo stesso Autore ragionando degli stes-
si Giuochi: Immissi (notisi questo vocabolo anfiteatrale,
il quale dinota senza ambiguità } che le fiere ordinariamente
s* immetteano nell' Arena : ma donde, se non dalle porte
che comunicavano co'sotterranei? Non si pensi dalle quattro
porte superiori dell'Anfiteatro, le quali riserbate erano esclu-
sivamente al popolo che in folla accorreva allo spettacolo). Im-
missi deinde per omnes aditus struthiones mille , mille
cervi, mille apri. Àmmiano, descrivendo le smanie di Mas-
simino Imperatore, conferma non solo quanto asserisce Vo-
pisco, ma indica, che dalle porte del sottopodio era il con-
sueto eromper delle fiere nell' Arena : Maximinus effu-
dit genuinamferociam ; sicut saepe faciunt amphitheatra-
les Jerae, dijfractis tandem solutae posticis.
Rispetto ai gladiatori, se non vogliamo confondere
attori e spettatori , e involgere nel movimento del popolo,
che andava e veniva, centinaia di gladiatori che doveano
traddizione. Impossibile : chi sarebbe volendo rapire alquanti leoni, furono
disceso nell'Arena in mezzo a cento leoni ammazzati dalle frecce , dirette certa-
sciolti per trafìggerli con la picca? In- mente ai leoni, non agli uomini. I cento
voi ve contraddizione; perchè poche li- leoni furono dunque uccisi sagittis, non
nee appresso dice 1' autore, che alcuni conlificiis.
( idest e posticis ) interfecti sunt ; non magnimi praeben-
tes spectaculurn , quum occiderentur. Neque enim erat
bestiarum impetus ille, qui esse e caveis egredientibus
solet. Decisi sunt praeterea multi, qui diripere volebant.
Editi deinde centum leopardi .Lybici, centum deinde
Sjriaci, centum leaenae, et ursi simul trecenti: quarum
omnium ferarum magnum satis constai spectaculurn juis-
se , quam gratum.
Più chiaramente lo stesso Autore ragionando degli stes-
si Giuochi: Immissi (notisi questo vocabolo anfiteatrale,
il quale dinota senza ambiguità } che le fiere ordinariamente
s* immetteano nell' Arena : ma donde, se non dalle porte
che comunicavano co'sotterranei? Non si pensi dalle quattro
porte superiori dell'Anfiteatro, le quali riserbate erano esclu-
sivamente al popolo che in folla accorreva allo spettacolo). Im-
missi deinde per omnes aditus struthiones mille , mille
cervi, mille apri. Àmmiano, descrivendo le smanie di Mas-
simino Imperatore, conferma non solo quanto asserisce Vo-
pisco, ma indica, che dalle porte del sottopodio era il con-
sueto eromper delle fiere nell' Arena : Maximinus effu-
dit genuinamferociam ; sicut saepe faciunt amphitheatra-
les Jerae, dijfractis tandem solutae posticis.
Rispetto ai gladiatori, se non vogliamo confondere
attori e spettatori , e involgere nel movimento del popolo,
che andava e veniva, centinaia di gladiatori che doveano
traddizione. Impossibile : chi sarebbe volendo rapire alquanti leoni, furono
disceso nell'Arena in mezzo a cento leoni ammazzati dalle frecce , dirette certa-
sciolti per trafìggerli con la picca? In- mente ai leoni, non agli uomini. I cento
voi ve contraddizione; perchè poche li- leoni furono dunque uccisi sagittis, non
nee appresso dice 1' autore, che alcuni conlificiis.