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Micali, Giuseppe
L' Italia avanti il dominio dei romani (Band 2) — Firenze, 1810 [Cicognara, 2604-2]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28918#0037
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CAPO VIGESIMOSECONDO

Relìgione .

Se, conforme ad un’ illustre antica sentcnza,
la paura fece gl’Iddii, niun paese forse ebbe
più che l’ Italia materia da ispirare ne’suoi abi-
tanti quella propensione al timore, cbe dovea
inevitabilmente disporli a coltivare per tempo
un principio di religione . I frequenti sconvol-
gimenti del suolo, i tremuoti, i vulcani, le
grandi inondazioni erano per se sole bastanti a
produrre quelle inquiete sensazioni, cbe indu-
cono gli spiriti a ricercare curiosamente le
tracce d’ un potere invisibile ne’ fenomeni più
sorprendenti della natura . Nè il rozzo intendi-
mento de’ popoli barbari poteva immaginare
un sistema meglio in armonia col proprio stato
del Politeismo, cbe trovasi stabibto da per tutto
come la prima e più antica religione del mon-
do . Quel sentimento vero , semplice e uni-
versale, cb’ esiste un potere superiore all’ uo-
mo, dovette naturalmente muover ciascuno a
rendere omaggio ad ogni ente sconosciuto clie
parve avere una forza qualunque , o qualclie
virtù. Ogni cosa dovea sembrare al selvaggio più
valutabile di se stesso, imperocchè la vanità è
opera interamente del viver civile. Egli am-
mira tutto percbè nulla conosce; e poichè in
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