SOTTERRANEI ANFITEATRALI 201
esser pronti a mostrarsi al paragon dell'armi, è forza con-
fessare, che dall' ipogeo salivano nell'arena, e uscendo da
porte opposte si trovavano ipso facto gli uni a fronte de-
gli altri. Oltre a ciò, gli sbocchi grandi nelP Arena , che
corrispondono alle porte grandi dell' Anfiteatro, erano chiu-
si durante lo spettacolo, e forse con cancelli, siccome in-
dizio ne danno i buchi nella soglia di marmo, e nello im-
poste , che si veggono tuttora. Finalmente il numero gran-
de de' combattenti, che avrebbe dato non leggiero imba-
razzo, se entrato fosse nell'Anfiteatro insieme col popolo,
ci obbliga a riconoscere la loro entrata nelP Anfiteatro per
gì' ingressi dell' ipogeo, e 1' uscita nell' direna per le tante
volte mentovate porte del sottopodio. Dione ci fa sapere,
che Trajano Imperatore ne' suntuosissimi Giuochi, che die-
de dopo la guerra Dacica, esibì al popolo dieci mila gla-
diatori , xou fJLOvofJidxoi (ivpioi Yiycovio'avro. E vero, che que-
sti Giuochi durarono centoventitre giorni; ma in essi si die-
dero ancora diversi altri spettacoli, e si ammazzarono inol-
tre undici mila fiere tra mansuete e feroci. Nell'anno
millesimo di Roma , di Cristo 248. l), i due Filippi, Pa-
dre e Figlio , Imperatori, lo solennizzarono con gran ma-
gnificenza di Giuochi, ne' quali tra gli altri divertimenti
diedero mille paja di gladiatori mantenuti dal fisco.
Di tutti gli spettacoli anfiteatrali i più frequenti, e
forse i più graditi, erano questi due ultimi, cioè quello
delle fiere , e quello de' gladiatori. Non vi era Console, non
1) Due sono l'epoche della fonda-
zione di Roma: l'una di Marco Vai-
rone ; 1» altra de' Fasti capitolini, col
divario di un solo anno tra loro. Ab-
biamo creduto più situile al vero la se-
conda.
esser pronti a mostrarsi al paragon dell'armi, è forza con-
fessare, che dall' ipogeo salivano nell'arena, e uscendo da
porte opposte si trovavano ipso facto gli uni a fronte de-
gli altri. Oltre a ciò, gli sbocchi grandi nelP Arena , che
corrispondono alle porte grandi dell' Anfiteatro, erano chiu-
si durante lo spettacolo, e forse con cancelli, siccome in-
dizio ne danno i buchi nella soglia di marmo, e nello im-
poste , che si veggono tuttora. Finalmente il numero gran-
de de' combattenti, che avrebbe dato non leggiero imba-
razzo, se entrato fosse nell'Anfiteatro insieme col popolo,
ci obbliga a riconoscere la loro entrata nelP Anfiteatro per
gì' ingressi dell' ipogeo, e 1' uscita nell' direna per le tante
volte mentovate porte del sottopodio. Dione ci fa sapere,
che Trajano Imperatore ne' suntuosissimi Giuochi, che die-
de dopo la guerra Dacica, esibì al popolo dieci mila gla-
diatori , xou fJLOvofJidxoi (ivpioi Yiycovio'avro. E vero, che que-
sti Giuochi durarono centoventitre giorni; ma in essi si die-
dero ancora diversi altri spettacoli, e si ammazzarono inol-
tre undici mila fiere tra mansuete e feroci. Nell'anno
millesimo di Roma , di Cristo 248. l), i due Filippi, Pa-
dre e Figlio , Imperatori, lo solennizzarono con gran ma-
gnificenza di Giuochi, ne' quali tra gli altri divertimenti
diedero mille paja di gladiatori mantenuti dal fisco.
Di tutti gli spettacoli anfiteatrali i più frequenti, e
forse i più graditi, erano questi due ultimi, cioè quello
delle fiere , e quello de' gladiatori. Non vi era Console, non
1) Due sono l'epoche della fonda-
zione di Roma: l'una di Marco Vai-
rone ; 1» altra de' Fasti capitolini, col
divario di un solo anno tra loro. Ab-
biamo creduto più situile al vero la se-
conda.