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Bibliotheca Hertziana [Hrsg.]; Bruhns, Leo [Gefeierte Pers.]; Wolff Metternich, Franz [Gefeierte Pers.]; Schudt, Ludwig [Gefeierte Pers.]
Miscellanea Bibliothecae Hertzianae: zu Ehren von Leo Bruhns, Franz Graf Wolff Metternich, Ludwig Schudt — Römische Forschungen der Bibliotheca Hertziana, Band 16: München: Schroll, 1961

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https://doi.org/10.11588/diglit.48462#0443
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Note su alcuni prodotti grafici italiani

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quali e piangente e la seconda porta, entro un cesto sulla testa, il capo del martire e sotto il braccio la
mitra. Dal cielo, dove si notano la luna e le stelle, scende un angiolo colla palma del martirio. In basso
a destra il monogramma (Nagler, Monogr., IV, 1305).
Acquaforte, a. 250, 1. 195 (B. V., St. XIV. 39. 5).
Infine, non mi sembra giusta l’osservazione del Bartsch ehe le buone prove non hanno indirizzo e ehe
quelle coH’indirizzo di G. G. Rossi sono deboli. L’Allegoria dell’«Inverno » (B. 39), per esempio, nella
quäle a destra si legge: «Si stampano in Roma alla Pace per Giouan Jacomo Rossi all insegna di Parigi.
Petrus Testa Pinxit et Sculpsit 1644 », (B. V., St. XIV. 39. 77), sempre fresca, la smentisce completamente.
La stessa cosa puö dirsi per «La Morte di Catone » (B. 20), dove in basso a destra si legge: «Arnoldus Van
Westerhout Excudit Romae Sup. per.» (B. V., St. XIV. 39. 57); per il «Sacrificio di Efigenia» (B. 23),
in basso G. G. De Rossi (B. V., St. XIV. 39. 67); per «Venere ehe consegna le armi ad Enea» (B. 24), in
basso G. G. De Rossi (B. V., St. XIV. 39. 65); per l’«Allegoria» (B. 30), in margine a sinistra «Arnoldo Van
Westerhout formis Roma Sup. lic.» (B. V., St. XIV. 39. 56). Del «S. Girolamo» (B. 15) esiste uno stato
anteriore a quello descritto dal Bartsch, senza l’indirizzo del Ferranti (B. V., St. XIV. 39. 17). Del
«Martirio di S. Erasmo» (B. 14) esiste una copia talmente ingannevole ehe non e possibile riconoscerla
senza il confronto coll’originale. Si puö dire soltanto ehe dalla testa del Santo pende un ricciolo lungo
due millimetri, ehe nell’originale manca (B. V., St. XIV. 39. 26). Le falsificazioni documentano la fama;
forse, se il Lucchesino le avesse conosciute, non sarebbe stato vittima della sua disperazione.
2. DUE DISEGNI SCONOSCIUTI DI GIAN LORENZO BERNINI
«Ma giä ehe parliamo di Fonti, - scrive il Baldinucci nella Vita del Bernini, p. 14 - dico ehe sua opinione
sempre fu, ehe il buono Architetto nel disegnar Fontane, dovesse sempre dar loro qualche significato
vero, o pure alludente a cosa nobile, o vera, o finta: ciö ehe pure in vita di questo Pontefice (Urbano VIII)
viddessi essere da lui stato praticato nella bella Fonte di Piazza Barberini, fatta con suo disegno, e con
suo scarpello, nella quäle fece vedere tre Delfini, ehe reggono la pila, sopra la quäle e la bella figura di
Glauco con la conca sonante, dalla quäle l’acqua vedesi scaturire.»In queste parole sono da osservare due
cose. Anzitutto ehe il Tritone, ehe ha dato il titolo alla fontana e ehe come tale da secoli viene da tutti
riconosciuto, e chiamato Glauco. Quindi ehe vi si dice essere tre e non quattro i delfini reggenti la tazza
centrale. Il D’Onofrio3 giustamente nota ehe ogni volta ehe il Baldinucci parla delle fontane, commette
errori. Fra questi errori sarebbero anche le due inesattezze della Fontana del Tritone. Convien dire anche
ehe gli stessi errori sono ripetuti dal figlio di Gian Lorenzo, Domenico Bernini ehe, nella vita del padre,
p. 61, cosi s’esprime: «Rappresentö tre Delfini, ehe reggono una gran Pila, sopra la quäle e la bella, et
alta figura di Glauco, ehe dando fiato alla Conca sonante, sgorga da questa con leggiadro mormorio acqua
in abbondanza. » Alle parole del Bah inucci egli ha aggiunto soltanto il mormorio.
La mia impressione e ehe il Baldinucci fiorentino non abbia veduto la Fontana del Tritone, ma ne abbia
avuto da qualche parte la descrizione e forsanche il disegno. Nelle righe riportate c’e molta teoria, ehe
deve essere il risultato piü d’un riferimento orale ehe dell’osservazione critica dei monumenti. Glauco,
e vero, diventato divinitä marina, nell’arte antica e rappresentato simile ad un Tritone, dalla faccia
bestiale e dal corpo terminante in una lunga attorcigliata coda di pesce; ma non mai soffiante nella
conca. Puö darsi ehe fosse una prima idea del Bernini rappresentarlo nella fontana mescolando le due
figure affini. Il motivo dei Tritoni in lotta con mostri marini, o in altro vivace atteggiamento, e caro al
Bernini e noi lo vediamo piü volte nei bozzetti in terracotta ehe, se non proprio usciti dalle sue mani,
certamente sono stati eseguiti da diretti scolari4, e nei disegni. Non poteva perciö quegli ehe forse, neL
l’intenzione dell’artista, doveva rappresentare Glauco non esser preso per un Tritone e cosi chiamato.
Ma c’e l’altro punto ehe, nelle parole del Baldinucci, discorda dalla realta, quello dei tre delfini. A mio
parere, anche quest’inesattezza puö confermare la mia opinione ehe egli, non avendo visto la fontana,
la descriveva per sentito dire.
3 Cesare D’Onofrio, Le fontane di Roma, Roma, Staderini, 1957, p. 181. 4 Stanislao Fraschetti, Il Bernini,
Milano, Hoepli, 1900, pp. 123—125. A. E. Brinkmann, Barock-Bozzetti, Frankfurt a. M., I, 1923, S. 102-105; II, 1924, S. 54-57.
Due bozzetti per fontana di G. L. Bernini, «Boll. d’Arte d. Minist. d. Pubblica Istruzione», Roma, 1923-1924, pp. 491-495.
 
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